Stefano Starano
00mercoledì 23 aprile 2008 22:37
(Giorgia)
Ricordo una ragazza conosciuta in vacanza: era verso la metà degli anni ‘70.
Giorgia, si chiamava, era minuta ma graziosa, capelli lunghi, castano chiaro, occhi grigi, uno sguardo malinconico ma quando ti vedeva sorrideva, e ti scaldava come il sole.
Una volta andammo a vedere Lenny al cinema nella galleria del Museo, era con Dustin Hoffman. Una storia vera di un cabarettista che diceva “la verità” (morì giovane). Film impegnato, film grande.
Non conoscendola bene ero stato cortese e, avendola invitata io, mi porsi di offrirle il biglietto del cinema. Giorgia non volle farsi offrire il biglietto.
Rimasi favorevolmente colpito dalla determinazione nel voler pagare la sua parte (era un tipo sensibile e delicato, ma in questa circostanza si dimostrò molto decisa) e ricordo che lo fece con discrezione, senza enfasi.
Mi piaceva, era studentessa universitaria, ma trovava comunque il tempo di far scuola serale ad anziani e ai lavoratori-studenti della parrocchia, e anche corsi di chitarra classica ai bambini (strumento che sapeva suonare sul serio, teneva anche dei concerti). E questo sin da ragazza, quando faceva il liceo classico.
Al ritorno presi la Tangenziale per accompagnarla con l’auto al Vomero, dove abitava; all’epoca costava trecento lire: non ci fu niente da fare, mi diede la sua parte, 150 lire. Ricordo ancora quella sua manina porgermi decisa quelle monete da cinquanta. Dovetti accettare. Per quanto giovane (nel periodo che l’ho frequentata poteva essere sui venti-venticinque anni) era “una signora”. Ma non era solo questo suo comportamento a lasciarmi secco. Con lei potevi parlare di tutto e non s’annoiava mai, anzi, sembrava assorbita da quel che dicevo, anche le cose più banali, o le più intime, o le più bislacche (e dire che ne facevo di ragionamenti deliranti). Parlavo delle cose del mondo, della società, dei complessi rock e pop che stavano sparendo o commercializzandosi; era competente anche di quel tipo di musica, oltre che di musica classica; alcuni gruppi – quelli inglesi – li ha conosciuti di persona: era bravissima in inglese e andava a Londra da sola tutte le estati, a Natale, a Pasqua e ai morti; lavava i piatti per sostenersi. In seguito ha fatto strada nel mondo della cultura, pur lavorando onestamente come insegnante.
Non l’ho più vista, almeno dagli inizi degli anni ‘80 ormai. A volte la ricordo, non senza nostalgia. E come potrebbe essere altrimenti. Chissà, sarebbe stata un’ottima amica di Carol, o di Delia, o di Nunzia. Di Fausta lo fu perché la conobbe. Per quanto riguarda gli uomini, gli amici, si sarebbe rivelata interessante solo per quelli più sensibili e nobili d’animo – o meglio – per quelli che non s’accontentano della superficie delle cose, ma d’ogni aspetto della vita vogliono ragionando andare in fondo, e rendersi conto di se stessi, del mondo, dei rapporti che tra loro e il mondo intercorrono. Sarebbe stata bene con quelli di noi che era gente inquieta e bisognosa di certezze. Gente che cerca l'Assoluto, ossia una verità su cui fondarsi nell’universale relatività della vita e del mondo, e tale assoluto trovano (se lo trovano) in se stessi.
“Trovarsi” è l'ansia costante di questi personaggi: pervenire a quella consapevolezza di sé che permette alla personalità di realizzarsi completamente e di vivere, allora, realmente, quelle ore, quei giorni, quegli anni che vengono di solito sciupati nella banalità quotidiana di una esistenza d’ordinaria amministrazione.
ELIPIOVEX
00mercoledì 23 aprile 2008 22:52
Finalmente ci presenti la "tua" Giorgia!
Ma qui ne parli quasi con distacco... sembra irriconoscibile se confrontata con i precedenti racconti che ci hai fatto leggere.
misterx78
00mercoledì 23 aprile 2008 23:43


