00 03/05/2014 22:33
Disse il grande Friedrich Nietzsche che i poeti sono privi di pudore verso le proprie esperienze interiori, che sono sfruttate ingiustamente. Spesso, scrivendo i miei tormenti ed eviscerando il mio io, avverto l'esecrabile e veemente sensazione di vendere il mio corpo e la mia anima con poche, scarne parole. Da qui il centellinare e il trutinare ogni frase e ogni concetto nelle mie poesie sofferte. Forse Nietzsche aveva ragione. Ma leggere questi commenti e di come queste parole giungano anche al cuore di terze persone, mi fa capire che, forse, non ho svenduto nulla per nulla. E una lacrima non basta a bagnare di gioia le mie mani.
Grazie a tutti.
[Modificato da Er Copro 03/05/2014 22:34]


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Le farfalle non sono che aquile possenti; arcangeli di sogni infiniti che possono essere colti solo in autunno inoltrato; con un'affusolata spiritromba di vetro soffiato.