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Già su cafarnao
di albini bruni e ambrati
rovente picchia il sole:
chi cerca fuoco, chi ombre.
Oh i giochi edili dei fanciulli
intenti a mimetizzare buche
o a fortificare torri e mura
all'assalto del fiotto lieve!
Più traffico nel canale siculo:
barcacce o gommoni stipati
di afrofuggitivi speranzosi
approdano o sventurati affondano!
Là dove non c'è borboglio d'acqua
tra mandorli ulivi e querce
un iniziatico frinire di cicale
turba l'aria che tace;
fruscii ratti di serpi
tra sterpi e roggi rovi
in campestri silenzi
risuonano e mettono paura;
filari di vitigni ramati
infoltiti da trame di tralicci
fruttificano su colli e pendii;
da bica a bica un via vai
di frenetiche formiche
tra sottopassaggi e ponti si consuma;
gronda sudore nei campi l'uomo
in opra attardato tra secchi solchi.
Barbagliano vetri di case desolate
come gibigiane al dardeggio
di fasci di raggi di luce;
da asfalto di catrame e pece
alza i suoi fumi fatamorgana.
Sulla ripa, vicino al rio
quando più alto sarà il sole
all'ombra di pioppi e platini
si andrà a cercare vento
frescura e silvani effluvi.
S'imbrunirà prima della luna
sul mare azzurro e calmo
l'argenteo placido tramonto
nell'apoteosi del dì passato.
Chissà se morte,vacanziera,
soffrendo eccessi di caldo
a sorpresa non decida
di andarsene in ferie
o se avvistando spaventapasseri
atterrita non si dia alla fuga.
Nell'arrovento d'aria dei meriggi
madre forse ancor più fresca
starai accanto al tuo sposo
nell'ipogeo sotto i cipressi..