Una storia d'amore

M.Blake
00lunedì 12 febbraio 2007 12:05
Se ne stava lì rinchiuso tra quattro mura in compagnia della sua solitudine e delle sue mille sigarette con cui sperava di allontanare la sua amarezza.
Già,quelle sue simpatiche amiche che lo accompagnavano cinque minuti alla volta per poi morire e lasciarlo di nuovo solo con i suoi pensieri balordi.
continuava a blaterare con la sua coscienza su cosa fosse giusto e cosa no…
Pensò al suo amore che gli torturava l’anima e il corpo.Ma egli sapeva che fosse giusto stare senza la persona che lo ebbe così tanto amato. Pensava alle tante litigate fatte nei posti più disparati,ai pianti regalati al tempo,alle grida da schizzo frenico ed anche ai momenti misti di sesso e tenerezza in posti romantici ed anche no. Tirò fuori una sigaretta dal pacchetto di Wingston ed andò sul balcone:l’aria fredda di gennaio gli faceva venire i brividi,ma più sentiva freddo e meno tempo passava tra una boccata e l’altra. Arrivato al filtro ,guardava la sua amica in fin di vita e si chiese se forse non fosse giunto anche per lui il momento di arrivare al filtro. Guardò giù dal balcone;dal terreno lo separavano otto piani. Cercò di immaginare il dolore che avrebbe provato alla testa se il suo cranio si fosse sfracellato sul cemento. Troppo.
Rientrò in camera sua e si sedette,non sapeva cosa fare.

In un’altra stanza di un’altra casa,Filippa stava sul suo letto sdraiata a pancia in su,con in mano la sua macchina fotografica digitale a guardare foto di lei e del suo ex fidanzato. Scorrevano le foto,scorrevano i sorrisi bianchi sulla carnagione abbronzata,scorrevano le lacrime…
Ogni foto apriva un cassetto della sua memoria contenente un frammento di una storia d’amore ormai finita.
Pensava a quando fecero l’amore lei ed Andrea su una spiaggia del sud della Spagna.
La luna rossa si specchiava nel mare e la brezza marina soffiava sui loro corpi nudi avvinghiati nell’estasi suprema dell’amore. Tutto era perfetto, gli elementi dell’atmosfera intorno si mischiavano al suo xxxxx. Fu in quel momento che per pochi secondi non si sentì più far parte del suo copro…
E poi lentamente ritornò alla realtà ed i suoi muscoli si ammorbidirono. La sua mente appena tornata dall’euforico stato di coscienza,rendeva ora il suo corpo un cadavere senza forza:poteva solo respirare a fondo e sentire il rumore ipnotico e costante delle onde del mare che arrivavano a riva.

Andrea arrivò davanti al cancello della villetta di Filippa,dentro di lui esplodeva forte il desiderio di abbracciare forte la sua metà dell’anima. Ormai ne era sicuro,era lei l’unica cosa per cui voleva vivere,l’unica cosa per cui avrebbe dato la vita. In quelle due settimane, rinchiuso dietro le sbarre del suo io,aveva riflettuto molto e aveva capito che la loro incompatibilità di carattere non poteva e non doveva ,allo stesso tempo, spegnere il loro amore. Se ne xxxxxxx se a dirglielo era quella vocina interiore che magari era creata solo da una reazione chimica che aveva luogo nel suo cervello.
Doveva inebriarsi dell’odore della sua pelle e assaporare il dolce sapore delle sue labbra. Non c’era differenza tra lui e un eroinomane in cerca della sua dose.
Suonò il campanello e gli rispose la mamma di Filippa. Maria lo invitò ad entrare e una volta dentro lo scongiurò di tornare a stare con la sua bambina. Gli raccontò che da quando si erano lasciati,Filippa era stata rinchiusa nella sua stanza senza mai uscire. Ormai era chiaro ,Filippa e Andrea dovevano stare insieme,era cosi che voleva il destino; xxxxx le mille litigate, xxxx tutti i suoi amici del xxxxx che dicevano che non fosse fatta per lui e tutte quelle altre sxxxxe,
Andrea salì le scale lentamente per non farsi sentire ed una volta giunto al piano di sopra mise l’orecchio vicino la porta della stanza come per origliare. Non sentì alcun rumore. Stà dormendo pensò, contento dell’idea che l’avrebbe svegliata guardandola negli occhi e dicendole che era stato tutto un brutto sogno. Aprì la porta:Filippa stava sdraiata di lato sul letto ,verso il muro,ed i suoi lunghi capelli castani le coprivano le spalle. Si avvicinò in punta di piedi;voleva svegliarla con un bacio come se fosse la sua bella addormentata. Ma quando si chinò su di lei per baciarle la guancia vide dipinta sul suo collo una spessa striscia rossa di sangue. Andrea prese il corpo senza vita di Filippa e se lo strinse forte a sé . Le pupille dei suoi magnifici occhi verdi,che,in una sera d’inverno lo ebbero fatto innamorare,erano dilatate oramai dalla morte e Le lacrime scendevano a fiotti sul collo di lei mischiandosi al sangue . Per un ultima volta ancora, due fluidi dei loro corpi si miscelarono;come quella notte d’estate su una spiaggia della del sud della Spagna.

[Modificato da ELIPIOVEX 12/02/2007 14.35]

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[Modificato da ELIPIOVEX 12/02/2007 14.50]

ELIPIOVEX
00lunedì 12 febbraio 2007 14:38
Ho qualche difficoltà a capire l'ordine temporale dei due spezzoni: (nel secondo paragrafo tu scrivi in un'altra stanza di un'altra casa ma non quando... prima o dopo?) Se è un flash back allora il ragazzo disperato dell'inizio racconto è lo stesso Andrea che trova la sua ex fidanzata morta in camera sua?
M.Blake
00lunedì 12 febbraio 2007 16:22
Hai ragione forse per quanto riguarda il 2 paragrafo avrei dovuto scrivere "nello stesso momento"!
Cmq si Andrea, il ragazzo che trova la sua fidanzata morta,è lo stesso del primo paragrafo:la mia intenzione era quella di descrivere le sensazioni di lui poi quelle di lei e alla fine il tragico corso degli eventi.Insomma andrea medita sul suicidio ed alla fine capisce che al posto di uccidersi è meglio lasciarsi abbandonare alla forza dell'amore e andare dalla sua amata,cosa che non riesce a fare lei.Mi daresti un altri cosigli sulla scrittura di racconti:cosa ne pensi della storia in se?
Grazie saluti.
P.S. scusami cobite mi sono dimenticato di censurare.
Ciao!
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