dal "GITANJIALI (Offerta di Canti), di Rabindranath Tagore

Poetyca
00domenica 1 maggio 2005 19:27




1. Tu mi hai fatto senza fine, secondo il tuo piacere. Tu vuoti e rivuoti questo fragile vasello, e sempre lo riempi di nuova vita. Per monti e per pianure hai portato con te questo piccolo flauto di canna e sempre vi soffi melodie eternamente nuove

2 Quando mi sfiorano le Tue Mani Immortali, il mio piccolo cuore perde nella gioia i suoi confini e da' vita a parole ineffabili. I Tuoi doni infiniti giungono a me su queste mie piccole mani. Passa il tempo: Tu continui a versare e sempre c'e' da riempire. Quando mi ordini di cantare, il mio cuore sembra spezzarsi dall'orgoglio; guardo il Tuo Viso e mi vengono le lagrime agli occhi. Tutto cio' che e' aspro e discorde nella mia vita, si fonde in un'unica dolce armonia e la mia devozione apre le ali come un uccello felice quando vola attraverso il mare. So che Ti diletti del mio canto e che solo quale cantore sono venuto innanzi a Te. L'ala spiegata del mio canto sfiora i Tuoi Piedi, che non aspirerei mai a raggiungere. Nell'ebbrezza gioiosa del canto dimentico me stesso, e chiamo Amico Te, che sei il mio Signore.

3 Non so come canti, o mio Maestro! Io ascolto sempre con tacita meraviglia. La fiamma della Tua musica illumina il mondo. L'alito di vita della Tua musica corre da un cielo all'altro. L'onda sacra della Tua musica infrange gli ostacoli piu' duri e corre via veloce. Il mio cuore brama di prendere parte al Tuo Canto, ma invano tenta di trovar pace. Vorrei parlare, ma la parola non diventa canto, e, vinto, mi lamento. Ah! Maestro mio, Tu hai imprigionato il cuore negli infiniti lacci della Tua Musica


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