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Tanti Auguri

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    efix.69
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    Registrato il: 01/03/2012
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    00 10/03/2012 10:59
    20-11-2010 : Tanti auguri !

    - Oggi' della mia muglier l'è il compleanno
    e mi prestai di chitto a farle auguri,
    ma subito m'accorsi il far tiranno
    e di rincalzo non accettai gli abusi.

    Oggi, non è un bel dì e non m'inganno,
    sentendo quei segnali di cui allusi;
    mi dissi: lascia star premonizioni
    e prova a tastar dolce, le sue vene.

    Le scrissi e dedicai:”Gioie terrene”,
    nel vortice, ne lessi anche altre cinque,
    si ché, la sorre, rise e si ,che dunque,
    gradì, ella approvò e rise ancor.

    Ma ribatte', acremente la mi sposa:
    “or vedi, chi lavora e chi riposa,
    e mentre, io, mi spacco e pulo casa,
    lui scrive , versi scemi e sconci a iosa .”

    E' allor mi confermò lo fare odiosa!
    ma tutto finì li per il momento,
    con sorre, ella usci, e con l'intento,
    di riportar dal nido il lor figliol.


    Tornò, appresto e con in braccio il bimbo
    e prese per il pranzo cose buone,
    si che l'umor cambio e si fece limbo
    o forse per non nuocere il pupone.

    Ma io, che nell'istinto ho un gran fregnone,
    a tavola , pranzai e mangiai la foglia,
    si, lei, di attaccar briga, aveva voglia
    già ché, covava in seno un gran serpon.

    Quel dolce bimbo con le antenne attente,
    captò , forse più lui, tale tensione.
    E infatti , povera anima innocente,
    pianse, senza trovar consolazione.

    Finché s'addormentò e tutto tacque.
    E io, credendo, si calmate l' acque,
    andai quatto quatto sul divano.
    Che ancor di quella pace mi par strano.

    Ma fu fugace tanta e breve tregua,
    vedendo l'agitar del passeggino,
    fu rotta dall'isterico bambino,
    che sveglio, si dimenò e pianse ancor.



    Per poco far lietar la sua animuccia ,
    allora ebbi un idea, una buon visione,
    porgei nelle sue mani una cannuccia
    e in un bicchier di vetro: acqua e sapone.

    Ma per destin crudel o sorte avversa,
    il liquido gli cadde sul maglion,
    e io che non volevo averla persa:
    pensai: mi sa, l' asciugo con il phon.

    Ed ecco ,nova pace che non dura!
    E sì, che mi tradì, il mio bel figliolo:
    sentendosi bagnato nel pancino,
    andò dalla su mamma a dir del dolo.

    O no! Disgrazia che scatenò l' ira,
    che sta, a quella d' Achille a paragone.
    Voci, pianti, offese, urli e grida
    e tutto per un umido maglione.

    Si sa, fu solo un piccolo pretesto,
    a dimenar l'isterica tutta quanta,
    e non perché : l' è già arrivata a gli anta
    e non perché : son giunte le sue cose.



    Anch'io, che di fortun ne ho ben poca
    e di pazienza n'è ebbi pieno il tino,
    non ressi più quello stridor dell'oca
    e men ,che lei, mi domi col frustino.

    Risposi a grande offese con vigore,
    che dello sprecar fiato, ancor mi pento,
    cercando di spiegare, che al mio fiore:
    d'innaffiar la terra non avea l'intento,

    Fu, tanta la tempesta e ancor mi bagna
    che il foco, del vulcano mi spense, quieto,
    non so ,se per timore o per vergogna,
    o che il buon vicinato udisse peto.

    Sta si, che per dormir il poverino ,
    o forse per l'arrivo della sorre,
    anch'ella si quietò un pochettino.
    E poi si coccolò di Leo il cugino.

    Ma mentre l'era intenta ad accudire
    si lamentò, ancor, del mio operato:
    “ Ho un marito co***n”, le sentii dire,
    di questo, certo, non le fui grato.




    Non seppi trattener più le parole,
    e anch'ella, non fu tanto più cortese,
    eppur non ci calmò neppur la prole
    ne per i pianti lor, il tono scese.

    Allora presi in braccio il mio figliol
    da lei mi allontanai e dai suoi abusi,
    cambiai di stanza e la porta chiusi,
    ma lei cercò di aprirla con vigor

    Ma io che ,sol , volea calmar il bimbo,
    cercai di far uscir la disgraziata,
    che dal furor si fu trasfigurata,
    di contro, si, gli diedi un bel spinton.

    O Povero fanciullo e che terror ?
    Che ancor nulla sapea di questa vita,
    vedendo quella scena troglodita,
    non più riconoscendo i genitor?

    Anch'ella ,poi,mi diede una zampata,
    parea ,una brutta, bestia, inselvagita,
    talmente fu veloce ed avventata,
    che occhiali getto a terra con le dita.


    Fortuna che intervenne: la Tiziana,
    che nella su sorella a un grande presa
    riusci ad attenuar la corda tesa,
    con un po, di buon senso e di ragion.

    Che pena! Ma che brutta figuraccia.
    Facemmo noi agl'occhi del tesor
    che ci gettava al collo le sue braccia.
    Che fece: per meritare tale orror?

    Ieri, della mia muglier l'era il compleanno
    che festa, che baccan e che gran botti;
    fu tal, la gioia che si fece danno,
    tanti, nel festeggiar i piatti rotti.

    Speriam, che l'ann che vien, sia più sereno!
    Già io e il mio bel figliol, facciam scongiuri,
    che se continua ancor tal veleno:
    ciao, grazie, arrivederci e tanti auguri!

    [SM=x142925]


    Efix

























    [Modificato da Cobite 10/03/2012 18:52]
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    Cobite
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    Registrato il: 26/01/2003
    Sesso: Maschile
    00 10/03/2012 19:00


    Trovo il poema molto ironico e molto verosimile di certe giornatacce. [SM=g27816]
    Piaciutissimo [SM=x142874]
    [SM=x142897]
    Giancarlo


    ...

    - Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
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    efix.69
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    Registrato il: 01/03/2012
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    00 10/03/2012 20:39
    Grazie Giancarlo,
    più che verosimile è pura verità .

    Anche se mia moglie non è daccordo. [SM=g1766470]

    Sta di fatto che è in attesa del nostro secondo bimbo. [SM=x142898]

    Efisio
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    (Bog)
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    Registrato il: 15/05/2010
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    00 10/03/2012 23:31
    Sarà anche pura verità ma è proprio il bello di un rapporto che hai descritto con garbo ed ironia.
    Poesia godibilissima.

    Francesco
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    efix.69
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    Registrato il: 01/03/2012
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    00 11/03/2012 03:51
    Grazie, Francesco,
    Pensavo che per la lunghezza del poemetto[SM=x142845],
    nessuno si prendesse la briga di leggerlo [SM=x142903] ,
    invece... [SM=x142896]