00 25/05/2012 21:17
(voglia di apparire)

Ogni tanto capita che qualcosa mi colpisca particolarmente.
Era da un po’ che non mi capitava, forse perché sono sempre più presa e parecchio stanca.
Eppure stasera qualcosa è scattato involontariamente, sentendo il TG. Già, a volte maledetto TG che difficilmente diffonde notizie piacevoli o gradite. La maggior parte delle volte danno notizie poco gradite e, per addolcire la pillola o per fare scoop ed odience, inseriscono servizi su animali (non me ne vogliano gli animalisti) o cronache mondane (ma chi se ne frega?).
Da qualche giorno seguo con attenzione, mentre cucino, le notizie sulla tragedia di Brindisi e sul terremoto dell’Emilia Romagna. Sarà che a Brindisi non ho nessuno, ma ho due figli e se dovessi mai pensare che possa succedere loro ciò che è successo a quelle ragazze che si recavano a scuola….. E se dovessi mai pensare che il terremoto può nuocere indelebilmente le persone che hanno vissuto tale angoscia che resterà sempre dentro di loro, non dimenticando che lì ho due persone a me care... Insomma, la politica mi fa solo arrabbiare e mi bevo uno zacapa alla faccia loro.
Mi piace anche l’amaro, ma renderebbe ancor più amara la digestione di determinate questioni spinose che i politici sanno affrontar con l’(in)consapevolezza di chi non sarà mai toccato da alcune vicissitudini. E medito.
Cambia il servizio, stasera ci sarà la fiaccolata in memoria della ragazza morta a Brindisi per colpa di un folle.
I giornalisti, nel loro diritto/dovere di cronaca, mi fanno fermare dalle incombenze culinarie e…. PERCHE’? mi chiedo “PERCHE’” ci sono persone che, nel momento in cui si rendono conto che c’è una telecamera lì vicina, passano avanti e indietro pur di apparire in tv…. Mania di protagonismo che viene anteposta alla solidarietà? O solidarietà data per fare numero? No, la cosa non mi sta bene. Non mi sta bene eppure la subisco, perché -mio malgrado- l’attenzione dello spettatore viene distratta da questi movimenti non desiderati.
E così mollo tutto sul gas (spero non bruci il cibo) e mi metto al pc, perché nasce impellente la necessità di scrivere.
E torna alla mente un ricordo particolare.
Brembate di Sopra, Gennaio 2011.
Circa due mesi prima era scomparsa tragicamente Yara Gambirasio, tredicenne alla quale era stata strappata la vita. Come chiunque abbia un cuore che batte nel petto, non resto indifferente di fronte a queste notizie e consapevole della tragedia che ha cambiato la vita di quella famiglia.
Sto sistemando il bilocale che dovrò affittare e, non potendomi permettere di acquistare mobili nuovi, mi cimento nell’avventura di improvvisata commerciante in un noto sito, per cercare ciò che mi serve. Caso vuole che io trovi camera e sala a Mapello. Certo, ci penso anche io… chissà perché fra tante offerte che avrei potuto trovare, ho beccato proprio questa. E chissà perché mi va bene proprio questa. Curiosità? Solidarietà? Desiderio inconsapevole di sentire in quei posti il dolore che si respira?
Non lo so.
Ma di sicuro so una cosa: il rispetto, sempre e in ogni caso.
Certo, ogni tanto do i numeri e non sempre sono quelli vincenti. Ma nessuno mi potrà mai accusare di voler curiosare nelle disgrazie, e per fortuna non mi potrò mai accusare in tal senso.
Cosa ricordo di tutto ciò?
La delusione e lo sconforto.
A chiunque io allora abbia detto che andavo a Mapello per prendere i mobili, mi sono sentita chiedere se andavo a vedere i posti dove era sparita Yara.
A chiunque mi abbia fatto quella domanda, ho risposto che il mio rispetto era talmente tanto, che mai mi sarei azzardata ad andarci per fare domande o per curiosare, per farmi notare. E così è stato.
Nessuna domanda, ma solo silenzio per il tanto rispetto che porto a chi non c’è più e a chi non ha più una figlia… Pregando per quella famiglia, pregando perché non succeda nulla di tutto ciò alle persone che amo.
Ieri, a Yara e alla sua famiglia.
Oggi, a Melissa e ai suoi famigliari.
So cosa vuol dire restare senza una persona cara… Ma spero di non provare mai la sofferenza che prova un genitore di fronte alla morte del proprio figlio.
La cena ormai è saltata, per fortuna i mie ragazzi stasera sono dal loro papà e non hanno dovuto aspettare le ore ventuno per cenare.
Cosa sto facendo? Sto brindando, sola davanti al pc.
E sorrido, perché per me dare importanza a quelle ragazze, è fare un sorriso e brindare. Perché loro erano giovani, avevano DIRITTO DI VITA. E noi che abbiamo questa fortuna, dobbiamo brindare anche a nome di chi non c’è più, ricordando e non dimenticando.
Anche questa è una forma di rispetto.

25/05/2012 g.c.





[Modificato da giovalanga 25/05/2012 21:28]