Rimembranze belliche

florentia89
00venerdì 21 marzo 2008 09:54
WOLF, cane teutonico, amico .. latino

Come premessa devo precisare che a 17 anni pensai di andare volontario con la Repubblica Sociale, quella del Duce per capirsi, finendo per le imprevedibilità del destino e del momento addirittura in un reparto ausiliario (sussistenza) della Wehrmacht Tedesca. Allora:

Nella caserma ove prestavamo servizio, dovevamo stare attenti a uno splendido cane “lupo” di un ufficiale SS del comando di Corso d’Italia.
Era giovane, nervoso, di taglia grossa, che l’attendente portava per la notte in un recinto, riprendendolo il mattino, salvo che la sera non rimanesse con il padrone. Si chiamava “Wolf” cioè Lupo, si trattava ovviamente un cane pastore-tedesco. Eravamo avvertiti di starne alla larga, in quanto non ci metteva nulla per attaccare e azzannare.
Era insomma un perfetto lupo tedesco, allevato e addestrato da tedeschi, di proprietà di tedeschi. Odiava i cani di piccola taglia.
Una volta fece fuori uno di questi caramellosi cagnetti con un solo morso e zampata. Dava al robusto attendente strattonate al guinzaglio tali da gettare in terra chiunque non abituato a lui e neanche pensare cosa potesse fare se aizzato contro! Nel recinto era libero, fuori no, mai lo vidi però con la museruola. Nell’ufficio del padrone SS si sdraiava su un suo tappeto e stava li per ore. Io non mi azzardavo nemmeno a guardarlo perché già bofonchiava. Se poi abbaiava lo faceva con tale veemenza da essere sentito e riconosciuto ovunque si trovasse.
Premesso questo prologo ecco cosa accadde. Una sera, finito un impegno di selezione e sistemazione di divise alleate prese sul fronte di Anzio, che dovevano spedirsi in Germania, uscii dal magazzino già con il buio (mi ero fermato per una doccia). Il tempo era coperto, la luce poca per l’oscuramento, e mi avviai verso la mensa, per prendere qualcosa di caldo. Non so se ci fosse qualcuno in giro, sta però che in quel punto del piazzale ero solo. Feci pochi passi e sentii un brontolio che non mi era nuovo, altri due-tre passi e divenne un ringhio. Questo lo conoscevo e come! dietro me c’era Wolf uscito dal recinto. Che fare?
Mi sentii gelare, l’istinto era di fuggire, ma ciò sarebbe stato inutile perché in due balzi l’avrei avuto addosso. Mi fermai allora vicino al muro (così da quel lato ero sicuro) e lentamente mi girai. La mole di Wolf, gli occhi nell’oscurità, il borbottio, promettevano poco di buono.
Allora tentai di applicare le mie regole “empiriche” sul rapporto umano-canino; mi sedetti lento sul bordo del marciapiedi e stetti fermo e zitto pensando alle mosse future. Wolf brontolava e io pensavo “non attaccherai un indifeso, seduto, che non ti guarda neppure? “ (invece lo seguivo al limite del campo visivo). Lui mugugnava e io silente, io fermo e lui fermo, come un cane da punta.
Dopo un po’ gli dissi “ciao Wolf”. Poi provai con “cuccia, giù, Wolf”, che ripetei un altro paio di volte senza risultato immediato.
Dopo un po’ però Wolf si accucciò con le zampe in avanti, come la sfinge di Giza. Allora partì la fase due e cominciai a parlargli sommessamente, con pause lunghe:
…“come va Wolf? l’hai fatta a chi ti ha chiuso in gabbia eh?”… poi:
…“oggi è una vitaccia Wolf, per me e per te, che ne dici?”
con Wolf sempre borbottante
…“e come ti va con le femmine Wolf? t’avessi visto mai con una bella cagnotta, non sarai mica da naso come il tuo padrone?”…
Entrambi immobili seguitai a parlarci lentamente.
