Satira Natalizia.

Genio tra gli scemi
00sabato 29 dicembre 2007 22:32
[SM=x142947] Attenzione:
Vi avverto che questo scritto è da continuare, e mi scuso per eventuali errori di ortografia o di sintassi.
Quella mattina non credevo ai miei occhi.
È vero che la sera prima ero andato per tutte le discoteche della Lapponia con i miei folletti, è vero che il conto della consumazione superava abbondantemente la cifra a quattro zeri, e rendiamoci conto che è vero anche la leggenda secondo la quale le spogliarelliste di tutta Lapponia mi conoscevano e mi chiamavano Big Santa Claus (nome che non ho mai capito nemmeno io che significato mondano avesse, ma mi piaceva così e mia moglie ne era molto contenta).
Nonostante tutte queste cose, quella mattina non mi sentivo così ubriaco della sera prima e tutto sommato non sentivo la minima presenza di alcool nel mio corpo. Eppure quella mattina, la mattina del 26 dicembre 2007, quelle lettere che mi arrivarono sembravano così una candid camera, tanto è vero che cominciai ad urlare per tutta la fabbrica:
“Daiiiiii ragazzi lo sapevo…appena ho visto la lettera lo sapevo che me la volevate far pagare perché ieri sera vi ho abbassato i pantaloni davanti alle spogliarelliste prima di aver preso la pillola blu… ahahahaha”
Ma nessun folletto rise né mi disse niente, stranamente sembravano incazzati neri.
Quando mi resi conto che non era uno scherzo, e quella lettera era vera…mi resi conto di una realtà che non mi è mai parsa tale.
Ebbene si bambini e bambine di tutte le età, Babbo Natale aveva ricevuto una multa dal signor Romano Prodi. ***
Quella lettera mi invitava a pagare l’inquinamento della mia slitta, mi obbligava ad aumentare il salario dei folletti (che giù alla fabbrica intanto se la ridevano, e stranamente sentivo anche uno strano rumore metallico), e infine mi obbligava a pagare una multa di una zona a traffico limitato nella zona di Roma-Ciampino.
Non ci vidi più, mi vestii con il solito vestito rosso e scesi in fabbrica.
Non volevo credere ai miei occhi.
Non solo quella mattinata era inciampato per ben tre volte in una bottiglia di Whisky lasciata da una coppietta di folletti ancora ubriachi di ieri sera (ed in quel momento erano le 13:00), ma aveva appena scoperto una rivolta dei folletti nella fabbrica. Tutte le apparecchiature del terzo mondo, donatagli dalla O.N.C.O.L. (Organizzazione Naturale Criminalità Organizzata della Lapponia) era stati ridotti a poltiglie di ferro. Non si seppe spiegare il come, in che modo i folletti avevano combinato quel poco in fabbrica?
E lì incomincio la guerra, una scena simile a quelle che si vedono in televisione durante le partite negli stadi italiani (cosa naturale nelle televisioni delle Lapponia, il calcio italiano è considerato una barzelletta). Incominciarono a volare oggetti di tutti i tipi. Dai palloni di calcio ai giocattoli avanzati dallo scorso 25 dicembre, ma ancora; bottiglie di vetro, perizoma delle spogliarelliste della sera prima, ed ancora oggetti sessuali che si induceva a prima vista sempre alle spogliarelliste della sera prima (oppure a qualche folletto pervertito).
Allora non ebbi scelta, decisi di scappare e presi l’uscita di sicurezza contro le rivolte dei folletti.
Come sempre mi aspettava la mia Mercedes Benz Classe A.
Partii e in 5 minuti mi ritrovavo sulla autostrada per Roma, pieno di oggetti sessuali e liquidi di qualsiasi genere (…) sulla carrozzeria della mia macchina.
Fermatomi ad un autogrill decisi di cambiarmi per non dare troppo nell’occhio, ma in effetti la cosa non funzionò, per niente. Come era mio solito la mattina presi un caffè ed il cornetto.
Mangiai, e poi andai a pagare. Conto:12,50 (scontato perché alla signorina della cassa gli erano simpatici gli uomini cambiati BIG SANTA CLAUS).
Vidi che non avevo i soldi giusti e decisi di escogitare un metodo per non pagare....
Genio tra gli scemi
00martedì 1 gennaio 2008 19:28
Vidi che non avevo i soldi giusti e decisi di escogitare un metodo per non pagare.
Dissi alla signorina: “Signorina guardi un cane di in groppa un altro cane!”.
La signorina disse indifferente “Lo vedo tutti i giorni, prego sono 12.50”
Ne inventai un’ altra per distrarre la signorina: “Signorina c’è Prodi che si bisticcia con Berlusconi!”
La risposta fu altrettanto indifferente: “Beh, signore a che serve la televisione? Prego sono 12,50” Niente da fare, proprio la signorina non si voleva distrarre. Allora, stremato e sena altre scuse per fare guardare altrove la signorina, dissi incoscientemente : “***…. Che l’Asino vola!!?”
