sette giorni

ciaoLili
00mercoledì 5 dicembre 2007 13:03
sette giorni


Lo rivide, inaspettatamente, nella corsia dell’ospedale in cui prestava servizio da molti anni ormai…
Lui passeggiava nervosamente e ad un tratto lo vide avviarsi all’esterno, per accendersi una sigaretta…si guardò bene dall’avvicinarsi. Eppure capì in quell’istante, che non lo aveva mai dimenticato.
-Dario!-fu il grido represso a fatica che le scivolò in gola fino a scenderle nel cuore che sentì dilaniato in mille pezzi tanto che, in un moto istintivo, portò le mani al petto per alleviarne il dolore fisico.Con un balzo silenzioso,indietreggiò verso la soglia dell’infermeria da cui qualche attimo prima stava uscendo.
-Cosa c’è Francesca?- le chiese turbata la collega più anziana che prestava servizio in quello stesso ospedale da molti anni.
Francesca,era infatti chiaramente impallidita, il suo volto era bianco quasi quanto la sua divisa di infermiera che le fasciava la silhouette alta e slanciata.Gli occhi di un nero intenso,erano annebbiati da un leggero velo di lacrime, le belle mani snelle ed eleganti tradivano un malcelato tremito diffuso.
Il dottor Festa,le si avvicinò preoccupato:
-Si sieda-la esortò-e mi dica cosa le sta succedendo,si sente bene?
-Niente, dottor Festa,solo un improvviso giramento di testa…ma sta già passando…mi dia solo il permesso di trattenermi qualche minuto qui…
-Se vuole può anche andare a casa…ma prima assicuriamoci che si sia ripresa…-
e intanto le tastò il polso.
-Certo-aggiunse la collega anziana Nuccia, riposati qualche minuto e poi torna a casa…hai già fatto il turno di notte…ti telefono più tardi cara…-
A casa,Francesca non andò a riposare,stette invece a lungo distesa sul divano a pensare e ricordare.In quei pochi attimi in cui l’aveva rivisto,aveva rivissuto la bellezza e la magìa di quell’incontro a Capri.In quei pochi attimi alcuni flash-back si erano rapidamente ripresentati insieme allo spasmodico desiderio di rivederlo e riabbracciarlo, dandole la netta certezza di non aver mai smesso di amarlo.
Chiuse gli occhi e si rivide in fuga dalla sua casa…in fuga dall’umiliazione…
dall’indifferenza…dalla noia…
Chiuse gli occhi e volle ripensare e volle rivivere l’inaspettato quanto indimenticabile soggiorno nell’isola dell’amore.
Si volle regalare tre giorni di solitaria vacanza.
Non furono tre giorni.
Anche lui era solo, ad un tavolino del bar della “piazzetta”
-Cara-le sussurrò Dario mentre l’accarezzava il volto e poi le braccia, scivolando lentamente verso i fianchi, in quella prima notte d’amore-non andare via…resta ancora…sai…m’accorgo che…il tuo viso, le tue labbra,la tua pelle…mi danno un’emozione mai conosciuta prima…
Francesca avrebbe voluto dirgli, che a lei stava accadendo la stessa cosa,ma tacque e dopo un breve silenzio mormorò:
-Domani, portami a ballare…mi piacerebbe ballare con te…
Ed ora ecco,ad occhi chiusi, si rivedeva ballare con lui, e quella canzone…dio mio quella canzone!Ne ricordava le parole: “Io non ti conosco…io non so chi sei…so che hai cancellato…con un gesto i sogni miei…sono nata ieri…nei pensieri tuoi…eppure adesso siamo insieme…non ti chiedo sai…quanto resterai…dura un giorno la mia vita…”
Vi rimase sette giorni.
Non le era mai capitato d’amare tanto, di ridere, di giocare.Al mare aveva momenti improvvisi di silenzio:guardava il suo amore, andare verso la riva ed anche con lo sguardo non si stancava di abbracciarlo.Le piacevano i suoi occhi profondi, il sorriso che rivelava denti sorprendentemente bianchi,le sue braccia e le larghe spalle capaci di racchiuderla dentro e farla sentire al sicuro.
Di notte, in quell’alberghetto ridente tra bungavillee e gelsomini odorosi,dove s’era sentita desiderata,bella,importante,perché così Dario la faceva sentire,dormivano quieti, lei in abbandono completo dentro il suo abbraccio tenero e protettivo,mentre dal balcone, la leggera brezza marina faceva fluttuare mollemente,le tende di merletto bianco.Non gli disse mai, ch’era sposata, né lui glielo chiese.
L’ultima notte, la trovò insonne,non gli aveva annunciato la decisione di andar via.Aspettò l’alba per scivolar via dal letto furtivamente, in silenzio si vestì, raccolse le sue poche cose e raggiunse il suo albergo, fece bagaglio e si diresse al porticciolo a prendere il primo aliscafo che in meno d’un’ora la sbarcò a Napoli.Fu così che uscì dalla sua vita,senza un saluto,senza un addio.Lei non amava gli addii.
Il grigio della sua vita, l’attendeva sbeffeggiandola sempre più, a mano a mano che la distanza dalla sua casa,diminuiva.
Ma lei sapeva ora, d’aver nel cuore un ricordo prezioso quanto un tesoro:quell’incontro aveva dato senso alla sua anonima vita di sempre.Si sentiva triste sì,nel ritornare a casa, ma un insolito sorriso disegnava le sue labbra.Si sentì fortunata…: “dura un giorno la mia vita…”
Continuò a sorridere perché la sua vita era durata sette giorni…

Lili [SM=x142909]

ELIPIOVEX
00mercoledì 5 dicembre 2007 14:09
Ma c'è un continuo a questa storia?
Perché si trova lì... si incontreranno ancora oppure resterà tutto nei sogni di Francesca?
ciaoLili
00mercoledì 5 dicembre 2007 18:44
Re:
ELIPIOVEX, 05/12/2007 14.09:

Ma c'è un continuo a questa storia?
Perché si trova lì... si incontreranno ancora oppure resterà tutto nei sogni di Francesca?



ELIPIO che cara sei,fatti prima ringraziare per la tua attenzione e poi...che dirti? La storia finisce lì forse sì...o forse no... ufficialmente (ahahahah!) non si hanno notizie precise... [SM=x142892]

ELIPIOVEX
00mercoledì 5 dicembre 2007 22:02
Un pizzico di curiosità me l'hai messa... [SM=x142834]
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