Storie sempre attuali

florentia89
00lunedì 21 aprile 2008 07:58
Il Vitello che mi fissò

Un certo momento di anni fa (ma è una favola?) divenni di tendenza vegetariana. Da allora cercherò di evitare il consumo della carne o, almeno, di limitarlo. Ciò a valere anche per oggi. Allora:
Tutto avvenne durante il servizio di Sussistenza nella caserma in via Nomentana e nel deposito in via Casilina.
…“Franz, domani siamo comandati per un servizio al mattatoio, riporteremo un paio di vitelloni macellati e sezionati per noi”....
…”Kurt, questo servizio mi sta sulle scatole, non puoi mandare altri?”
…”No, dobbiamo pure incontrare tramite te il padre del tuo amico che si occupa della Cooperativa BL (basso livello, cioè trippe e interni)” ..
Il giorno dopo alzataccia, traversiamo la città e ci dirigiamo verso il lontano mattatoio. Parcheggiamo il camion, entriamo.
Siamo gente scafata in fatto ad emozioni forti ma assicuro che vedere abbattere bestioni con mazzate in testa o coltelli da paura, senza la pistola che mi attendevo e erroneamente pensavo simile a quella militare, è scioccante al massimo. La pistola umanitaria, chiamata così per comodo nostro, non degli animali, la conoscerò quattro anni dopo durante il servizio militare italiano, quando inizierà a usarsi con ricorrenza, senza essere, credo, ancora obbligatoria.
Vediamo il responsabile del settore “BL” (che conosco e mi guarda male, dato il colore scarlatto delle sue idee). Kurt ci prende degli accordi e si danno appuntamento per qualche contratto di fornitura.
Poi passiamo in un corridoio ove è una fila di box scoperti destinati a ricevere gli animali da abbattere. Mi mettono di fronte a uno di questi riquadri, sul lato opposto, e un capo macellaio mi dice di restare li che faranno entrare il nostro vitellone, lo faranno fuori e io dovrò avvertirlo quando non darà più segni di vita.
Mi chiedo più cose: Perché attendere? Non muoiono subito? E io che c’entro con la collaborazione in questa bolgia sanguinaria? Comunque è sempre l’ordine di un superiore e mi accingo ad eseguirlo, malgrado il voltastomaco e i timori che mi hanno colpito, anche in funzione dei miei diciassette anni. Non bastasse intorno stagna un odore rivoltante di sangue e di morte. Mi metto in posizione. Nel corridoio vengono immessi diversi vitelloni e inseriti ognuno in un box. Giunge il capo di prima con un paio di aiutanti, mi fa notare un cartellino fissato su un orecchio della bestia, poi in un attimo taglia la gola al malcapitato tenuto dai due aiutanti. Fatto ciò loro escono ed inizia il mio calvario.
Da non credere! Il vitellone è in terra con il corpo che freme e le zampe scalciano nel vuoto, ma il grosso capo è immobile sul pavimento e…. mi guarda! Non è lo sguardo spento che vediamo nelle teste messe in mostra nei negozi di carni, è sguardo vivo che fissa direttamente me, come dicesse “aiutami”. Provo a spostarmi su un lato e lo sguardo mi segue, cosciente, dolorante. A quel punto non cerco più di distoglierlo e fisso il vitellone morente senza reticenze. Negli altri box sarà lo stesso spettacolo ma regna il silenzio. Il sangue che fuoriesce finisce in un canaletto di drenaggio. Gli dico:
.. “che ti hanno fatto amico mio! tremo guardandoti eppure di morti ne ho visti! No, non posso far nulla, solo constatare l’ingiustizia che dalla notte dei tempi decise che voi dobbiate sacrificarvi per noi!”…
Si dirà: quante storie per una bestia ammazzata!
Rispondo: …“l’avete mai vista la morte di un vitello sgozzato?”…
