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Raccontino di Cobite
3 agosto 2000


Seduto in in riva ad un fiume di pianura un pescatore mezzo addormentato aspettava l'alba. Sognava acque pure e sorgive e baie tropicali blu incanto, laghi verde smeraldo e pesci in quantità.
L'alba splendida come sempre inondò di luce la terra.
Il pescatore gustò quel miracolo naturale poi abbassò lo sguardo sull'acqua del fiume.
Sporca gli appariva, ogni genere di feccia trasportava.
Deluso si alzò, s'avvicino alla riva sputò dentro al fiume e con astio disse:
"Di' acqua, sei sporca, lurida, inquinata, ma non ti lavi mai?"
L'alba, non ancora completamente passata sentì questa strana domanda e allora decise di creare una magia.
I vapori che aleggiavano sopra il fiume presero la forma di una bellissima donna senza alcun velo. Volto fresco di fanciulla appena fatta donna, occhi azzurri come acqua di fonte, capelli come l'aurora che scendevano in cascata fino ai piedi, pelle rosea e forme sinuose ed invitanti. Un fresco profumo di fiori si sparse nell'aria.
Bella come mai quadro fu dipinto, inebriate e sensuale sulla superficie del fiume camminava.
Al pescatore si fermò il cuore, stralunò gli occhi e pensò di essere in paradiso.
Lei lo guardò con dolcezza e disse:
"Così ero prima della nascita dell'umanità."
Poi per incanto comincio a trasformarsi in donna matura, bella piacente ancora soda, la sua pelle abbronzata, le sue forme tornite e per questo più invitanti, sprizzava una sessualità incommensurabile. Il cuore del pescatore accelerò all'inverosimile, il suo sangue ribolle, incontrollato il suo attributo crebbe fino a fargli male. Cominciò a sudare e pensò di svenire.
La donna ancheggiando ancor più gli si avvicinò, gli sorrise e con voce invitante disse:
"Così ero fino ad un secolo fa, mio bel pescatore".
Rapidamente invecchiò, ma era ancora bella, piacente. Poi mutò e diventò brutta, repellente. Ogni cosa schifosa ricopriva il suo corpo, rughe ovunque, rogna, piaghe. Solo gli occhi rimanevano belli, color di un cielo limpido, profondi. Il profumo di fiori si tramutò in puzza.
La vecchia accennò egualmente ad un sorriso e disse con voce gentile ma roca:
"Così mi avete ridotto voi, uomini sapienti"
E incomincio ad immergersi. Il pescatore senti violenti contrazioni allo stomaco, gli faceva male
ma non riuscì a staccare lo sguardo da quell'essere immondo. Prima di scomparire del tutto nell'acqua i due sguardi s'incontrarono e fu un istante infinito. Immagini veloci passarono direttamente nell'animo del pescatore che rivisse la storia dell'ultimo secolo della natura.
Poi finalmente svenne.
Lo ritrovò ancora svenuto quel dormiglione di Beppe, suo amico di pesca. Preoccupato gli versò addosso l'acqua della borraccia, lo scosse e lo chiamò per nome più volte. Il pescatore si svegliò, si guadò intorno, sentì ancora un residuo di puzza e si mise a piangere singhiozzando come un bambino. L'amico suo cercò di consolarlo, ma non capiva niente. Pian piano il pescatore tornò in se, poi con gli occhi ancor pieni di lacrime prese le sue cose e disse al suo stupito amico:
"Andiamo a casa Beppe, abbiamo qualcosa d'importante da fare".


...

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