00 16/03/2014 09:42
Raccontino di Cobite


Il raccontino che sto per esporre si ispira a fatti realmente inventati, mentre i nomi sono tutti accaduti.

E’ un giorno di febbraio, fa freddo e c’è una nebbia fitta fitta, di quelle che per mettersi in strada bisogna avere un motivo importante e, naturalmente, un certo grado d’incoscienza.
Non sono mai stato entusiasta di fare le gare di pesca, ma per mantenere dei buoni rapporti con un club delle vicinanze, con il quale erano iniziati anche altri, a mio parere, più importanti incontri, avevo deciso di partecipare a questa competizione.
L’appuntamento è al mattino, con il buio, in un laghetto a pagamento, per una gara di spinning alla trota, organizzata dai Lagna, esponenti di spicco di un club di pesca a spinning.
Per me è anche un’occasione per incontrare alcuni amici di pesca che da qualche tempo non vedevo.
Arrivo sul posto in tempo utile, entro nella baracca che fa anche da bar e vi trovo Lagna padre e Lagna figlio che stanno incassando le quote d’iscrizione. Il posto è piccolo, e in un attimo è pieno. Con Lagna riesco si e no a scambiare i saluti poi quando mi viene consegnato il biglietto d’iscrizione scopro che la gara incomincerà un’ora più tardi. Mentalmente mando un accidenti agli organizzatori ed esco al freddo ad attendere l’ora d’inizio.
Il laghetto di pesca, pur vicinissimo, si vede appena e non riesco neppure a valutare la sua disposizione. Dai rumori che giungono si riesce a capire che è vicinissimo all’autostrada. L’angoscia mi assale ogni volta che sento l’avvicinarsi di un’auto che va ad alta velocità. Mi sembra sempre di essere in pericolo e mi viene istintivo spostarmi, ma non so dove. Poi l’auto passa e il rumore si attenua. Quest’angoscia mi seguirà per tutta la mattinata al passaggio di ogni automezzo che percorre quell'autostrada ad alta velocità nonostante la fitta nebbia.
Incomincia la gara e non conoscendo il lago, decido di seguire il mio amico Max che c'era già stato qualche altra volta. Ci fermiamo quasi subito e si incomincia a pescare. Dopo neanche 10 minuti mi stanco e decido di andare verso l’ingresso ad aspettare Lagna figlio per potergli parlare. Chiedo ai pescatori che stanno vicino all’ingrasso se avessero visto passare Lagna padre o figlio. Mi dicono di no, ed allora decido di aspettarli. Se vogliono avvicinarsi al laghetto, devono per forza passare di lì.
Passano ancora venti minuti ed ecco che finalmente vedo Lagna figlio con in mano una canna da spinning arrivare dalla baracca. E’ seguito a breve distanza da Lagna padre. Stranamente quando mi vede devia verso destra, allungando il passo. Resto un po' sorpreso, non mi sembra un comportamento cortese. Guardandolo allontanarsi vedo perfettamente che dal fianco gli pende una busta di nailon trasparente all’interno del quale si trovano tre trote.
Ma come, se viene ora dalla baracca! Ma dove le ha pescate quelle lì? Dal frigorifero?
Ora è chiaro perché non ha voluto avvicinarsi. Mi passa anche la pochissima voglia di pescare che avevo. Mi sposto e riferisco il fatto a Max, il quale mi guarda come se fossi improvvisamente impazzito. E’ chiaro che non mi crede.
Mi sposto lungo il lago in cerca di un altro amico. So che pesca bene e allora decido di approfittarne per imparare qualcosa. Vedo Pistola figlio, un ragazzino sui dodici anni, ha beccato anche lui una trota e sta a sua volta spostandosi, seguito d’appresso dal signor Pistola padre.
Trovo il mio amico il quale di fortuna non ne ha avuta granché. Ha pescato una sola trota e non sembra che il destino voglia cambiare. Per un bel po' di tempo gli sto appresso, ma non vedo e non pesco niente.
Le trote, quasi tutte fario dall’aspetto allungato, in gran parte sono state prese all’apertura della gara, poi la cosa è diventata difficile per tutti. Passa il tempo e mi stanco. Allora mi sposto alla ricerca di Max. Per pura coincidenza davanti a me si muovono anche Pistola padre e Pistola figlio. Il padre a quanto si vede non ha preso niente, il figlio ha ancora la trota iniziale. Li seguo fino all’ingresso fino a quando, cioè, li vedo guadagnare l’uscita, verso la bracca. Dentro di me ne deduco che si sono stancati e vanno a bersi qualcosa, tanto ormai manca poco alla fine della gara.
Trovo Max che non si è spostato di un millimetro, sta pescando sempre nello stesso posto. Dopo dieci minuti vediamo arrivare il signor Pistola con il figlio. La sorpresa è grande quando vedo il figlio con ben quattro trote nel sacco trasparente, e non ho dubbi che quelle non possono essere uscite dal laghetto. Sono iridee, e di queste ne sono uscite veramente poche; sono belle grassoccia, anzi proprio piene, mentre quelle del laghetto sono slanciate, quasi denutrite; queste sono persino pulite, senza segno di sangue o di quel muco che viene lasciato da un pesce appena pescato messo dentro ad un sacchetto di nailon. Lo dico a Max, che mi fulmina con un’occhiata. Non mi crede neanche questa volta.
Finisce la gara e tutti ci spostiamo sotto una tettoia, vicino alla baracca dove si eseguono le operazioni di pesatura. I sacchetti trasparenti fanno vedere il contenuto. Faccio notare a Max la differenza tra le altre trote e quelle del signorino Pistola. Osservandole tutte da vicino la differenza diventa evidentissima. Allora Max comincia a chiedere in giro se qualcuno ha visto il signorino Pistola catturare le trote. Nessuno ha assistito alle catture, mentre qualcuno ricorda di aver visto padre e figlio rientrare dal parcheggio quando mancava poco alla fine ed il figlio aveva le trote al fianco. Io l’avevo visto uscire, ed aveva una sola trota. Anche in Max il sospetto a questo punto si fa certezza. Con quelle quattro trote Pistola figlio si qualifica tra i primi.
La premiazione prosegue fino ad arrivare a premiare il pierino più giovane. Senza chiedere l’età dei pierini presenti, Lagna premia un ragazzino e lo invita ad estrarre un biglietto per assegnare in premio una canna di marca messa a disposizione da qualche sponsor. A nulla valgono le proteste a favore di un altro pierino più giovane.
Quel che è fatto è fatto!
Intanto il ragazzino estrae il biglietto e tenendolo tra il pollice e l’indice della mano sinistra lo consegna alla signorina Lagna posizionata appena alla sua sinistra. La signorina Lagna è comparsa al raduno giusto in tempo utile per la premiazione. Ella prende il biglietto ed incomincia ad aprirlo, ma durante l’operazione un altro biglietto gli cade a terra. Lo vedono tutti e lei è visibilmente imbarazzata. Allora interviene Lagna padre che, volpone come sempre, dice che il ragazzino ha consegnato due biglietti al posto di uno. Il ragazzino offeso replica a bassa voce " MI? Mi no!"("Io? Io no!").
Qualcuno si fa una risata., ma la canna rimane assegnata ad un amico stretto dei Lagna. A questo punto dico a Max che non ce la faccio più e me ne vado. Nonostante la fitta nebbia in val Padana, quel giorno ho visto sicuramente troppo.
[Modificato da RedazioneDiFiori 16/03/2014 09:42]


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