E meno male che debona non è esperta e qualificata, sennò che direbbe?
Faccio mio il suo commento.
Riporto i versi che mi sono piaciuti e che mi richiamano un quadro a tinte grigie e viola, colori sfumati picchiettati da macchie di camelie sullo sfondo da una finestra aperta e nell'interno, in primo piano, l'alone sublime che emana la lampada in carta di riso lieve come un soffio, delicata come l'anima che vive di attimi sapendo che il tempo scorre e non resta nulla tra le mani, se non una rosa recisa in un vaso senz'acqua, bellezza che si accartoccerà, e l'Autrice sente dentro di sé tutta l'inquietudine esistenziale perché tutto si trasforma nel breve spazio di due attimi, tra gioia dell'anima e malinconia. Malinconia che non è altro che tacita richiesta di attenzione e speranza nella linfa vitale che nutre la pianta e farà sbocciare altre rose.
Penso che eliminando un verso nella prima strofa e parte del penultimo, la resa di questa bellissima lirica sarebbe ottimale a tutti gli effetti e centrerebbe il bersaglio.
Vortice di esperienze passate
cosparse di camelie carnose
si sbriciola in lacune,
gioca col ricordo, fa male,
con l’ indice addita la via…
giudica.
E intanto rimane una lampada
in carta di riso, effimera,
provvisoria, fragile.
L’anima stropicciata
presto si spegnerà
e sarà assenza di ciò che fu,
di ciò che non sarà...
una rosa sul tavolo senza acqua
Molto bella la correlazione tra la lampada, l'anima e la rosa