scrivere, creare, pensare

florentia89
00mercoledì 12 marzo 2008 20:43
MSG per Michela-Elipiovex e altri sul mio uso di tempi ... verbali
[Ciao Michela e chi mi legge
Ciò che dici, sull'uso a volte promiscuo dei tempi verbali, è vero ma ha una giustificazione (l'ho detto in apertura del mio volume "Fiaccole di Gioventù, il primo di un trittico), cioè per mia tendenza, aggiungo età, io sia portato ad usare molto più il presente, ad esempio, anziché l'imperfetto, il passato remoto, aggiungo il futuro e il condizionale.
Ritorno sull'età, non per pietismo, ma i miei ottanta mi consentono di vedere una lunga vita come si trattasse di un perenne presente, tutte cose cioè che per me sono avvenute non ieri o un altro ieri remoto, bensì oggi stesso, e ciò in omaggio ad una memoria che madre natura e un discreto esercizio hanno mantenuto direi eccellente.
Da ciò ne viene che parlando della struttura nuda di un evento io possa usiare i tempi passati, restando poi che nelle descrizioni, colloqui, esternazioni, considerazioni, passi più o meno disinvoltamente al presente o un passato prossimo.
Non so se ciò possa considerarsi opinabile, ma è la linea che ho seguito da tempo.
Pensa che una volta, a quattordici anni, nel 1941, vinsi un modesto riconoscimento con una composizione poetica dedicata alla Via Appia, la Regina Viarum, adottando per allora un orrore di impostazione e esposizione, cioè nessuna rima forzata, solo assonanze, nessuna lettera maiuscola, nessunissima punteggiatura, libertà assoluta di tempi verbali. Mi aspettavo una bocciatura e invece la Gioventù Italiana del Littorio (leggi scuola fascista) mi diede addirittura un "premietto" di cui andai orgoglioso.
Resta però che io sia anche un po' modesto e di una moderata umiltà, pertanto il tuo suggerimento mi spinge a provare qualche variante, pur restando dell'idea che sarebbe per me una profonda tristezza parlare tutto al presente per gli eventi di oggi, tutto all'imperfetto per quelli di ieri, tutto al passato remoto per quelli più "antichi", a valere sia per descrizioni , particolari, verbali e espositive.
Comunque ci metterò della buona volontà e vedremo, ok?
Di nuovo e grazie dell'attenzione.
Francesco Mancini
ELIPIOVEX
00mercoledì 12 marzo 2008 22:35
Ognuno fa come crede, carissimo!
Usare tempi differenti per dare dare il senso del distacco degli avvenimenti è giustissimo sarebbe molto meglio che questo distacco non ci sia nella stessa frase
Poi, sai c'era la nonna di mio marito che mi diceva sempre "Sarò arrivata ad ottant'anni per qualcosa? Potrò almeno adesso fare quello che voglio?"
e sai una cosa? Penso proprio che abbia avuto sacrosanta ragione! [SM=x142892]
Cobite
00giovedì 13 marzo 2008 23:08
Re:
ELIPIOVEX, 12/03/2008 22.35:

Ognuno fa come crede, carissimo!
Usare tempi differenti per dare dare il senso del distacco degli avvenimenti è giustissimo sarebbe molto meglio che questo distacco non ci sia nella stessa frase
Poi, sai c'era la nonna di mio marito che mi diceva sempre "Sarò arrivata ad ottant'anni per qualcosa? Potrò almeno adesso fare quello che voglio?"
e sai una cosa? Penso proprio che abbia avuto sacrosanta ragione! [SM=x142892]



[SM=x142821] Michela, ti sei fatta condizionare?
E be', ostrega, mi consolo, anzi ci consoliamo [SM=x142843]

Ciao [SM=x142897]

[SM=x142892] Giancarlo
Cobite
00giovedì 13 marzo 2008 23:19



nessunissima punteggiatura, libertà assoluta di tempi verbali. Mi aspettavo una bocciatura e invece la Gioventù Italiana del Littorio (leggi scuola fascista) mi diede addirittura un "premietto" di cui andai orgoglioso.



