riflessioni

macbeth88
00martedì 19 febbraio 2008 18:32
l'alba di un giorno come tanti...la luce fioca del sole si fa sempre più intensa ogni istante che passa...non si scorge in lontananza il verde degli alberi, o una rigogliosa vegetazione.. solo inquietanti distese di terra popolate dal nulla.quel nulla che avvolge le sudice abitazioni dove la gente è costretta a vivere, nella miseria e forse, anche nella più tacita rassegnazione. l'unica voce a parlare è quella del fuoco, neanche le urla di anime innocenti si sentono più. in fondo alla distesa la piccola sagoma di un bambino resta in piedi immobile a fissare l'orizzonte. l'espressione del viso quasi assente, sporca di polvere, una sottile lacrima tagliente gli solca la guancia fino alla bocca. è tagliente proprio come i suoi pensieri...tra le sue mani ferite stringe il fucile, al posto di un semplice giocattolo."con questo imparerai a diventare un uomo", gli dicevano. con gli occhi socchiusi osserva il cielo. sembra voler pregare.si aggrappa anche alle più futili speranze pur di rivedere un giorno la sua famiglia, di poter essere di nuovo avvolto dal calore di un abbraccio da parte di sua mamma, o dei suoi fratelli.. e intanto, in silenzio, forse senza nemmeno crederci, continua a pregare. E poi pregare cosa? Dio...? oramai,come altri bambini innocenti ridotti nelle sue condizioni, non ci crede quasi più...non gli resta nemmeno la forza di piangere, tanto il dolore è forte da impedirgli anche quello. i suoi occhi chiedono solo un pò di amore e soprattutto pace. due cose che non ha mai nemmeno conosciuto.
Anche pregare non serve quasi più a nulla. un dio che tanto se esiste è sordo ad ogni sofferenza. non riesce a vedere le espressioni affrante e le lacrime di queste povere creature, venute al mondo non per vivere, ma per cercare al massimo di sopravvivere. rimane inflessibile davanti al sangue che inutilmente viene sparso giorno dopo giorno, in ogni angolo buio di questa terra. perchè? perchè il mondo da lui creato è corrotto alla radice? perchè la bestia umana è sensibile solo all'amaro profumo del denaro, e si cura di schiacciare tutto ciò che ne è al di fuori? non può essere questo il mondo, se un' essere onnipotente lo ha creato.in realtà queste domande è inutile porsele, è sufficiente guardarsi intorno per ottenere una risposta. "dio" è veramente una mera speranza delle persone deboli senza via d’uscita. una bella favola che induce a credere che, non si sa dove, possa esistere l'eterna beatitudine oltre questo globo. Ma come può l’uomo pretendere la sua fantomatica beatitudine se la sola cosa che egli prova verso i suoi simili è odio? E di questo odio che fermenta tra i popoli, sono sempre i più deboli ed indifesi a pagarne le devastanti conseguenze… proprio come quel bimbo al quale è stata privata l’infanzia e tutti gli spensierati momenti che la caratterizzano. A cui l’anima è stata strappata via dal petto, i suoi sogni trasformati in incubi. Il fucile che ha in mano vorrebbe puntarlo contro chi lo ha obbligato ad usarlo, contro quelle “belve” che, come ad altri milioni di bambini, lo hanno scaraventato nel più profondo abisso del terrore, a combattere guerre inutili, prive di un briciolo di razionalità, ma che ruotano solamente attorno ad una schifosa parola: potere. Non è giusto tutto ciò…… però questo è l’uomo, una “belva” priva di sentimenti, fabbricatrice del nulla.
L’umanità ha toccato il fondo con le guerre e le distruzioni, ed ora è divisa in due: da una parte i ricchi potenti e sfacciati, il benessere, il progresso economico. Una ricchezza ottenuta per la stragrande maggioranza non grazie alla fatica e all’onestà, ma grazie alla prepotenza, alla falsità e molto spesso, all’inutile spargimento del sangue. Dall’altra parte, invece ci sono gli oppressi, coloro che ormai sono abbandonati al loro destino, senza più nemmeno una speranza alla quale potersi aggrappare. E Dio in tutto ciò? Perché rimane in silenzio anche lui? Se davvero esiste perché non decide di venire a vedere questo “bel” mondo che lui stesso avrebbe creato e giudicare gli uomini, portando finalmente un po’ di giustizia? La verità è che da millenni si parla di questo “dio” per dare un senso a tutto, per una pura e semplice convenienza, per permettere proprio a quei poveri “senza speranza” di averne una, di credere in qualcosa di puramente astratto per vedere le atrocità della vita sotto un’ottica utopistica, celando con un sottile velo la realtà, molto più difficile e scomoda da accettare. forse aveva ragione Feuerbach affermando che l’uomo ha creato Dio e non il contrario. All’umanità ha sempre fatto comodo l’idea di attribuire la perfezione assoluta ad un’entità che non si può vedere, dato che la perfezione non è di questo mondo. Ma forse il nostro Dio non si fa vedere perché anch’egli è stato abbandonato, proprio da noi stessi, persino dalla millenaria istituzione nata in suo nome per professare in terra la sua parola divina, per predicare gli ideali di umiltà,uguaglianza,fratellanza, che in realtà fungono solo da maschera che nasconde il marcio e la corruzione più viscide nelle quali l’Istituzione stessa è caduta.
E allora se a questo mondo è diventato anche inutile pregare per qualcosa che probabilmente non è mai esistito, se davvero l’egoismo e la violenza devono prevalere su tutto, diventa davvero difficile sperare in una via d’uscita da tutto ciò per il nostro pianeta. Forse siamo tutti peccatori, e bruceremo all’inferno per il male che abbiamo creato. Forse ci risveglieremo un giorno in un luogo dove a piangere saranno solo le nuvole. O più probabilmente, invece di continuare a credere in qualcosa che non c’è e annegare nell’immobilismo, bisognerebbe smettere di tacere ed avere la forza di urlare in faccia all’ingiustizia, unirsi contro chi non è degno di perseguire la pace e pensa solo ai suoi interessi. Bisognerebbe lottare, anche per regalare un semplice sorriso a quei bambini a cui è stata tolta la felicità prima ancora che potessero averla. Lottare per portare la giustizia, e soprattutto sforzarsi a non vedere più il nostro simile come un nemico. Questo può essere un piccolissimo ma importante passo verso la pace di tutti.

