Storie di Sicilia

florentia89
00sabato 17 maggio 2008 14:43
Nulla cambia. Ieri, oggi, domani
Istantanee siciliane parte 1
La guerra è finita da poco e noi del gruppo siamo in buona attività.
….”Franci, Monsignore ha un problema. Tu che stai bazzicando le isole potresti essergli utile. Lo incontriamo stasera.”….
….”Monsignore riverisco …. sta bene? …. anch’io grazie …. Francesco mi ha accennato che voleva vedermi, dica pure”….
….”Senta, sa che la Sicilia oggi è terra di scontro fra istituzioni, separatismo, banditismo. Poi c’è la mafia. Quindi è una zona difficile. E meno male che il suo Duce ci mandò il prefetto Mori”…
….”per il problema che abbiamo necessita per ora l’intervento di una sola persona con poteri adeguati, meglio non dell’isola, capace di trattare. Ho pensato a lei, pur se ventenne (sembravo però più maturo).
….”nella cittadina X sono state sottratte dalla chiesa tre tele del seicento e due teche con reliquie di santi. Queste ultime forse le hanno ritenute d’oro massiccio, mentre per i quadri hanno fatto le cose con calma. La chiesa era chiusa per lo sbarco alleato e ciò è stato un bene, il distacco è stato accurato. Così spero non si siano rovinate”….
….”le tele sono prestigiose e ci teniamo. Le teche altrettanto, specie per le reliquie conservate. Dobbiamo recuperarle”…
….”Monsignore, abbiamo qualche notizia particolare?”….
….”si, nostre fonti ci hanno detto parecchio sul furto, chi forse l’ha compiuto, l’ha commissionato, dove potrebbero trovarsi le cose, che sono ancora in Italia, con il rischio di finire in America. Non possiamo nulla con i Carabinieri in quanto essi vivono quasi barricati in caserma. Se poi qualcosa si venisse a sapere sparirebbe tutto in un attimo. E poi sul furto, è penoso dirlo, giocano rivalità fra paesi e persone. Diciamo che per metà è atto delinquenziale, per metà è regolamento di conti vecchi. Io suggerirei questo….. poi agisca come crede, ne ha facoltà, magari sentendoci ed accordandoci se necessario”...
….”Monsignore, ci proverò e mi appoggerò a chi lei ha indicato”….
Viaggio sulle vie del Sud dissestate dalla guerra. Ho sbagliato a non scegliere un postale aereo USA per Catania o Palermo. Mi era sembrato più semplice il passaggio su un camion militare.
Latina, Gaeta, Sperlonga (ah! il sale per la Wehrmacht), Napoli, Salerno, che traversiamo di sera chiedendoci se erano più le prostitute che gli abitanti, e poi giù, Lamezia, Vibo, Villa S.Giovanni, Reggio, traversiamo lo stretto con un mezzo della marina e sono a Messina.
Mi sistemo in hotel e telefono al corrispondente per vederci l’indomani. Faccio due passi e sono avvicinato da un folcloristico disperato il quale mi offre un paio di fichi d’India, che sbuccia senza problemi per le spine. Mentre li mangio seguita a prepararne altri tanto che devo fermarlo altrimenti avrebbe svuotato il secchio che ha con se.
Gli do un po’ di soldi, mi bacia la mano. Poi pretende che accetti un ultimo fico, il più grosso degli altri.
Mi incontro con il locale, Ragioniere Salvatore X, che per qualche giorno mi farà da accompagnatore. Useremo la sua Balilla.
Percorriamo strade disagiate. Siamo fermati da posti di blocco dell’esercito e carabinieri. Potrei incontrarci mio fratello, ora in Sicilia a combattere cosa non sa. Dato il caldo parecchi soldati sotto l’elmetto hanno ampi fazzoletti che li fanno sembrare della legione straniera.
In qualche sosta siamo circondati da bambini e bambine poverissimi che insistono a offrirci granite di limone. Vediamo più volte, sui bordi delle strade, uomini piccoli e tarchiati vestiti di nero, camicia bianca senza colletto, stivali, coppola, fucile a spalla con canna in giù. Sembrano senza tempo e volto. Mangiamo qualcosa in una trattoria. Sento l’accompagnatore dire all’oste “è uno di Roma che comanda!”.
Arriviamo. Ho avuto da Monsignore l’invito a non contattare né il parroco, né i superiori. Salvatore prende due stanze in un alberghetto, d’altronde unico. La mia è enorme, nel letto potremmo dormirci in tre e più. Non c’è acqua corrente, ne trovo di fresca in un boccale.
C’è il lavamano con bacile, specchio, brocca, secchio, nonché un grosso pitale smaltato. Per le necessità più impegnative è a disposizione un “cesso” all’antica (non posso chiamarlo toilette), posto in un vano così vasto che ci si potrebbe ballare. C’è un water, non il bidet, una vasca malridotta, un tubo con una doccia grezza.