[SM=x142849] Brutta scuola quella!
Ci sono ancora i danni nei giovani e non più giovani d'oggi [SM=x142895]

Ciao [SM=x142897]

[SM=x142848] Giancarlo







florentia89
00venerdì 14 marzo 2008 08:57
La scuola dei tempi del Duce ......
florentia89
00venerdì 14 marzo 2008 09:10
La scuola dei miei tempi
Visto che il termine Duce appena inserito ha generato la chiusura del post, ripiego sui "miei tempi".
Carissimi che mi avete risposto. Voi non avete la più pallida idea di quale livello di serierà didattica e formativa siano state le scuole dei nostri tempi. E possoi dirlo a ragion veduta sia per averle svolte di persona, sia per averle poi riseguite da zero e per intero, per quanto riguarda le "nuove scuole" con tre figli e qualche nipote in più, seguendo, spesso con orrore e preoccupazione, ciò che veniva loro elargito.
Comunque, e in un certo senso l'avete voluta voi, in seguito posterò tre "pezzi" indicativi, cioè "le mie elementari,", "le mie superiori", l'Università dei miei tempi" (non ho detto del Duce), che fanno parte di un mio libro: "Fiaccole di Gioventù, il primo di un trittico".
Ho detto in seguito, cioè una settimana o poco più, solo perché sono in partenza per Milano per dei controlli medici, altrimenti li avrei inseriti in giornata.
CERTAMENTE voi non sarete d'accordo si ciò che leggerete, come CERTAMENTE sara' difficile, magari non impossibile, rimuovere la mia pena per la scuola di oggi, a valere nella sua generalità, non escludendo ovviamente numerose ed encomiabili eccezioni.
Vi saluto con affetto
Francesco Mancini
Cobite
00venerdì 14 marzo 2008 12:17

"Visto che il termine Duce appena inserito ha generato la chiusura del post, ripiego sui "miei tempi".
"



Non mi risulta affatto quanto affermato qui sopra.

Forse hai premuto più volte il ritorno a capo mentre stavi inserendo il titolo o appena inserito e hai fatto inviato in questo modo il post.
Come vedi infatti la parola Duce sta li bella in mostra.

Il questo forum non ci sono al momento parole censurate automaticamente. La censura, quando c'è, è manuale.

Ciao [SM=x142897]

[SM=x142848] Giancarlo

Cobite
00venerdì 14 marzo 2008 14:08


In quanto al mio riferimento alla brutta scuola, mi riferivo principalmente a quella scuola che vorrebbe i poeti regrediti di millenni, a quando cioè si era costretti a giri di parole chiarificatrici per evitare incomprensioni in quanto non esisteva la punteggiatura
Per quanto riguarda gli "ismi" di un tempo ricordo i vocabolari di mio padre (ancora ho un Melzi) con dentro i richiami pubblicitari all'"ismo" di allora inseriti in nella spiegazione di un sacco di parole.
Mentre sotto alcuni aspetti la scuola di allora era senza dubbio più esigente e più qualificante di certe non-scuole del passato recente, secondo me non lo era per niente dal punto di vista dell'onestà intellettuale.

Ciao [SM=x142897]

[SM=x142872] Giancarlo
fiordineve
00venerdì 14 marzo 2008 17:39


Francesco scusami se mi sono permessa di togliere il grassetto.

Ho problemi con la vista e non riuscivo a leggere la tua gustosa dissertazione sull'uso dei verbi.

Essendo del nord più profondo, mi dà molto fastidio il passato remoto, non mi appartiene e, quindi, uso il passato prossimo.
Questo per lo scrivere informale, scrivessi una lettera ufficiale, userei la coniugazione più appropriata.


Per le scuole del Fascio, pure i miei genitori sostengono la saverità di allora; dal canto mio ti assicuro che ai miei tempi le tabelline e le poesie imparate a memoria le ricordo ancora,


Un abbraccio [SM=x142944]
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