Senza una ragione

ingenuopoeta
00venerdì 29 giugno 2007 17:23
Senza una ragione, perlomeno apparente, mi voltai senza fretta verso l’insegna di quel bar che avevo sempre visto, ma nel quale non ero mai entrato. Spostai poi i miei occhi sulla vetrina trasparente che mostrava l’interno del locale: su di essa la pioggia di quel pomeriggio di giugno disegnava lunghe lacrime, destinate a riunirsi in piccoli rigoli d’acqua che riempivano gli spazi tra una mattonella e l’altra. Furono quelli i secondi in cui, per la prima volta, l’immagine di lei cominciò a farsi spazio tra le mille altre figure che coloravano i miei pensieri. E solo quando la ragione vinse sulla mia emozione, allora cercai di nascondermi un poco fra i pini marittimi che annunciavano la prima spiaggia. Di certo non volevo farmi scoprire, rischiando così di bruciare in un lampo le infinite favole che già costruivano la mia giovane illusione. Ma non volevo nemmeno rinunciare a quella visione, tanto che cercavo di sbattere il meno possibile le palpebre, in modo da goderne il più a lungo possibile. E nemmeno dopo diversi minuti di dolce ebetismo, il mio cuore e la mia fantasia sembravano sazi. Ero talmente assorto, quasi addormentato nel tepore di quel sogno, che non mi accorsi neanche della resina che, lentamente, si stava impadronendo delle mie dita, anch’esse insensibili in quello stato di grazia.
Quanto avrei voluto essere quel bicchiere, gioco delle sue mani, baciato e svuotato dalla sua bocca. E pure il modo in cui masticava, così tranquilla e silenziosa, pareva sublime.
La gioia che mi accese gli occhi quando constatai che era sola fu un misto di idiozia ed egoismo, ma comunque dettata da quel sentimento che negli istanti precedenti aveva trovato l’occasione per nascere, senza pigrizia.
Lei non aveva nessuno, quindi poteva avere qualcuno. Fu questo il pensiero che mi solleticò in quell’istante.

ELIPIOVEX
00venerdì 29 giugno 2007 21:27
Dai fatti avanti... [SM=x142836]
Cobite
00mercoledì 4 luglio 2007 07:20


Romanticissimo... [SM=x142891]

[SM=x142848] Giancarlo
finfilla
00mercoledì 4 luglio 2007 13:53




Mi percuote il turbamento tragico dell'amore romantico, questo spasmo eccessivo di sublimare ogni idillio.
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