un@ltrame
00martedì 19 febbraio 2008 18:39
Lottare per portare la giustizia, e soprattutto sforzarsi a non vedere più il nostro simile come un nemico
attento alle parole.
noi che ci permettiamo di scrivere e di farci leggere dobbiamo stare attenti. usi lottare e credo di capirne il senso, ma è una parola così familiare a chi distrugge, a volte anche in nome della pace e della giustizia.
impegnarci, forse è più corretto.
e non è il credere o meno in un Dio a impedirci di farlo, ma solo la nostra pigrizia e la paura di tutto ciò che è diverso da noi
ELIPIOVEX
00venerdì 22 febbraio 2008 16:53
Attento anche alla punteggiatura e all'ortografia, la prima parte sembra essere scritta da un'altra persona.
Io sono credente non credo che sia inutile pregare, il resto del discorso sulla giustizia in qualche modo posso condividerlo.
Cobite
00venerdì 22 febbraio 2008 18:27



Stilisticamente vedo che nella riflessione non metti la stessa cura che usi nelle poesie ed è un peccato.
Io non sono religioso, ma credo che per capire un dio come talvolta scrivi, o il Dio come scrivi altre volte (che dovrebbero indicare modi diversi di pensare) bisognerebbe essere alla sua altezza e non solo di arroganza, ma anche di capacità logica deduttiva e di sapienza.
Molte di quelle che per te sembrano deduzioni, in effetti io le vedo come gratuite affermazioni che non tengono conto di altre variabili elementari. Secondo me questo deriva dal preconcetto di voler sminuire perfino un dio dentro ai tuoi limiti.
Manca in questa riflessione anche la volontà di comprendere questi limiti, ma si demanda tutto quello che non va e non si capisce a lui, come se fosse lui che comprende poco (e quindi non è un dio).
Ecco che da questa riflessione sei tu che ti poni a giudice supremo e ti senti superiore a quel piccolo dio che ti sei creato di proposito.
Non sorprendi sai, c'è moltissima gente che pensa come te e che va sempre a parare dove gli comoda.

[SM=x142897]

[SM=x142848] Giancarlo


macbeth88
00sabato 23 febbraio 2008 12:25
caro giancarlo, vorrei fare una precisazione riguardo al tuo commento. per fare critiche come quelle che hai fatto tu sul mio intervento, vuol dire che non hai capito molto di questa riflessione. innanzitutto, io mi sono iscritto a questo forum per far conoscere le mie emozioni e i miei sentimenti, provando a trasformarli in poesia, e i miei pensieri, sottoforma di prosa. non ho affatto l'arroganza, come forse pensi tu, di imporre le mie idee agli altri facendole passare per verità assolute. non ho intenzione di sminuire nessuno, nè tantomeno di farmi giudice supremo di niente, e neanche di crearmi un dio di proposito, dal momento che sono ateo. ciò che ho scritto è solo ed esclusivamente quello che PENSO, non quello che voglio sia il pensiero di tutti. ho semplicemente spiegato il motivo per cui IO non credo in Dio, dovuto al fatto che vedendo la sofferenza che c'è in gran parte del mondo e che non ci sia nemmeno uguaglianza e parità di diritti (visto che sono quasi sempre i potenti ad avere la pancia piena), non credo ci sia un'entità divina portatrice di giustizia e che vegli su di noi. ma questo è quello, ripeto, che penso IO. è chiaro che molta gente può non condividere il mio pensiero, e io sono più che disposto ad accettare le critiche, altrimenti non sarei qui. ma le critiche, fini a ciò che scrivo, non legate alla mia persnalità. perchè tu conosci quello che scrivo, non conosci me. e prima di dire parole come "arroganza" dovresti conoscermi, non dedurre il mio carattere in base a ciò che pubblico nel forum. e mi sorprende che queste cose debba dirtele uno che c'ha quarant'anni meno di te.
e poi, un'ultima cosa..tu che mi hai giudicato senza sapere chi sono, che hai giudicato quelli che possono pensarla come me, non credi sia il caso di riflettere un attimo su chi si senta "giudice" o meno....?
Andrea
Cobite
00lunedì 25 febbraio 2008 20:10
Io ho commentato il tuo scritto e ancora lo confermo, che poi sul tuo scritto ti fossi riflesso tu, come confermi con la tua risposta, lo avevo già capito.
Non credo sia una prova dell'esistenza o meno di un dio il fatto che tu o io o altri non possiamo capire fino in fondo il suo creato.
Personalmente penso che nessuno possa capirlo davvero, semplicemente perché non si ha minimamente la capacita e la sapienza di un dio creatore.
Il dedurre che a causa delle nostra incapacità quello che non comprendiamo a fondo sia male o non esiste è una bella arroganza, arroganza dettata dall'ignoranza, e non può diventare certamente una prova logica.

Spero di essermi spiegato

Ciao [SM=x142897]

Giancarlo
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