Quando ti dicono:
<< goditi la vita >>
vuol dire che si vede che sei giù,
e questo certo non ti aiuta
a stare su.
Mi sento acido.
Non mi capisco più.
Nemmeno la risata di mia figlia,
piccolo angelo, radiosa amenità,
può distogliere la mente dall'odiarsi.
E' un mondo sadico, corrotto
marcio e infame,
pieno di invidia, stenti ed agonia.
Non posso dire che la colpa
non sia mia.
Sono io, infatti, a dipingerlo così.
Un pianeta soggettivo e solitario
preso nell'orbita di un cielo senza sole,
con la luna di traverso.
Ho fatto un dolce per te, vita mia,
ci ho messo tutto il mio amore!
Tu l'hai buttato via
senza neanche assaggiarlo.
Mi trovo solo allo specchio, ad urlare
DU STIRBST, SCHEISSER!!
Spasmi tetanici di faccia e corpo,
di grida
di rabbia soffocate.
Ho abbracciato la natura più gretta
e materiale della consapevolezza
per nutrire una parvenza
di vuota integrità.
Ci ho messo anni a costruire questa scorza,
a cancellare ogni speranza
per non soffrire più
come fanno i robot.
Eppure ancora adesso, di tanto in tanto,
per quanto provi a resisterle
con tutte le forze,
devo cedere alla mia umanità.
Ecco allora che basta una canzone,
una carezza, il lieto fine
di un cartone animato,
l'amico che per poco
l'ha scampata.
La bellezza delle cose si rivela e mi sorprende,
incenerisce l'autocommiserazione
e non riesco a trattenere più le lacrime.
Gocce di linfa rare,
sulla mia terra arida.
Che stupido che sono.
Come un cactus
farò meglio a conservarle.
Esse mi tengono in vita.