00 23/04/2015 01:13
Prima di tutto mi scuso per il ritardo. Giustificato ma immeritato, dall'autore e dall'argomento.

In secondo luogo, mi trovo assolutamente d'accordo sia con Nicola sia (in parte) con Rimario. Ma la discussione è stata così articolata e colta che vorrei esaminare le questioni punto per punto.

Prima quello su cui non sono d'accordo. Il Rimario dice:
nei forum di poesia si ride poco, predominano varie forme di catastrofismo, manieristici riferimenti a sventure sociali, dipendenze mortali, desolazioni urbane, ecc.”
e aggiunge (da Leopardi) “Grande tra gli uomini e di gran terrore è la potenza del riso

E' un'osservazione giusta ma troppo limitata. Quasi dovunque la risata, e il buffo, viene poco considerata, anzi, papale papale, viene considerata “poco seria”. Tautologicamente “poco seria”.

Non solo: sembra che tutte le discussioni filosofiche, poetiche, letterarie si debbano limitare a ciò che è stato detto, scritto e pensato nell'ultimo secolo o negli ultimi due secoli. E tutti giù a citare Leopardi, come se fosse l'unico a restituire dignità e distribuire permessi.

E infatti, secondo Raggio di Sole, questo è “perché il riso di Leopardi è un riso amaro, un riso capace di svelare le illusioni e pone l' uomo di fronte alla disperazione (...) Non dimentichiamoci che Leopardi utilizza il riso per "costruire" alcune tipologie di opere, come la satira molto confacente a smantellare le credenze dell' uomo (...)”, “Mi sembra che il riso leopardiano sia di ben più alto spessore”, quindi non un vero riso, quindi consentito.