sorprendente bellezza

finfilla
00lunedì 19 febbraio 2007 14:09


In fin dei conti, cercare di esplorare quel senso di mancata appartenenza, almeno questa notte, sarebbe come varcare la soglia di un affollato teatro, salire sul palco e recitare la genesi di una malinconia necessaria, l’origine di un tempo inafferrabile e senza destinazione. Ma la memoria non si possiede con l’inganno e recitare la verità, stanotte, sarebbe l’inaccettabile tradimento di un presente incolpevole e leggero come un bacio sulle labbra.
Così scendo per strada, unico palcoscenico possibile, abbandonando sul cuscino libri, pensieri, presunzioni ed attese inutili.
Nella penombra, complice la luce di una luna prodigiosa,l’oscurità assume contorni di sorprendente bellezza e le pietre, che non sono mai mute comparse, nascondono dentro le case e a dio i sogni e i peccati degli uomini.
Un insolito ritmo d’inebriante esultanza muove i miei passi come in una danza resa aggraziata dal movimento del mio cappotto e dalla morbidezza della luce dei lampioni. Adoro la notte e i suoi capricci. Anche quando una nebbia incerta e inconsistente gioca a celare e svelare il profilo dell’insegna di un caffè tradito dagli odori imprigionati nel vicolo. Anche se le parole che non dico sono quelle che avrei voluto tacere altrove, lasciando ai sensi il compito di rivelare l’incanto di un sentire che non si può spiegare. Perché bisogna perdersi nei riflessi degli occhi di chi la poesia la recita con uno sguardo per poter immortalare nell’anima il trionfo sconfinato della bellezza di chi la vita l'ha vissuta, amata e subìta fino a sedersi a testa china in un angolo della sua stessa esistenza.
E se hai cuore te ne accorgi.
Se hai amore lo capisci.
La mia ombra intanto mi precede distanziando il rumore dei miei passi e un sorriso mi si affaccia dentro nell’attimo in cui improvviso un inchino e affido una carezza a un filo di vento
Che sfumeranno anche le ombre,
come sfuma il ricordo,
come si dirada la nebbia.
ELIPIOVEX
00lunedì 19 febbraio 2007 21:25
Adoro la notte e i suoi capricci.

Non so perché ma mi hai fatto venire in mente le notti d'estate di quand'ero piccola, quando rincorrevo la mia ombra nel parcheggio sotto casa. Quando tutto aveva dei contorni diversi, quasi magici...
fiordineve
00martedì 20 febbraio 2007 02:07
Perché bisogna perdersi nei riflessi degli occhi di chi la poesia la recita con uno sguardo per poter immortalare nell’anima il trionfo sconfinato della bellezza di chi la vita l'ha vissuta, amata e subìta fino a sedersi a testa china in un angolo della sua stessa esistenza.


Di rara intensità, complimenti





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