Ci mise più di un quarto d’ora il vitellone ad andarsene nel suo mondo, per finire poi nelle nostre pance, mai abbandonandomi con lo sguardo e scalciando sempre meno. Infine restò immobile come solo un morto sa fare, anche gli occhi si velarono sempre più e infine restarono aperti e fissi nel vuoto.
Avvertii il macellaio, lo sollevarono con un gancio dal soffitto e lo fecero scorrere in una catena di smontaggio ove venne trasformato in pelle, testa, zampe, svuotato e diviso in quarti. Misero dei bolli sui pezzi e poco dopo ero sul camion con il mio irriconoscibile amico appeso con un altro ai ganci del cassone di carico. Tornammo muti in caserma.
Il magazziniere che ricevette i pezzi e sentì il mio breve resoconto mi disse che in Italia eravamo dei barbari a trattare così le bestie da macellare. Da loro, in Germania, era utilizzata da molto quella pistola che faceva tutto in un attimo, e non in tanti minuti come per me.
Il giorno dopo alla mensa: ….”la carne no! del formaggio grazie” …
La repulsione totale durerà poco, pian piano riprenderò a mangiare spezzatino e cotolette senza però entusiasmo o gradimento particolari.
Poi, più adulto, d’accordo con mia moglie, decideremo di limitare al massimo il consumo della carne, senza però escluderla del tutto.
Seppi che Hitler era vegetariano, oltre a non fumare, due cose che lo innalzarono (poco) nella mia considerazione, avendo deciso anch’io di non fumare e limitare la carne. Per il Duce ignoro se lo fosse. Che fumasse abitualmente non mi sembra.
Infine la guerra finì tragicamente, almeno per noi, e tutto cambierà, meno per gli animali del mattatoio che seguiteranno a essere accoppati con i vecchi e nuovi sistemi, nella indifferenza alle loro sofferenze.
In seguito, quando le pistole da abbattimento divennero obbligatorie mi trovai in un paesino laziale, Olevano Romano, e un amico mi disse:
….“oggi ammazzerò il maiale alla “mia maniera”, col coltello che punta al cuore, non mi frega un cavolo se è proibito, non immagini che strilli se tutto non va’ bene”..
Lo immaginavo invece, e come! Ricordai il maiale di Nettuno che strillava disperato e il vitellone che mi fissò prima che si spegnesse.
Voi che leggete pensate al mio maiale e al mio vitellone quando mangiate la vostra carne e non vi dico di non consumarla, ma almeno non scartatela. Provate a dire un grazie all’ignota vittima sul piatto.
Come particolare indicativo dei tempi ricordo quando nella scuola, ai tempi del Duce, magnificavano le virtù dei “fagioli” e altri legumi, capaci di sostituire spezzatino e bistecche, non credo però per motivi di sensibilità morale, quanto perché di carne ce n’era poca e, con ipocrisia, si magnificavano i legumi, che pur c’erano, ma poi non erano così tanti come sarebbe stato necessario.
Lo so, questo “pezzo” è capace di mettere a dura prova chi legge, ma perché fare gli ipocriti e non andare a ritroso nella filiera di produzione di quella bella carne pulita, rossa, invitante, ben tagliata e preparata, che viene offerta negli esercizi dei nostri macellai?
Perché non considerare che dietro ottoni nichelati, cristalli, luci, c’è tanto dolore di esseri biologicamente tanto simili a noi tutti?
E perché se incontriamo queste bestie da vive ci fanno tenerezza, le accarezziamo e ci commuoviamo tanto? Non lo capisco, è ipocrisia!
ELIPIOVEX
00lunedì 21 aprile 2008 22:23
Un discorso molto simile al tuo lo sentii da un ragazzo che lavorava in un laboratorio che trattava le carni di pollo.
Anche lui disse se solo vedessimo come muoiono i polli là dentro ci passerebbe subito la fame!
auroraageno
00mercoledì 23 aprile 2008 10:19

