(quanto è importante l'apparenza)
E’ da qualche giorno che vedo in giro due panettoni in casa mia. Sono buoni, uno al cioccolato e uno classico, con canditi e mandorle. Peccato io sia l’unica –a casa mia- a mangiarli. Ed essendo a rischio di obesità (ma siamo sicuri che qualche chilo di troppo voglia dire essere obesi??), è meglio che io me ne “disfi”. Mi spiace, ma so che anche solo a guardarli ingrasso di due chili. Se invece li mangio, ingrasso di cinque chili. Quindi il male minore sono i due chili (ergo: non mangiarli) e decido di regalarli.
Così ieri ho deciso di portarli in ufficio, visto che siamo in tanti e che in altrettanti siamo golosi. Uno lo regalo di nascosto ad una mia collega che so li mangia con suo marito e con i figli, l’altro lo metto in bella mostra sul tavolino che c’è nel reparto coffee, dove può capitare che ognuno porti qualcosa per tutti quanti.
E così, felice di aver portato qualcosa di buono, inizio a lavorare. Salto la pausa coffee e arriva la pausa pranzo. Entro per scaldare il pranzo nel microonde e… cosa vedo? Il mio panettone praticamente intatto! Mi assale una rabbia incredibile… Va bene che l’ultima volta ho portato la pastiera (che è finita in un battirbaleno), ma mica sempre posso fare dolci casalinghi! E che diamine, eppure quando è Natale il panettone lo mangiano tutti quanti! Così inizio a brontolare con le mie colleghe, dicendo che lavoro in un posto di “puzzoni” (che hanno la puzza sotto il naso) che sono attaccati in modo vergognoso alle convenzioni. E è del tutto inutile che una collega cerchi di giustificarsi (“Gio, io non l’ho mangiato perché non mi andava, ma vedrai che anche gli altri non l’hanno mangiato per lo stesso motivo!”). Ormai conosco i miei polli, purtroppo! Ma tant’è, ascolto quello che mi ha detto e metto alla prova tutti quanti. Il panettone resta lì, pronto per essere mangiato. Come se non bastasse, minaccio di portare la colomba pasquale il prossimo Natale, giusto per vedere chi ha ragione.
Fine pausa pranzo, rientra un’altra collega e mi dice: “guarda che Ge mi ha detto che solo tu potevi portare il panettone a pasqua… e che poteva “passare” la colomba, ma non il panettone”. Ride, mi conosce bene e non c’è bisogno di aggiungere altro. Arrabbiatissima per questa manifestata ribellione al dolce più amato (chi dice che il panettone si può mangiare solo a Natale e la colomba solo a Pasqua?), va a finire che rispondo malamente ad una collega, per poi scusarmi.
Ancor più arrabbiata, torno nel locale coffee break, ritiro il panettone –praticamente intatto- e lo metto nella borsa, brontolando fra me e me riguardo i “puzzoni”. Così la sera torno a casa e mi mangio tre fette di panettone, gustandolo e fregandomene se metterò su due chili… e mi consolo pensando che i “puzzoni” sono rimasti fedeli alle loro –stupide- convenzioni che li hanno visti costretti a dire no, mentre avrebbero voluto mangiarlo.
E che diamine, se sono veri gli auguri che ci facciamo a Natale, se ci auguriamo che il Natale avvenga ogni giorno dentro di noi e intorno a noi, allora perché dire di no al panettone pasquale? Allora non è vero ciò che si dice… Allora è tutto falso, è tutto convenzione, anche quello che si augura in occasione delle feste natalizie dove tutti devono essere più buoni!
24/04/2013 g.c.