In quel momento la signorina si girò di scatto e con lei tutte le persone presenti nell’autogrill.
Così lesto me ne andai senza dar fastidio a nessuno. Entrai in macchina e frettolosamente ingranai la marcia per poter fuggire.
Mentre passavo davanti al locale ove si trovava il bar, aspettandomi una accesa e violenta ricerca di colui che non aveva pagato, alzai tutti i finestrini (che era leggermente scuri) e mi misi gli occhiali come ulteriore protezione alla ricerca che mi attendevo. Ma niente, davanti al bar cerano ancora le persone capeggiate dalla cassiera che cercavano l’asinello volante.
Risi ed mi misi in viaggio.
Feci sosta a Firenze, città in cui abitava una mia collega, massì, comunemente chiamata Befana, che in quel periodo, immaginai, si trovava nel bel mezzo dei casini per poter portare i dolci e anche giocattoli ai bambini.
E riflettei sulla vera essenza di quella figura. In realtà la Befana era solo una copiona che tentava di rimpiazzare la mia carriera con la sua, e ricercava solo la popolarità. In verità sembrava la vera essenza di alcune ragazze di oggi, tutta apparenza, che cercano di essere adocchiate per magari andare in televisione. La Befana quindi non è niente poco di meno che una soubrette spesso chiacchierata e fotografata in discoteche, ubriaca o non riusciva sempre far parlare di sé.
Arrivato alla residenza della befana, riuscii a incontrarla dal vivo.
Quella mattina era davvero la mattina dei “Non credo ai miei occhi.”
Dalla porta dell’ufficio uscì un capolavoro della chirurgia estetica, una concentrato di silicone e manipolazioni in ogni parte del corpo. Si, proprio una che al nostro tempo si poteva una Coniglietta di Playboy. La abbracciai molto volentieri.
“Oh, Babbo!!! Come stai? È tanto che non ci sentiamo! Birbantello cosa hai combinato in questi ultimi decenni che non mi hai nemmeno fatto uno squillo!! Ma sei davvero un cattivone….” E si alzò leggermente il seno con un gesto semplice.
In quel momento mi pentii di aver sorpassato il numero della Befana nella mia rubrica numerose volte.
“Beh, a dire la verità non ho avuto nemmeno un po’ di tempo, sai di questi tempi perfino i miei folletti si sono rivoltati contro di me, le tasse sono aumentate, sono stato multato nella città di Roma per circolazione in zona traffico limitato, Prodi mi ha aumentato la tassa sull’inquinamento della mia slitta…”
Lei rispose in modo sexy: “Non c’è problema Babbo... ti aiuterò io, sai perché sei rimasto in dietro con gli anni e ti trovi in questa situazione?? Perché non sei moderno e non hai il senza del Business, vieni ti accompagno nella mia fabbrica.”
Mi aprì la porta e mi condusse con il suo fare smanioso in una serie di corridoi tutti colorati di viola, poi finalmente ad una porta sulla quale c’era scritto “Armadio Personale della Befana”.
Immaginai da subito che quella scritta sulla porta fu un modo per deviare la fabbrica, o magari per portarmi in un posto in cui non mi aspettavo, prendendomi alla sprovvista.
Ma non fu così. Entrati in quella porta mi si aprì davanti a me uno spettacolo incredibile,uno spettacolo per un imprenditore come me che non vedeva un quattrino da una vita.
Una armata di Cinesi che lavoravano ogni tipo di giocattolo, ogni tipo di dolciume potesse esistere sulla faccia della terra. Un miliardo di musi gialli che producevano senza sosta, lavorando continuamente senza mai stancarsi ance per due giorni di fila.
“Ecco” m disse “Basta che ti prendi un centinaio di questi che lavorano come un miliardo di quei folletti della tua fabbrica, guarda basta che gli dai il rancio e un posto dove alloggiare loro lavorano per quanto vuoi, in più non si ribellano mai, solo uno scemo potrebbe farsi spodestare da questi qua.”
Ciò che mi manca è proprio il segno del business, pensai.
“Vabene hai visto ad abbastanza e come sai tra una settimana dovrò uscire con la mia scopa e consegnare tutti i doni ai bambini…che palle! Fortunatamente anche in questo campo mi sono, diciamo così, modernizzata per affrontare questo tipo di problematiche mi si presentano davanti, ti voglio guidare nel mio garage personale, dove ti farò vedere il mio mezzo con cui consegno i regali.”
In quel breve lasso di tempo fui guidato più dal suo didietro che da lei persona, infatti i miei occhi erano come incantati dalla presenza di tanta abbondanza in quel didietro.
In quel momento mi disgustava il solo pensiero della mia moglie, che in questo momento si trovava in chissà quale isola delle Hawaii a godersi i miei soldi che ho perso durante il divorzio.
Comunque la mia moglie era una vecchiaccia troppo abbondante nelle curve, brutta piena di carie in bocca. Cercai di non farmi disgustare da quel pensiero e godendomi il presente!
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