La solitudine dei carnivori

Sveglio, il leone si alza
triste per il suo stato
il sole è alto, la pancia brontola.
"basta dolore. basta sofferenza."
Deve, ma non vuole
la natura preclude ogni sua chimera.
Ruggisce vana ira
la folta criniera si tinge di rosso.
E mesto poiché conscio:
"si è quel che si è"
questa scusa al leone non basta
così assopito
con la bocca che puzza ancora di carogna
dorme
triste
solo.

Interessante. Forse un po' troppo minimalista per i miei gusti, ma sono gusti . Mi piace l'accostamento del leone-animale con il concetto di determinismo, non tanto per l'idea in sè, perchè già ripreso in mille contesti, quanto come incipit per quella che poi sarà la chiusa che acquista secondo me il valore maggiore della poesia ed in cui il verso breve assume un significato. Bravo

Secondo me la natura non risponde allo schema bene/male, ma sta al di fuori di ogni morale. Il leone ha bisogno di cibo e quindi uccide, non si può dire che sia cattivo o buono, oppure triste a causa dell sua natura di assassino.

Forse per esprimere certi concetti sarebbe più efficace utilizzare degli esseri fantastici come proiezione degli esseri umani, i vampiri ad esempio.

Alessio.Grimm, 29/12/2014 19:25:

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Sveglio, il leone si alza
triste per il suo stato
il sole è alto, la pancia brontola.
"basta dolore. basta sofferenza."
Deve, ma non vuole
la natura preclude ogni sua chimera.
Ruggisce vana ira
la folta criniera si tinge di rosso.
E mesto poiché conscio:
"si è quel che si è"
questa scusa al leone non basta
così assopito
con la bocca che puzza ancora di carogna
dorme
triste
solo.

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mi piace l'idea di un leone in contraddizione con la sua natura.
l'intento poetico è tutto qui, secondo me: nemmeno il leone riesce a chiudere gli occhi di fronte a tanta sofferenza ed a recitare fino in fondo il ruolo che la natura gli assegna. l'esserne cosciente e doversi comunque nutrire lo rattrista e lo pone su un piano tutto umano, di solitudine e riflessione sul proprio essere al mondo. almeno così mi arriva.
ciao piacere di conoscerti
franco

Grazie a tutti per i commenti =) Il mio intento era proprio quello di usare un lessico basico e crudo che ben si abbina con la figura animalesca del leone. Qui ho voluto presonificare, cioè attribuire caratteri umani al leone, che, come ha detto giustamente Talpachevede, essendo un animale, sarebbe avulso dalla sfera etica. Per quanto riguarda l'analisi del significato, sottoscrivo ogni parola di Franco

Piacere mio,
Alessio

...quindi non ci si salva dal dolore e dalla sofferenza, sono già insite nella natura?
Oppure l'uomo, a differenza del leone e di ogni altro animale, può adoperarsi a fini etici, attraverso l'intelligenza, l'animo, la coscienza, la volontà di salvare e salvarsi?

Piaciuta, la trovo congrua nello stile e nel linguaggio, con i versi finali che sono una stilettata, forse una strizzata d'occhio all'uomo e al poeta...

Ciao, a rileggerti.

Alessio.Grimm, 29/12/2014 19:25:

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Sveglio, il leone si alza
triste per il suo stato

"si è quel che si è"

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Suscita anche a me qualche riflessione, che probabilmente non c' entra con gli intenti dell'autore:

Qualche risonanza con "La favola della rana e dello scorpione": questo punge la rana che lo trasporta, con la conseguenza di dover morire così egli stesso: "E' la mia natura, conclude". Come dire che alla propria indole non si sfugge. Tuttavia gli animali non ne sono consapevoli.

Come personificazione dei vizi, ipocrisie, autoinganni, crudeltà umani negli animali,credo nessuno abbia superato Fedro: le sue favole sono stata la prima lettura formativa della mia infanzia.

La natura è più crudele della cultura: fosse conscio, qualsiasi animale direbbe che preferisce un colpo di fucile piuttosto che essere straziato con maggiori sofferenze da altro animale: le legge della catena alimentare.

In realtà, "il_rimario" ha detto bene . Io ho attinto proprio da quella favola di Fedro, che reputo tanto semplice quanto profonda e quindi c'è il tema del determinismo a cui accennava Nakurisch. La domanda di Rosy, invece, è il quesito che si sono posti gli uomini "ab illo tempore"(Avercela la risposta! ) La poesia come la filosofia non dà risposte, bensì suscita domande e riflessioni. E io spero, per quanto la poesia sia semplice e immediata, di essere riuscito nel mio obiettivo, cioè far riflettere.
Un saluto
Alessio