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FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

trasfigurazione

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  • sublime follia
    00 21/10/2013 15:03
    Capelli neri spettinati lunghi fino alle spalle, maglietta e jeans stropicciati, chitarra scassata. Un altro sballato, avrebbe detto qualcuno, uscito fuori da una poesia di Baudelaire e sperduto per una strada di periferia, di quelli che vedi la notte all'angolo a cantare la loro serenata alla luna prima di essere sbattuti in qualche centro di accoglienza. Ma non si trattava di questo, sebbene la vita da bohemien l'attirasse parecchio. Era uno di quei ragazzi che Woodstock l'aveva vista solo su qualche vecchia foto ormai datata e se ne era innamorato quasi fosse il poster di un'attrice degli anni 60. Sapeva bene che ormai quegli anni erano andati, finiti, consumati dietro la vendita di qualche cd a basso prezzo, ma non gli importava perchè se li trascinava dietro, attaccati con un filo invisibile al corpo di quella vecchissima chitarra. E questo non lo faceva sentire importante o fortunato, solamente abbastanza felice per affrontare un nuovo giorno. Stava sempre lì, a strimpellare quelle note stonate che gli facevano vibrare il cuore e pensava che se l'anima avesse avuto una voce, sarebbe stata quella. La vita non si impara dai libri di scuola, diceva spesso, quelli parlano soltanto di vite di qualcun altro con freddezza e distacco. Quella vera si impara sulle strade, dalle parole di una donna alla finestra o dalla canzone triste di un ragazzo innamorato a cui è stato spezzato il cuore. Gli piaceva tanto restare ad ascoltare ore ed ore tutto ciò che lo circondava e poi rubare dal mondo quello che gli serviva per potersi procurare un'emozione. Lo fece così spesso che divenne un'abitudine, al punto che gli sembrava quasi di cibarsi di una parte dello spirito della gente e di renderlo suo, come se stesse cercando di racchiudere in se stesso un pezzo di anima del mondo. La notte poi rendeva ciò che aveva rubato, trasformato in note argentate che volavano libere e sembrava potessero illuminare le tenebre come piccole fiammelle incantate e a poco a poco si trasformavano in urla di gioia di bambini, lacrime di dolore, canti antichi... la luna stava a guardare soddisfatta il suo menestrello solitario arrampicato ogni sera su un tetto diverso e sembrava incantata, quasi innamoreta e brillava di più, come se cercasse di raggiungerlo con la sua luce e avvolgerlo nel suo abbraccio prima di rapirlo e portarlo via. Ma lui non le mostrava attenzione perchè era lontano migliaia di chilometri, trasportato in un lungo oblio da quella musica di cui viveva. L'amava alla follia come una ragazza che non si può dimenticare nè trascurare perchè il suo fascino è troppo irresistibile per i propri sensi. Così ogni sera la sua dea gli faceva compagnia sulle tegole scomode di una casa di periferia per unirsi a lui in un abbraccio inviolabile. Faceva l'amore con quelle note per tutta la notte, con la stessa passione che avrebbe provato solo per la donna più bella e terribile mai incontrata.. eppure le uniche donne che aveva conosciuto indirettamente erano quelle di cui parlava nelle sue canzoni. Questo perchè di giorno non voleva che la sua presenza avesse un senso: voleva restare invisibile agli occhi di tutti ascoltando in silenzio i suoni degli spiriti che lo circondavano senza mai mescolarsi con essi. Ma conosceva la gente meglio di chiunque altro, aveva imparato a memoria le loro debolezze, i loro misteri, le loro emozioni come se fossero suoi... e sebbene non ci fosse mai stata una donna nella sua vita, era come se ne avesse avute migliaia, osservato i profili, rubato il profumo, ascoltato sospiri e risate e per lui erano tutte reali, conosicute e vissute chissà quando e poi ricordate per sempre. Non ne aveva mai sfiorata nessuna, nè baciata nè abbracciata... ma la notte in mezzo a quelle note stonate, sembrava le avesse amate tutte allo stesso modo, in silenzio, di nascosto e ogni corda pizzicata suonava come una carezza leggera. Non lo vide mai nessuno, lo ascoltarono tutti senza ammetterlo mai, senza domandarsi chi fosse nè da dove venisse, talvolta qualcuno giurò di aver visto dalla finestra un ragazzo con i capelli neri e una chitarra sulle spalle allontanarsi da un vicoletto, ma probabilmente si era trattato solo di un sogno... alla gente peròo quella musica lontana piaceva, come se qualcuno vegliasse su di loro, in qualche modo e finchè suonava, finchè le note e le emozioni avessero continuato a volare libere in giro, sapevano che sarebbe andato tutto bene....
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    Cobite
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    00 22/10/2013 08:52


    Nessuno gli avrà mai spiegato che così stava buttando via un'esistenza che non avrebbe lasciato alcuna traccia di sè ne' in sè o non avrà voluto ascoltare. Peccato.

    Una nota: a mio avviso le poesie di Baudelaire non mantengono granché traccia della sua vita da bohèmien, anzi, le sue poesie sono lucide ed elaborate più volte nel tempo. Evidentemente se è vero che nella vita è stato spesso un mantenuto randagio, non è vero che fosse sempre sballato come qualcuno pretende di presentarlo.

    Il racconto, a mio avviso è ben scritto e vorrei darti un solo consiglio: separa i periodi logici o il racconto diventa troppo continuo, senza marcare nessun pensiero.

    Un applauso. [SM=x142874]

    Giancarlo [SM=x142897]
    [Modificato da Cobite 22/10/2013 08:53]


    ...

    - Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-