Giorgia la presenti come una persona eccezzionale che ha lasciato il segno dentro di te... Solo un'amica? Oppure qualcos'altro?
Nelle ultime frasi ho riscontrato quell'idea dell'elite di quelle persone che cercano le realizzazioni attraverso sistemi magici o yoga et similia che promettono, promettono ma che alla fine non hanno riscontro nella realtà ogettiva nei fatti. Spesso creano anche danni alle persone facilmente influenzabili.
Non è che ti sembrava così speciale perché aveva idee tendenti al mondo 'dei pochi che capisco le realtà nascoste'?
Bella comunque la descrizione iniziale dove fa scuola agli analfabeti o impartisce lezioni di musica.

Stefano Starano
00mercoledì 23 aprile 2008 23:58
Chi è Giorgia
Giorgia Deker, nata a Napoli nel maggio 1956.
Persona reale.
Ha conosciuto il buddhismo zen a Londra da autentici buddhisti (non inglesi).
Forse l'ho descritta troppo "new age": in realtà ricordo che una volta le volevo imporre le mani per darle energia positiva e lei rifiutò perché "non credeva in queste cose".
Forse ne ho palrato in tono distaccato, giornalistico, menzionando solo dei fatti ma per me era tutto purché indifferente.
"È" irriconoscibile. Lei è stata l'alfa e l'omega.
Solo un'amica ma con la quale potevi perlare delle cose dell'anima.
Avrei voluto un rapporto totale me di condivisione non di convivenza: mai pensato ad amore passionale o a sesso.
Certo un'amicizia "super", particolare, speciale ma nulla di più.
Però c'ho tenuto tanto che ci rimanevo male quando le chiesi se potevo venire a trovarla mentre un termosifone perdeva. Un'altra volta, per stare a telefono con me, bruciò una torta. Ma lei non staccò il telefono, per rispetto o per cortesia, non sò.
Quel che è certo è che io pretendevo di vederci di più, mentre lei era impegnatissima con gli studi, col sociale, con i suoi continui viaggi all'estero. Ecco perché la descrivo così male in "la bottega di don Peppe" (non potevamo vederci).
Grazie per il «Bella comunque la descrizione iniziale dove fa scuola agli analfabeti o impartisce lezioni di musica».
Era bella lei che realmente faceva quelle cose: io ho solo riportato.
Nulla più.
A maggio le farò un regalo per posta ma non la vedo dai primi anni '80. Ora so che è sposata, non so se il marito è geloso, se è impelagata con figli piccoli o grandi, se sta bene o se è morta di tumore... non so se faccio bene o faccio male a spedirle il ragalo che poi sono racconti e romanzi.
Ciao
Stef
misterx78
00giovedì 24 aprile 2008 03:37
Mostri molto affetto verso la tua amica che, mi pare di capire, fosse la tua migliore amica o quasi...

Un piccolo consiglio: scusa la malizia ma io eviterei di pubblicare nome e cognome, data di nascita e luogo di nascita o di dimora di una persona reale: esiste la Legge sulla privacy e le sue violazioni. Il mio vuole essere un consiglio spassionato. Sicuramente la tua amica non ha voglia di ribadire tale eventuale diritto ma non si sa mai... Si tratta di una pubblicazione messa, tra l'altro, su un forum visibile a chiunque... Voglio solo darti un consiglio spassionato sul fatto di non nominare cose o nomi che possono far risalire ad una persona specifica. Nella vita non si sa mai.


