A ricordare l' orrore delle foibe e l' esodo di migliaia di istriani e dalmati.
10 febbraio
Ulula il vento lì sopra la piana,
fantasmi lugubri strisciano nei pini
lacrime e sangue in una ridda insana
anatemi contro i perfidi assassini.
Cruento piange il ciel su quelle tombe,
tremano gli angeli dinanzi alla tragedia,
il lezzo di Medea su tutto incombe
e sulle pietre nude esso s’ insedia.
Terrore e Panico, aguzzin di Marte
mostrano il loro viso orripilante
per loro la tortura è solo un’ arte,
l’ umiliazion per essi è affascinante
Sul Carso tutto la tragedia incombe
aleggia greve sopra tutti i cuori
su quelle foibe che già furono tombe
dove danzaron biechi i vincitori.
Trst je nasc, cantavano gli slavi
Mentre il rombo dei carri risuonava
E tu verso la morte camminavi
Per finir l’ esistenza entro la cava.
martiri tristi, rei d’ aver perduto,
pria ancor che la vita in modo orrendo,
una guerra ch’ altri avean voluto
complici d’ aver vissuto ancor tacendo.
Il lor ricordo ci pugnala al cuore,
dimenticar non può chi ha sofferto
un dramma recitato con furore,
l’ odio razziale all’ italiano inferto.
Gaspy
[Modificato da Gaspy. 12/02/2014 17:26]