00 05/06/2012 21:54
Credo sia opportuno dare delle spiegazioni.
Ho scritto questo testo in seguito alla morte di un parente durante la veglia del quale non ho avuto il coraggio di entrare nella camera mortuaria, se non per pochi istanti. Il componimento è una riflessione su come, pur cercando di esorcizzare la mia impressionabilità con litri di horror e splatter (il testo è pieno di riferimenti a tale immaginario: Lovecraft e Poe non credo necessitino di presentazioni, Der Todesking è un film splatter "d'essai" di un regista indipendente tedesco, Misfits e Death SS sono due band musicali note per la loro estetica horror.) io rimanga irrimediabilmente suscettibile alle tematiche dei generi in questione. In sostanza, l'horror rappresenta una sfida contro quella parte di me così irrazionale ed infantile da essere facilmente spaventabile tanto dalla realtà quanto dalla finzione; una sfida che ho capito di non poter vincere. Questo dualismo paradossale "interesse per l'horror--indole estremamente sensibile ed impressionabile" è stato messo a nudo davanti ai miei occhi proprio durante quella veglia.

Ti ringrazio per aver commentato.