00 31/05/2012 13:38
Vi sentite inquieti?

“ Vi sentite inquieti? Desiderosi di conoscenze, un po' sognatori, insoddisfatti del vuoto presente, bisognosi di un pizzico d'irrazionalità, sempre disponibile a partire – come viaggiatori culturali – per destinazioni insolite?”

(3gg. a Finale Ligure, 5a festa dell'inquietudine)

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Mi piace l'introduzione a questo evento:
se riflettessimo un po' sulle nostre inquietudini? Non misconoscendo le varie accezioni del termine ,oltre alle nostre personali valenze e risonanze."Inquietudine" un termine ricco di senso e sfumature per svariati stati d'animo: dall'uomo inquieto perché culturalmente curioso e sempre proteso al conoscere, fino all'inquietudine “malata” delle varie forme dei disturbi dell'umore.

Oggi in particolare si nota un'anestesia e aridità della vita interiore, devitalizzazione dovuta anche agli stili di scrittura virtuali, corti e poco riflessivi, dove sono più diffuse forme di narcisismo, a sfavore di condivisioni creative e scambi dialogici fuori omologazioni. Disabituati all'ascolto di noi stessi e degli altri, entrambi importanti per entrare nei paesaggi dell'anima, per dar nome a vissuti psichici. Alla ricerca di personali emozioni, desideri, fantasie,ricordi, per essere più compiutamente se stessi, superando l'analfabetismo emotivo e anche per ascoltare gli altri, nei loro bisogni, desideri, aspirazioni, con maggior efficacia.
A mio parere rimane pur sempre un divario tra l'interiorità femminile, ancora fondata sull'amore, non solo quello da canzoni e da politici, sulla parola, frase, memoria, auto racconto, lettere, per una tradizione delle storie d'amore e delle relazioni non troppo cambiate rispetto a un tempo.