Mangiamo un po’ e poi dormo sodo. Il giorno dopo:
….”buongiorno signora, devo vedere il Dottore “Ricevuto” (nome mai sentito, salvo che li’, figlio oltretutto di un prestigioso uomo di Stato), è stato già avvertito”…. Poi:
….”la ossequio Dottore, le porto i saluti di Monsignore, no! io non sono un sacerdote in borghese, ma un suo collaboratore”….
Parte una conversazione senza fretta, che toccherà tutto e tutti meno l’argomento principale, lo vedremo forse dopo il pranzo, per il quale sono suo ospite. Saranno al tavolo anche una ieratica mamma in poltrona e una sorella senza età. Il Dottore Ricevuto vive in una bella palazzina baroccheggiante che ricorda il Gattopardo. Il pranzo è pesante, accompagnato da vino duro e dolci che sono un altro pranzo.
Tutto è servito da donne silenziose. Terminato il simposio c’è il caffè e la siesta nel giardino. Non bastassero le preoccupazioni mangerecce il Dottore precisa che ceneremo “leggero” da lui, meglio non parlarne. Mi accenna pure che alcuni giorni prima era stato “sparato” un malavitoso fuori del suo cancello, sembra avesse intenzioni poco amichevoli nei suoi confronti, lui che fa il bene a tutti!

In casa col Boss - parte 2
Da Salvatore so che il Dottore Ricevuto (dottore in che?), sulla quarantina, non sposato, vive dalla notte dei tempi con la mamma in poltrona, non si sa se paralizzata o meno. Sempre da una vita ha una “fidanzata” che a lei non piace, come d’altronde è stato per ogni altra.
La camera della madre, ove vengo introdotto un attimo per il baciamano, ha all’interno un altare con fiori finti e due sante in cera in grandezza naturale che sembrano due morticine pallide.
In salotto la sorella, vestita di scuro e con i capelli raccolti sulla nuca, ci intratterrà al pianoforte e tutti l’ascolteremo con aria estasiata.
Poi il Dottore Ricevuto mi mette a parte di un suo segreto, ciò vuol dire che non gli sono risultato ostico e poi … come ometterlo? In una “dependance” alla Coppedè, sul fondo del giardino, mi mostra il suo gioiello proibito, cioè una casetta, già di sorveglianti, attrezzata alla D’Annunzio del Vittoriale di Gardone, il libertino di suo gradimento. Drappeggi e tende ovunque. Luci nascoste, toilette con accessori inizi 900 forse bagnati d’oro, e poi la stanza da notte! oltre i damascati e luci c’è un letto da parete a parete di almeno quindici metri quadri!
La stanza, tutt’una col soggiorno ma più rialzata, non ha passaggi laterali né pavimento, è letto e basta. E non pensiate sia finito. Le immense lenzuola di sotto e di sopra sono “nere”, così i cuscini e accessori! La sovracoperta è in bordeau scuro. Manca al soffitto l’aereo di Vienna. Confidenzialmente il Dottore mi confessa di….non avere mai utilizzato seriamente la dependance, gli basta sapere di averla e soprattutto che i suoi amici lo invidino per quel gioiello di alcova, pensando chissà quali avventure possa aver ospitato.
Inizio a dubitare sull’equilibrio mentale e sessuale del Dottore Ricevuto, pur se di stranezze ne avevo viste già parecchie.
Si consideri che rimasi in buoni rapporti con lui e, quando un giorno lo visiterò con mia moglie, egli m’imporrà l’ospitalità dannunziana, con lei che ancora mi chiede in quale razza di postribolo l'avessi condotta (grata però per il continuo giungere di granite e frutta fresca e per la guardiania personale). Infine il giorno dopo, con calma, come tutte le cose in Sicilia, c’è la riunione clou, con Salvatore presente.
….”Dottore Ricevuto, sa che sono qui per il furto sacrilego nell’abbazia. Pensi! le reliquie di due santi così importanti per voi e le tre tele del seicento alle quali Monsignore e Roma tengono molto!”….
….”si, lo so che è dispiaciuto e non sa che fare, ma Monsignore crede che lei, rispettato e obbedito ben più dei carabinieri, una mano possa darla onde recuperare ogni cosa”….
….”inoltre Monsignore sta anche pensando di suggerire a qualcuno di emettere una scomunica per chiunque abbia compiuto, collaborato o tollerato il furto, o ne sappia qualcosa, e lei sa che chi ne è colpito non potrà più avvicinarsi all’eucarestia” …
….”no Dottore! le autorità e Sua Eminenza non le ho interpellate. Monsignore vorrebbe sistemare le cose senza ufficialità”..
….“sono latore di alcune proposte, posto che lei ci dia una mano”...
