libertà di un prigioniero

jazzhira
00giovedì 14 dicembre 2006 15:14
un quadrato buio,una finestrella per distinguere il giorno dalla notte.un letto dove dar sonno hai propri sbagli una stanza dove unvecchiare la propria pelle,e chiudere con il passato.
come si può arrivare alla libertà se prima non ti hanno tappato la bocca?
come deve sentirsi un uomo pieno di colpe chiuso in una cella,senza essere libero di parlare perchè è colpevole dei propri atti,,e come viene-li data la parola viene assalito,ciò che hai da dire viene represso,xchè è colpevole,e chi è peccatore dei propri peccati non viene mai ascoltato,perchè?
perchè entra a far parte degli emarginati.
E gli emarginati vengono considerati dal mondo,esseri schifosi privi di principi.
Con questo discorso non voglio,stringere la mano hai carcerati e dire che sono d'accordo con loro,sto solo tentando di capire come ci si deve sentire,senza un filo d'onore,senza potersi esprimere.
Quando mai qualcuno darebbe ascolto ad un carcerato?
ed una volta usciti dal mondo del crimine?
si esce da quella porta a testa bassa,con gli occhi coperti perchè se te li scopri,corri il rischio di non vedere più per il resto della tua vita,visto il buio che ti ha fatto compagnia nei giorni dei tuoi riscatti,quindi frenare anche la voglia di spalancare gli occhi e ritornare ad ammirare ciò che tutti questi anni è stato perso.
andare con cautela perchè ciò che è stato creato per illuminare il mondo è talmente forte da poterti togliere anche la vista.
esci da una prigione e ne entri in un altra,guarda in quanti modi andiamo a cercare la nostra libertà anche nel movimento più semplice e naturale.il mondodi oggi non è degno del mio pensiero da me considerato limpido ed altruista,tanto criminale o no,la nostra italia ha repubblica democratica solo in teoria,in pratica solo dire sempre la nostra ed avere ragione,abbiamo menti logorroiche ed in continuazione veniamo assaliti...per vivere così io preferisco essere prigioniera nel mio mondo.
mio e di nessun altro.
sono egoista non apro la porta del mio mondo a nessuno per evitare che venga sporcato con colori critici ed invidiosi che distuggono i miei sogni e tutti i miei progetti.cosi preferisco essere libera nella mia piccola prigione.

Geneshys
00giovedì 14 dicembre 2006 16:51
Come deve sentirsi una madre, un padre, un fratello, un amico, a cui hanno tolto la gioia di vivere ed avere accanto un figlio, una madre, un fratello, o un amico?

Pienamento convinto che la vita è sacra, e nessuno ha il diritto di toglierla, pertanto bene il detto "nessuno tocchi caino"... Ma la giustizia faccia sempre il suo corso affinchè la dignità e la memoria delle persone non vengano mai calpestate due volte.

Se la cella, figlia di un errore, dona al carcerato la consapevolezza del suo sbaglio e la certezza del suo pentimento è servita a molto.

Sta ad ognuno di noi, comunque, rispettare la sua umanità e la sua dignità e cataputarlo verso una nuova vita, ma non dimentichiamo che almeno lui può riprendere in mano questa vita, chi l'ha persa non può più.

Che il buonismo non sia il principio del doppio reato.
Certo, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico....


Saluti
Gae





jazzhira
00giovedì 14 dicembre 2006 17:20
geneshys
chissà avrei potuto scegliere su che libertà parlare...ogni persona ha il suo punto di vista sulla libertà...in questo caso ho scelto di parlare sulla libertà di un prigioniero,
attenzione libertà ,non su quello che si merita un uomo in prigione,e per carità non ho voluto fare nessun buonismo anzi... io la penso come te ed è giusto ognuno di noi paghi per ciò che fa...mi stavo solo mimetizzando un pochino...a livello di libertà
Cobite
00giovedì 14 dicembre 2006 18:46

Benvenuta in forum Jazzhira [SM=x142846]