Tornando al corpo della tua risposta mi fai intendere che avete preso strade diverse. Le persone sono così. A volte bisogna prendere la propria strada... Anzi quasi sempre è così. E' la vita. Bisogna guardare altrove.
Se vuoi il mio parere, io non cercherei, al tuo posto, ulteriormente la tua vecchia amica. Poi magari le potrebbe pure fare piacere... Bah...
Ma non ho capito bene una cosa: i racconti e gli scritti vari parlano tutti di lei?
Stefano Starano
00giovedì 24 aprile 2008 19:23
Giorgia
Ti sfido a trovare una Giorgia Deker a Napoli: non esiste.
La "Giorgia" (nome convenzionale) quando viene menzionata, è sempre la stessa.
Ciao
Stefano (anche Stefano Starano è inventato)
ELIPIOVEX
00giovedì 24 aprile 2008 22:35
Interessante questa cosa...
Se io fossi Giorgia e ricevessi un regalo così da una persona a me nota ma sconosciuta a mio marito forse avrei qualche problema in famiglia [SM=x142839]
Stefano Starano
00giovedì 24 aprile 2008 23:13
marito-padrone
Cara ELIPIOVEX,
se esistono mariti così gelosi da accanirsi per un regalo di "un amico" (non di un amante) consistente in un libro... è meglio che vada a cercarsi un altro mestiere.
Quale apertura mentale! Quale democrazia! Quale insegnamento ai figli...
Però, però... anche la moglie che lo ha scelto non brilla per innocenza (nel senso di non colpevolezza - quindi credendosi non responsabile).
Ciao
Stef
ELIPIOVEX
00venerdì 25 aprile 2008 13:57
Un pizzico di gelosia non guasta mai, fa capire all'altro che ancora ci tiene a te.
Io trovo che l'indifferenza sia peggio...
e insomma l'ho conosciuto geloso e me lo tengo [SM=x142834]
Stefano Starano
00venerdì 25 aprile 2008 16:48
Ognuno
Ognuno è responsabile delle sue azioni.
fiordineve
00venerdì 9 maggio 2008 18:56


A me fa rabbia questa Giorgia [SM=x142818] ; troppo perfetta, è un'icona della tua giovinezza.
Se avesse voluto ti avrebbe cercato anche lei.

Ormai è solo una brutta copia della ragazza che conoscevi ( è più vecchia di me [SM=x142847] ); trovo non vi sia nulla di più patetico nel voler reincontrere vecchie amicizie dissolte nella nebbia. [SM=x142828] [SM=x142858] [SM=x142814]
Stefano Starano
00sabato 10 maggio 2008 01:11
Yesterday
Stamattina ho inviato quattro libri miei per raccomandata plus (tempi: 1 giorno) con ricevuta di ritorno.
A Giorgia.
Nel pacco postale ho inserito una lettera su carta ingiallita dal tempo, con una busta dello stesso materiale, molto "elegante" ma nello stesso tempo sobria.
Ecco il testo:
«Cara Giorgia, ricordo con piacere la nostra amicizia che per me è stata importante.
Verrei darti in dono questi miei scritti che rappresentano parti di me e mi farebbe piacere che tu li leggessi.
Se vuoi ricambiare il dono mi puoi richiamare e raccontarmi di te: io ne sarei felice.»
Napoli li (ho messo la sua data di nascita che conosco, e che è tra pochi giorni)
(telefono di casa)
(cellulare)
(email)»

Vedi, cara fiordineve, io non posso sapere se sono perle gettate ai porci o buona cosa quella di aver donato i miei racconti e romanzi a lei. Molte volte ho provato rabbia perché mi cercava poco.
Non era certamente perfetta ma ciò che ho detto è autentico.
Forse era un'icona anche prima di adesso, e lo è ancor oggi.
Forse oggi è una brutta copia della lei di un tempo (1974) ma non è patetico rivedersi con vecchi amici. Io ho degli amici del circoletto con cui ci rivediamo di tanto in tanto per farci una pizza insieme; a volte ho avuto disagio per la superficialità dei discorsi invece di parlare di noi, delle nostre storie, dei problemi intimi, di cose dell'anima. Ma gliel'ho detto. Stasera ci siamo rivisti in tre del seminar di Dinamica Mentale (dal 1983) con i rispettivi partner: un legame c'è sempre anche se ognuno ha preso percorsi diversi. Poi ci sono gli ex colleghi della mitica Unità Operativa Speciale di cui solo tre rimasti (nell'Unità) ed è molto gradevole reincontrare il maresciallo tanto odiato ora vero amico.
L'amicizia non si dissolve sempre nella nebbia, ma molte volte anch'io ho visto questo; voglio solo dire che con alcune amicizie è come se ci fossimo lasciati ieri: Yesterday.