….”Parli con Monsignore, gli dica che cercherò di fare ciò che posso, riparliamone dopo che gli abbia telefonato”…. Chiamo Roma:
….”Monsignore senta…… Si, ho capito… procederò come dice”…
….“allora Dottore Ricevuto, Monsignore la ringrazia, la saluta, la ricorda, ed io le espongo ciò che potrebbe offrirle”….
….”se c’è il recupero Monsignore farà in modo che chi di dovere sappia della sua collaborazione e le farà avere l’onoreficenza ecclesiastica alla quale lei tanto tiene”….
….”Monsignore poi sa della sua intenzione a candidarsi per le prossime elezioni. Farà in modo di suggerire al partito che il candidato gradito in questa zona è lei e non altri”….
….”come intervento materiale Monsignore le farà giungere un autotreno di farina USA che lei farà distribuire gratis ai bisognosi locali. Capirà che ciò vuol dire elezione assicurata”….
….”denari non ne offre, ma dovessero servire parliamone”….
….”Sentirò qualcuno (il dottore Ricevuto a me), rivediamoci”.. Poi:
....”allora dica a Monsignore che si può fare. Però occorre mezzo milione (cifra discreta per allora, sui 10-15.000 Euro d’oggi). Chi ho convinto deve coprire purtroppo qualche manovalanza, picciotti”...
….”Dottore, per i denari ho facoltà di impegnarmi io. Salvatore provvederà come lei vuole. Che dobbiamo fare?”..
….”Come che dovete fare? Minchia! nulla si deve fare. Dopodomani tele e ossa saranno a XX. Dica a Monsignore che per i piccioli l’intenzione era molto di più, ma ho deciso io, mi devono rispetto”
Andò così che uno dei carichi di farina, già destinati alla Sicilia, venissero dirottati verso la cittadina X, sempre Sicilia.
La scomunica non avrà seguito. L’onoreficenza verrà concessa nella logica sabauda, copiata dai preti (o viceversa) che "un buon sigaro e un cavalierato non si negano a nessuno”.
L’aiuto elettivo ci sarà ma il Dottore sarebbe stato eletto comunque.
E il mezzo milione non costò assolutamente nulla:
A Roma: …“… ragioniere, sulla cifra per la Sicilia scali cinquecentomila lire, le abbiamo impegnate in altro modo”….
Il Dottore Ricevuto, che aveva la coscienza non del tutto tranquilla e noi lo sapevamo, e lui sapeva che noi lo sapevamo, in effetti si trovò coinvolto in questo ”affaire” un po’ forzatamente. Dal ritrovamento ne ebbe una bella pubblicità per il suo prestigio.
….”la saluto Dottore, è stato un piacere incontrarla”…
Al ritorno Salvatore, il mio accompagnatore, dirà:
…”complimenti, sa che per tre giorni lei ha trattato da pari a pari con un mammasantissima? E sa per me quello che l’ha spaventato? non Monsignore o le Autorità, ma la minaccia di scomunica, lui che con il sedere ha fatto un buco nel suo banco in chiesa”….
….”guarda Salvatore che con la scomunica Monsignore non c’entra, me la sono inventata io, senza sapere se sia così facile comminarla”….
A Roma, due giorni dopo:
….”Monsignore, ogni cosa è a casa propria. Il Dottore Ricevuto le bacia la mano. Mi consideri a disposizione”.
Il Dottore, che oggi avrebbe un secolo e più, se ne andò abbastanza anziano, dopo una vita di osservanza formale dei precetti della Chiesa, di maggiorente politico locale e penso mafioso alla vecchia maniera. Anche la mamma lo lasciò vecchissima, forse di rinsecchimento.
Lui non sposò e non lasciò la fidanzata. Quanto al suo segreto, il rifugio dannunziano, mi auguro che qualche volta l’abbia utilizzato.
Duce! Esprimo fra me e me un pensierino anche alla tua opera.
Il Dottore Ricevuto in precedenza fu uno dei tuoi quadri isolani e non ebbe problemi a considerarti per allora cosa buona, specie se tenevi a bada la gente che contava poco o nulla, ma ti vedeva lontano dalla sua realtà, diciamo un fenomeno passeggero. Poi ti dimenticherà. In Sicilia, e non solo li’, si perdona poco a chi perde. C’è sempre un sostituto per ricominciare e ricadere al momento opportuno. L’isola malgrado il tuo prefetto Mori è tornata come era da sempre, mondo immodificabile, incomprensibile, ancestrale. Tutto passa ma la Sicilia e l’Italia no, esse restano con i loro problemi, positività, storture.

ELIPIOVEX
00giovedì 22 maggio 2008 22:15
Non mi è piaciuto tanto questo tuo Dottore Ricevuto, sarà che alcune persone non mi stanno simpatiche a pelle...
Aspetto il tuo ritorno.
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