Sinceramente devo dire che il tuo scritto mi ha sollevato molti dubbi perchè non so bene da che lato guardarlo.
Il fatto è che secondo me la libertà è un'utopia e quindi irraggiungibile nel pieno idealismo e correlazioni che l’idea esprime. Hai ragione quando dici che ognuno vede la sua libertà, e soprattutto vede la libertà che non riesce ad esprimere.
E così dall'ideologia che sta lassù in alto nel cielo, dobbiamo scendere un po' e fare i conti con quello che possiamo avere ed usare di libertà.
La libertà di ognuno di noi finisce li dove inizia la libertà degli altri. Superare questo limite non significa solo avere esternato una propria libertà, ma anche l'avere soppresso quella degli altri e diventa quindi soprafazione.
Unico guardiano del confine è il rispetto, che non è e “fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a se te stesso” (te lo immagini la risposta di un masochista?) ma forse non fare agli altri quello che fa male a loro.
Scendendo ancora e arrivando alla tua composizione, cioè alla visione della libertà attraverso le sbarre di un prigioniero, mi è venuto in mente quello che sta succedendo dalle mie parti.
Case nuove vengono costruite con le sbarre alle finestre, case vecchie che si muniscono di sbarre da mettere alle finestre. Ma come? Che succede? Chiedendo (sai, sono ingenuo) vengo a sapere che in paese ormai hanno visitato tutte le case, che qualcuno è stato pure menato, che altri si sono svegliati con una torcia in faccia e un coltello puntato sulla pancia la gente vive nella paura che ritornino. Il fatto è che ora le strade sono piene di delinquenti e allora i cittadini si imprigionano loro, da soli, sbarrati in casa
Sarà questa libertà? Eppure così è oggi in quel di Padova provincia, ma mi dicono che in città lo era già da un pezzo ormai.
E va be’, ho divagato un po’.

Ciao

A presto
[SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]

[SM=x142838] Giancarlo


jazzhira
00giovedì 14 dicembre 2006 21:13
Re: che complicazione

Scritto da: Cobite 14/12/2006 18.46

Benvenuta in forum Jazzhira [SM=x142846]

Il fatto è che ora le strade sono piene di delinquenti e allora i cittadini si imprigionano loro, da soli, sbarrati in casa
Sarà questa libertà? Eppure così è oggi in quel di Padova provincia, ma mi dicono che in città lo era già da un pezzo ormai.
E va be’, ho divagato un po’.

Ciao

A presto
[SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]

[SM=x142838] Giancarlo





non mi prendete per una pazza furiosa...forse mi sono espressa male...logico che tutto questo non è libertà...ma è pura delinquenza senz'altro [SM=x142844] io ho appunto detto che non stringo la mano hai carcerati che se sono prigionieri è perchè di sicuro qualcosa hanno fatto ma qua voglio distaccare il discorso che io in quest scritto parlo della libertà in per se non libertà di ammazzare rubare e varie cose...oddio è cosi complicato da capire...bè chi riesce a capire capisca....sennò troverò il modo di farmi capire....
molto piacere papo di sheron [SM=x142846] [SM=x142839] [SM=x142840]

-jzzhira_
Cobite
00giovedì 14 dicembre 2006 21:59


Ma avevo capito, certo.
Tu parlavi della libertà vista da un carcerato.
Io ho invece divagato sul concetto di libertà in senso ampio per finire in questo ristretto angolo di terra.
Grazie jazzhira, cugina di Sheron [SM=x142888]
A presto [SM=x142891]

[SM=x142892] Giancarlo



Geneshys
00venerdì 15 dicembre 2006 01:21
Re: geneshys

Scritto da: jazzhira 14/12/2006 17.20
chissà avrei potuto scegliere su che libertà parlare...ogni persona ha il suo punto di vista sulla libertà...in questo caso ho scelto di parlare sulla libertà di un prigioniero,
attenzione libertà ,non su quello che si merita un uomo in prigione,e per carità non ho voluto fare nessun buonismo anzi... io la penso come te ed è giusto ognuno di noi paghi per ciò che fa...mi stavo solo mimetizzando un pochino...a livello di libertà



Non si riferiva a te la frase del buonismo... [SM=g27828]
Io penso che chi è dietro le sbarre più che conquistare la libertà fisica deve prima conquistare quella interiore e mentale che passano inevitabilmente dalla consapevolezza del male commesso e successiamente dal pentimento... senza di esse si continuerebbe ad essere lo stesso carcerati, ma questa volta di se stessi.

Saluti
Gae

[Modificato da Geneshys 15/12/2006 1.22]

cinigliablu
00venerdì 15 dicembre 2006 15:12
Io parto avvantaggiato per aver meditato già in precedenza su questo testo... bisogna sempre distinguere il livello di pena commessa.. la libertà per un reato minore è sempre una conquista che va riacquistata con la diligenza e l'introspezione, il perdono viene da se come forma fondamentale di consacrazione di essa e reinserimento nella società.
Poi vi è la pena di reati commessi nella sfera dell'omicidio e in questo caso un filo molto poco spesso si tira sempre piu' nell'attesa che si spezzi, e spezzi quella libertà interiore ed esteriore che difficilmente dovrebbe arrivare se non per il fatto che un'altro filo, non tirato, è stato tagliato all'improvviso e non può essere più ricomposto, per una vita che è terminata, la morte di un innocente.
Si può perdonare ma non giustificare, e tu jazzhira penso volevi indicare questo, o almeno spero sia daccordo col mio pensiero che va in lacrime ogni qualvolta, per volere umano, una vita si spezza e non può piu tornare a gioire...

[SM=x142870] CB
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