a parte la I di nuovo maiuscola prima dei silenzi
e anche prima dei campi lontani, visto che il verso precedente termina con una virgola e non sono maiuscole ricorrenti, visto che gli altri versi iniziano con la minuscola
gli ultimi versi banalizzano un po' la situazione, "incanta gli sguardi come una magia": la magia è ridondante, visto che è implicita nel "già incanta"
"Ogni campagna e' tale,
in ogni mondo e' uguale"
questa poi ...
vorrei sapere cosa ne penserebbe un contadino della Cappadocia, che scava cardi dalla pietra, o un contadino in Siberia che raccoglie sterpi per farne canestri, o nella giungla dove qualche frutto è tutto quello che uno può sperare
quindi non solo questa chiusa è un po' banale ma è anche falsa
"ogni campagna" NON è uguale!
Qualunque contadino sogna, immagino, la terra di Francia, o di Lombardia o del Lazio, dove il terreno è nero, soffice e impalpabile, e ogni cosa semplicemente la infili nella terra e cresce rigogliosa
No, non è uguale in ogni mondo
con un paragone del genere, nessuno potrà capire o immedesimarsi
i liguri e i valtellinesi che hanno riportato la terra ordinandola in terrazze, portando canestrate di humus a spalla fino alle raggiungibili altitudini non capiranno
e magari si sentiranno addirittura offesi, sottovalutando e sprezzando la durezza del lavoro che NON È DOVUNQUE UGUALE!
non dappertutto la terra è ventre, quasi sempre, tranne alcune eccezioni, è matrigna ...