00 19/03/2014 02:59
Papà,
ti sei addormentato sulle parole incrociate
che leggi ma non riesci a compilare più.
Ti osservo per avvertire ancora il tuo respiro:
sei ormai nel mondo dei sogni,
e lentamente scivolo
nel mondo dei miei ricordi.

Papà caro, ti ricordi quando guidavi il lambrettone?
Tu paralizzato alle gambe egualmente riuscivi
a portare mio fratello e me a pescare lungo il naviglio.
Ricordi, come cantavo felice?

Nella tua vita hai passato mille bufere,
hai superato più di mille ostacoli,
ma non scorderò mai le cambiali
che hai fatto per farmi studiare,
e quello che la gente del paese
ti diceva sui figli che studiano:
"poi se ne andranno e resterai solo ...".
E invece io sono qui, papà, con te.

Quante umiliazioni hai passato!
Quante lotte per arrivare a fine mese!
E, seppur paralizzato,
sei riuscito a lavorare
e lasciare 41 anni di contributi
interamente versati
a due istituti nazionali.

Ricordi papà quando a 80 anni
hanno avuto la vile idea
di toglierti una pensione
con la scusa che ne avevi due minime?
Volevano ridurti alla miseria
per mantenere i falsi invalidi.
Erano tutti d'accordo,
i due istituti e i tre sindacati,
nel dirti che non vi era niente da fare
nonostante due sentenze contrarie
della corte costituzionale.
Tu, caro papà, ormai incapace di camminare,
hai scritto al Presidente della Repubblica
e subito dopo riottenevi pensione,
e con te anche gli altri che avevano lavorato
e versato i contributi.
Ti ammiro, papà, perché nonostante l'età
e l'invalidità totale non ti sei arreso.

Ora colpito da ictus non ti muovi più,
non scrivi quasi più,
ti rimane solo una stentata parola ed un braccio
il resto se l'è preso il male.
Ma io ti amo e avrò sempre cura di te!

Non preoccupanti di nulla papà,
dormi pure sulle parole incrociate,
e quando ti sveglierai,
come sempre,
mi troverai accanto a te.

...


...

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