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IL MIO LAGO

Antico Trasimeno,
lasciai la giovinezza
tra le vegliarde sponde,
per ritornar nel luogo
che vide i miei natali

Miè dolce rievocare
il santo sacro luogo,
ove io mi sedevo
cinto da messi d'oro,
a rimirar dell’acqua
lo splendido baleno.

Mio adorato Lago,
chiuso fra dolci colli
a piè delle radici,
adagi mesto l'onda.

Con la risacca baci
ovali chiari sassi,
della Sirena canti
i gemili lamenti.

Il rammentar sognante
nel cuore l'ansia invade,
del dolce maestrale
in settembrini Venti.

Corone di Ginestre
limitano lo sguardo,
oscurano la vista
al limitar del Lago.

Da questa somma vetta
godo dello splendore,
Autunno acerbo sole
nel meriggio incanto.

Raffaele Saba