«Quando, anche dopo molto tempo, incontriamo un amico, è come se lo avessimo lasciato un istante prima.

Nell’amicizia l’incontro è un momento in cui noi comprendiamo qualcosa di noi stessi e del mondo.

A volte abbiamo bisogno di raccontare ad un amico quanto ci è accaduto: non è semplicemente per “sfogarci”, noi parliamo a un amico perché abbiamo bisogno di “essere capiti” fino in fondo.

Nessuna forma di amore ha tanto rispetto della libertà dell’altro come l’amicizia.

I malvagi possono avere dei complici, i gaudenti dei compagni di baldoria, i politici dei partigiani, gli sfaccendati hanno delle relazioni, i regnanti dei cortigiani. Solo gli uomini virtuosi hanno amici.»

dal libro L’amicizia di FRANCESCO ALBERONI (Garzanti Editore 1984)
fiordineve
00sabato 10 maggio 2008 01:21
A me e alle mie figlie è capitato di partecipare agli incontri tra ex compgni di scuola.
Veramente patetico1

ma questi NON SONO AMICI; hanno compiuto con noi un tragitto, allora ci sembrava impossibile perderci di vist 8HO PIANTO DOPO LA MATURITà9, ma poi le strade si sono divise e nemmeno sappiamo dove sono finiti chi condiveda con noi anni importanti.


Ma, ripeto, per amicizia intendo un'altra cosa e concordo con te quando scrivi



L'amicizia non si dissolve sempre nella nebbia, ma molte volte anch'io ho visto questo; voglio solo dire che con alcune amicizie è come se ci fossimo lasciati ieri: Yesterday.


Perchè Yesterday e non Tomorrow?
Meglio domani che ieri non trovi? [SM=x142892] [SM=x142888]



Stefano Starano
00sabato 10 maggio 2008 15:27
Yesterday per un solo motivo
Devi sapere che ho scritto una storia d'amicizia tra un ragazzo e una ragazza che s'intiola IL QUADERNO VERDE.
Il quaderno verde sarebbe un diario tenuto dal protagonista, un certo Stefano Starano, in cui scriveva pensieri e altro che gli scaturivano dall'animo o da esperienze (o dall'intelletto in genere).
La storia viene scrita dal "punto di vista" di questo diario. Ad un certo punto si crea un (diciamo) malintaso fra lui e Giorgia, la sua migliore amica. A seguito di questo non si vedono più per parecchio tempo.
Una notte Stefano fa un belissimo sogno di loro due e scriverà una lettera che le spedirà:
«Ho cercato per tanto tempo e in tanti luoghi, mi sono reso conto che l’aver trovato una persona come te è stato un evento unico nella mia vita. In tutto questo tempo che non ci siamo visti io ti ho voluto bene lo stesso, forse di più. Non temere, non ti lascerò: potrò avere ancora degli scatti d'ira, ma ritornerò, SEMPRE. Non è possibile lasciarsi così: il bene che io ti voglio, e che so che tu mi vuoi, non si dovrebbe fermare davanti a niente. Tu sai che ho fiducia in te ed io so che tu ne hai in me. Non fermiamoci di fronte a queste barriere poste dai nostri limiti, piuttosto cerchiamo di abbatterle e andiamo avanti. Solo così si può veramente costruire qualcosa insieme. Spero che la pensi così anche tu, anzi no (che cretino) ne sono sicuro.
P.S. Sto elaborando una mia nuova versione di Yesterday, vorrei fartela sentire, ci stai?»
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