Poi mi accorsi che non borbottava e non ringhiava, mi fissava con occhi neutri, non cattivi, la coda però non si muoveva, segno di diffidenza. Provai con “quì Wolf!”, lo ripetei e mi accorsi che aveva mosso un po’ il corpo, sempre accucciato. Tirai fuori il mio pane mero con alcune fette di cotechino tedesco (forse fatto in Italia), sul cui contenuto si dicevano cose atroci, e diedi lentamente un morso, poi di nuovo “qui Wolf” e gli mostrai un bel pezzo del salsicciotto. Wolf forse necessitava di affetto, ma non di mangiare, con i suoi abbondanti tagli giornalieri di carne, però si mosse, allora lo incoraggiai sorridendo:
…“Wolf! lo so che voi cani siete buoni finché non c’è qualche imbecille che vi insegna ad azzannare, dai! diventiamo amici”…
Lui si era avvicinato di più, io presi il cotechino e glie lo porsi, guardandolo negli occhi. Con un colpo fulmineo mi tolse la fetta e l’ingollo’ senza masticare; io stavo per ritirare la mano ma Wolf avvicinò il naso e prese a annusarmi le dita. Restai immobile, lui aggiunse mani e polsi poi si rizzò (Dio! quanto era alto e quanto basso io seduto!), venne verso di me e s’accucciò vicino, ma staccato. Poi vidi la coda fremere e scodinzolare leggermente. Dissi “è fatta” e poggiai le mani sul piancito con indifferenza, lui approfittò per annusarmi l’altra mano e braccio, infine gli dissi: …“senti Wolf, che ne dici se ti gratti la zucca?”... Gli sorrisi, la testa era piatta sul marciapiedi, la coda fremeva un po’ e azzardai, con le dita sfiorai la fronte e poi sopra, lui fermo.
Come fini’? poco dopo Wolf mi lavò mani e polsi con la sua linguona, oltre a sbavarmi il viso. Mi rialzai, sempre lentamente, Wolf in segno di amicizia mise le zampe anteriori sulle mie spalle e il muso a un centimetro dalla mia faccia, respirando con velocità da spavento e vibrando di amicizia (era alto quanto me).
Lo invitai a star buono “vieni Wolf, vado a mangiare!” e mi diressi alla mensa con lui dietro. Io credo che a Wolf in tutta la breve vita, avrà avuto un paio d’anni, nessuno lo avesse mai trattato con affetto. In cucina allibirono e avrebbero voluto far chissà cosa, ma li invitai a stare calmi, con Wolf che si era appiccicato alle gambe, poi aggiunsi “andiamo, si va’ a nanna, ci vediamo domani” e mi diressi al suo cancello, entrai (pericoloso! mi trovavo nel suo territorio, ma mi accettò) e: “… notte, bestione, siamo amici vero?”.
Uscii, chiusi il paletto e rifeci una doccia perché puzzavo peggio di un cane. Quanto tempo era passato? Poco secondo l’orologio (mezz’ora, forse meno), tanto per i momenti passati.
Dal giorno successivo tutti si meraviglieranno per le feste che ricevevo da Wolf quando ci incontravamo. Io lo alzavo senza timore sulle zampe e più di una volta gli affibbiai un bacione sul capo (spero che mia moglie ciò non lo legga). Gradiva sempre qualcosa da mangiare, solo come gentilezza, e io facevo in modo di avere con me qualche biscotto. Anche il suo padrone SS mi volle parlare e si meravigliò che Wolf mi venne affettuosamente incontro (forse pensò che il suo bestione visigoto lo avessi trasformato in un cane latino malleabile e sdolcinato). Certo, ho esagerato un po’ nel racconto, potevo dire solo di un impatto con un cane le cui difficoltà potevano esser state solo nella mia mente, ma non potevo, il mio rapporto con Wolf fu speciale (comunque una bella strizza l’ebbi, l’ammetto).
debona
00venerdì 21 marzo 2008 11:09
Un racconto molto carino.. ma.. io non seguiro l'esempio continuo ad avere una paura terribile dei cani [SM=x142922]
ELIPIOVEX
00venerdì 21 marzo 2008 21:16
Hai avuto proprio un bel sangue freddo!
auroraageno
00sabato 22 marzo 2008 07:51

Eh sì... lo immagino bene che tu abbia avuto paura..! Un pastore tedesco addestrato per la guardia, con un padrone SS..!!