E' orribile!
Parlando di questo da molti non si è compresi affatto!
Sarà questione di sensibilità...

Grazie, Francesco. Un caro saluto

aurora

misterx78
00mercoledì 23 aprile 2008 17:53
Essere obiettivi

Ti risponderò col mio parere che forse non condividerai ma che, molto più probabilmente, non ti aspettavi.
Se non si uccidessero a fini alimentari mucche e vitelli, questi, anche liberati allo stato brado, come consigliano qualche scarlatto animalista, morirebbero in pochissimo tempo e si estinguerebbero. L'uomo li fa nascere e li nutre proprio al fine di nutrirsene. Sono talmente incapaci di difendersi che non solo sarebbero facili vittime di altre belve ma finerebbero per estinguersi, come già ti dicevo.
Non è essere ipocriti sentire simpatia per un animale e poi mangiarne altri. E' natura. Noi siamo questo. Non c'è nulla da crearci in negativo su questo. La mente, se cominciamo a pensarci, può trovare qualsiasi motivazione negativa. Qualsiasi ingiustizia. Ma non è meno immorale uno che è vegetariano di uno che è onnivoro. Nel primo caso trattasi di una scelta imposta da reticenze, filosofie karmike o altre mentre nel secondo si tratta di assecondare la natura.
Personalmente sono stato in passato vegetariano e ho anche visto e rivisto vitelli sgozzati. Non parlo mai per sentito dire. So bene a cosa stai accennando. Ma sono bene anche che, a mio parere, bisogna essere obiettivi e realistici nel mondo già pieno di problemi... Se ci dovessimo cospargere il capo di cenere per ogni bestia ammazzata utile al nostro nutrimento andremmo contro noi stessi. Pensa alla caccia. E' sempre esistita. Quella vera però, cioè quando la si pratica e si porta a casa l'animale cacciato per cucinarlo. Non c'è nulla di innaturale in questo. Posso trovare negatività, invece, quando si va contro un'uccisione senza un fine. Questo lo vedo negativo: uccidere una bestia così per mero divertimento e senza nutrirsene. Ma al fine del nostro nutrimento è tutt'altra cosa.
La natura stessa è proprio questa: mors tua vita mea.
florentia89
00mercoledì 23 aprile 2008 21:31
Ciao
Ovviamente interessante la tua risposta e pragmaticamente condivisibile, almeno entro certi limiti.
Non sono d'accordo che allo stato brado i bovidi si estinguerebbero, essi costituerebbero un grado alimentare di carnivori nella giusta misura a loro occorrente, tant'è che in Africa, malgrado leoni, leopardi, iene ..... , non si sono ceto estinte gazzelle, bovidi vari, e altri. Ricordo che l'America del Nord era piena di milioni di bisonti, dai quali gli indiani ricavavano il giusto nutrirsi, senza intaccarne l'equilibrio naturale. Poi arrivarono i bianchi e, in pochi decenni, i bisonti sono andati per la quasi totalità a farsi benedire.
C'è che noi, per nutrircene, promuoviamo nelle vacche e altri animali, una maternità scatenata, che produce frotte di nuovi nati che, in condizioni normali, non ci sarebbero. E questi li uccidiamo e ce ne nutriamo.
Non dico che anch'io non consumi oggi carne, ma poca, molto poca, e questa poca è già troppa e ingiusta.
Se andiamo agli Universali vediamo che c'è una matrice comune per tutti i mammiferi, con una uguaglianza da impensierire. Tutti abbiamo quattro arti, una coda o una parvenza di essa, testa, polmoni, fegato, cervello, ecc. ecc. ecc., nonché identiche sensazioni di gioia, terrore, dolore, angoscia.
Ricordo che la dentatura umana, salvo i nostri ridicoli canini, sviluppatisi di certo in epoche posteriori, è quella di un essere preminentemente vegetariano o vegetaliano che si voglia.
Comunque i tempi, lo status primordiale e moderno, quello futuro, prevedono ciò e quindi, con poco entusiasmo, io lo accetto, nei limiti che intenda farlo.
Mi auguro solo che in tempi brevi o medi non giunga sul pianeta terra una qualche razza di alieni che utilizzino noi umani per i loro bisogni alimentari.

Ciao e grz per la risposta
.
ELIPIOVEX
00mercoledì 23 aprile 2008 21:45
Re: Ciao
florentia89, 23/04/2008 21.31:


Mi auguro solo che in tempi brevi o medi non giunga sul pianeta terra una qualche razza di alieni che utilizzino noi umani per i loro bisogni alimentari.

Ciao e grz per la risposta
.



speriamo di no!


fiordineve
00venerdì 9 maggio 2008 18:32

Mio padre quando uccideva uno dei suoi conigli non lo mangiava mai.
Io, cresciuta in campagna ho il massimo rispetto per ogni forma vivente, includendo la flora.

Mangio pochissima carne, ma perchè non parlare dei pesci o dei volatili? O di altri animali che vengono uccisi per riparare le signore dal freddo?
Non possiedo pellicce, ma mi piacciono scarpe e borse, giacconi caldi et similia.
E i test su cavie innocenti?

Li dovrebbero eseguire sugli ammalati?.
Nella Genesi, e parla Dio, l'uomo è sovrano e domina il regno animale.

Ero vegetariana ma aver visto un campo di soia o di cereali e saputo come vengono sfruttati, sono tornata al mio panino colla mortadella.
Stefano Starano
00sabato 10 maggio 2008 15:39
è semplice
E' semplice il perché della questione: essa è complessa.
Come pensare che tutti pensino allo stesso modo su questioni tali che "ci prendono", che ci investono tutti, che decidono della vita e della morte di altri esseri?
Personalmente credo che non uccidere sia meglio di uccidere, però, però...
Bisogna essere pratici e risoluti: dobbiamo vivere, anzi, sopravvivere: non possiamo morire o lasciar morire i nostri figli di fame.
Non se la vegetazione sarebbe suffciente come quantità e come monodieta (proteine necessarie alla vita normale).
In realtà non ho dato "una" risposta ma due.
Sugli extraterrestri penso che non sfuggano all'evoluzione, cioè, se noi stiamo diventando sempre più sanguinari (guerre e delitti singoli anche in famiglia o per scopi di lucro come uccidere bambini per trapianto d'organi) gli extraterrestri saranno giunti al punto di ucciderci per puro divertimento.
Ho detto.
fiordineve
00lunedì 12 maggio 2008 01:13
AUGH!!!
Stefano Starano
00lunedì 12 maggio 2008 23:48
scusami cara
Scusami, potresti esprimere una tua opinione?
"Aagh" potrebbe essere una malinconica conferma: è così?
Ciao
un bacio
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