Quando sento tutto questo penso che il tempo non sia una lancetta impazzita a rincorrersi dentro un quadrante ipocrita.
La poesia non conosce il tempo e non ha bisogno dello spazio.
La poesia non è, se non la si fa. E solo facendo poesia che si prova a mettere il mare in uno spazio infinito come due mani chiuse a mo' di conchiglia. E poi viene questa corsa sfrenata tra i luoghi che non esistono, ma mai scompariranno.
La poesia è l'iniverso raccolto in un fonema indistruttibile e comprensibile da tutti. Anche un segno di sangue è poesia. Ed ora lasciamo che ci perdiamo nelle fantasie più ardite, solo così andremo dove mai saremo e saremo ove nessuno può inseguirci.
La strada, quella che s'apre e rivela cose irrilevanti ed impossibili, come il riso di uno sdendato, la voglia di una puttana, l'ombellico universale del piacere incontenibile ed irrisolvibile. Scende, sale, non finisce mai la strada, perciò è poesia viva.