Come hai detto giustamente! “Wolf! lo so che voi cani siete buoni finché non c’è qualche imbecille che vi insegna ad azzannare, dai! diventiamo amici”.....

Gli animali possono essere anche imprevedibili, certo. Ma Wolf ha ricambiato con tutto il suo gran cuore il tuo cuore buono, Francesco.

Bellissimo racconto! Io, poi, che amo gli animali e ho avuto anche cani lupo, apprezzo particolarmente.
Mi ha molto colpita anche l'ambientazione della vicenda..!

Grazie, Francesco.

Un carissimo saluto e ti auguro di cuore Buona Pasqua!

aurora [SM=x142887]





florentia89
00sabato 22 marzo 2008 07:51
ciao Elipiovex
Vedi, non è questione di sangue freddo. C'è che all'occorrenza il conscio e inconscio si adegua al momento di un evento e noi ci si comporta in modo del tutto imprevisto dal solito.
Io con i cani ho sempre avuto, da una certa età in poi, un certo feeling (prima gemitori e parenti incoscienti mi avevano instillato una paura irrazionale di loro) e l'impatto con Wolf, a cui mancava solo la Croce di Ferro di Hitler, mi fu' di insegnamento per il futuro. Infatti da allora i cani grandi non mi fecero e non mi fanno più paura, pur se uso una naturale prudenza. Ci parlo, non li tocco se non scodinzolano e non mostrano la loro disponibilità, li guardo negli occhi con comprensione e, ti posso assicurare, dopo due-tre minuti da questo approccio, io mi trovo il cagnone con le sue zampe sopra le mie ginocchia.
Quelli di taglia piccola o piccolissima mi sono simpatici, sì, ma non come i loro fratelli maggiori. Proprio in questi giorni con un Pitbull di una certa mole ci ho parlato parecchio (il padrone mi aveva assicurato della sua bontà) e sai come è finita? il Pitbull ha alzato la zampa destra e me l'ha porsa, con il proprietario che mi precisava che ciò lo faceva solo con le persone di suo assoluto gradimento.
Quanto al sangue freddo ho sempre dovuto averne parecchio, sia per volontà, sia per le dure contingenze della vita, visto che, mia scemata o meno, decisi di andare volontario a diciassette anni in guerra con la Repubblica Sociale, finendo invece a far qualcosa con i tedeschi.
Sappi che nel 1940 agli attacchi alla cosiddetta arma bianca (baionetta) i nostri fanti partivano correndo forsennatamente al grido ripetuto di "Savoia", finendo in carneficine che mente umana può raffigurarsi poco. Anche gli inglesi, nostri nemici (gli amici erano i tedeschi, questo ve lo dicono poco) avevano una bella quantità di caduti, ma pesantemente inferiore ai nostri, e sai perché? loro all'attacco ci andavano camminando spediti e cauti, mai correndo, al suono della loro canzonetta di battaglia, cioè "Rosamunda", diffusa e nota come "Lilì Marlen" e canticchiata anche fra i civili e ragazzi del dopoguerra, forse qualcosa ancora oggi..
Ti ringrazio della attenzione che dedichi ai miei scritti.
auroraageno
00sabato 22 marzo 2008 07:58

Mentre scrivevo, stavi scrivendo anche tu ed abbiamo "inviato" nello stesso momento.

Il mio commento è sopra, Francesco! Lo comunico perché fortse potrebbe sfuggirti, non certo per sollecitare una risposta [SM=x142883]

Ancora: Ciao! [SM=g27823]


aurora

florentia89
00sabato 22 marzo 2008 16:26
Ciao Aurora
Certo che la tua risposta l'ho notata, non ti preoccupare. Tutte mi interessano, sia in qualche Forum con con cui collaboro che nel mio, diciamo personale (www.avus.3000.it), ma posso assicurarti che le tue note e osservazioni le considero fra le più gradite e ponderate.
Quanto ho detto lo estendo anche ad Elipovex. Al momento, se non erro, in Fiori di Pensiero siete le più assidue nei miei confronti.
Ti saluto e vi saluto caramente
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