Grazie a tutti per il tempo dedicatomi.
Siete stati fin troppo buoni!
Permettetemi qualche considerazione su alcuni vostri interventi:
@ Rosy
Ti ringrazio per gli apprezzamenti.
di' la verità, temevi il mio voto?!
Sarò sincero: la cosa che temo di più è la tua indifferenza; il tuo giudizio, invece, lo bramo.
Le tue critiche sono sensate, obiettive e severe e le attendo sempre con trepidazione perché so che anche da esse dipende la mia crescita.
Per quando riguarda il “lessico classicheggiante” mi hai messo un tarlo nel cervello e una domanda mi assilla:
Per me è una libera scelta stilistica o una difesa dal mostrare una mia lacuna?
La mia cultura poetica è molto sbilanciata sui classici e forse non avrei le capacità di scrivere tanto bene quanto vorrei con uno stile diverso.
Non è che mi avvinghio allo scoglio del noto per evitare l’ignoto mare?
E’ una domanda a cui devo necessariamente cercare una risposta!
Vi terrò aggiornati!
@ Sp3ranza
Questa non e' una poesia per tutti
perche' e' un linguaggio elaborato
indirizzato solo ad un certo tipo di folle.
In verità io l’ho scritta per tutti.
È vero, non è certo una poesia “pop” ma, a parte essermi permesso la citazione mitologica del Nepente, non penso risulti incomprensibile. Certo, termini come ramingo, dedalo, lordare sono poco usate nell’era dei “ci 6?” o dei “xkè” ma posso assicurati che non c’èra in me la volontà di destinare il messaggio ad una sola parte di lettori. Ne è la riprova l’azzeccata interpretazione de Il Rimario.
Posso solo dirti che il passato non va
assolutamente dimenticato, ma compreso,
perche' e' sulle ceneri del passato che
e' stato costruito il nostro attuale presente,
e comprendendo il passato sara' possibile
comprendere anche le evuluzioni interiori
della razza umana e come siamo arrivati
a diventare quello che siamo oggi,
come quando si va dallo psicanalista per
comprendere i nostri disagi/fobie che
giacciono nell'inconscio del passato che
si cerca di dimenticare/cancellare e non di
comprendere e superare usandolo magari come
lezione di vita per capire i valori di certe
cose e situazioni spiacevoli che non vuoi che
risuccedano perche' hai dimenticato la lezione
che hai avuto in passato dato che anche
il dolore e le situazioni negative, alla fine
sono educative per molti versi se si vivono
nella maniera giusta comprendendolo e
SUPERANDOLO questo ipotetico PASSATO
non ignornadolo o perdersi in esso
dimenticando di vivere il presente.
Quel che dici è assolutamente vero ma non sempre le cattive esperienze sono frutto dei nostri sbagli e quindi possono essere “convertite in insegnamento”.
Ci sono batoste che la vita ci riserva nostro malgrado e che ci elargiscono un solo insegnamento: siamo dei burattini manovrati dal destino.
Pensa ad esempio ad una ragazza che mentre va al lavoro viene rapita e violentata da un branco di balordi. Cosa le insegnerà questa abominevole esperienza? Che non si deve andare al lavoro? Che non si deve nascere donna?
Il mio esempio è volutamente paradossale perché sia evidente, ma posso citarne altri come la morte traumatica di un componente della propria famiglia, uno scippo, l’aggressione da parte di qualcuno, eccetera.
Queste esperienze spesso ci lasciano delle cicatrici indelebili che diventano un sottofondo scomodo della nostra vita e capita, in determinate occasioni, che invadano quast'ultima causando stati d’ansia o, peggio, di angoscia.
Non tutti hanno la possibilità, la maturità, la voglia di farsi aiutare da un professionista.
La soluzione più semplice è quella di “fuggire” e rintanarsi dentro la “trincea” dell’oblio ossia della dimenticanza. Alcuni ricorrono a espedienti esterni (droghe, alcool etc.) altri invece usano il “faidate” . Purtroppo entrambi i metodi finiscono col creare dipendenza.
Quanto sopra ovviamente non è "vangelo" ma solo un'opinione.
Grazie ancora a tutti per avermi dedicato il vostro tempo.