Riflessioni di un uomo senza tempo

lucio1972
00venerdì 26 ottobre 2007 22:19

RIFLESSIONI DI UN UOMO SENZA TEMPO


3° classificato al concorso nazionale di racconti brevi organizzato dall'associazione culturale 150strade. Pubblicato sull'antologia "Storie d'amore", edito da Edizioni Centocinquantalibri

Motivazione della giuria: per i delicati toni di un linguaggio che, senza mai scadere, descrive le difficoltà conseguenti al trauma di un amore perduto, trasformandole in caldo sentimento di speranza, che conforta il protagonista nella pur consapevole illusione che ha scelto di vivere

             

 Il brusio che sento in stazione è come un insieme di tante piccole voci lontane, che danzano indistinte come fossero trasportate da un vento senza tempo. Ricordi e pensieri si mescolano, sguardi e respiri si perdono in un luogo che congiunge e divide, che separa e riunisce in un convulso ciclo che si ripete senza sosta. Mi volto verso un convoglio che sta per lasciare la stazione; lo fisso, cerco di isolarne i rumori che produce, e lascio che porti con sé un mio pensiero, nella speranza che una volta giunto a destinazione possa proseguire il suo viaggio silenzioso fino a raggiungere il cuore di una persona amata. Ricordo il giorno in cui partì dallo stesso binario, con lo stesso treno che vedo muoversi agile in mezzo alle due banchine animate da un moto irrequieto. Il dolore si fa ricordo, ed il pensiero di un attimo passato immalinconisce la mia anima. Seguo con lo sguardo l’ultimo vagone del treno allontanarsi, farsi sempre più piccolo fino a sparire dietro un orizzonte sfocato. Mi conforta immaginare che il mio alito d’amore sia in viaggio anche oggi, e che tra poche ore giungerà a destinazione come ogni giorno, da dieci anni a questa parte. Guardo l’orologio, sperando che le lancette abbiano ripreso il loro corso, che il tempo infine mi abbia concesso di abbandonare quell’attimo nel quale la mia mente vive di un’attesa permanente. Lascio che il mio sguardo si trasformi in un uccello dalle lunghe ali bianche, e segua silenzioso quel treno proteggendone il cammino. Lo immagino procedere sinuoso tra campagne e città, lasciando al suo passaggio una scia fragorosa, assecondando il moto impostogli dal suo percorso ordinato. Dall’alto mi appare scivolare delicatamente sulle rotaie, come fosse la calda mano che accarezza il volto di un innamorato; e rivivo l’emozione più dolce, l’immagine di Claudia che mi sfiora con dita di seta, al cui contatto mi lascio andare ad un brivido che mi inebria. Mi perdo nel ricordo di un giorno lontano, mentre il viaggio del mio pensiero è prossimo alla fine; è un riflesso di luce azzurra che scuote la mia mente e mi avvolge, una sensazione cui non riesco a dare forma, ma che mi rende schiavo del demone che si cela dietro una eterea figura alata. Lei capirà, sentirà un piccolo brivido percorrergli la schiena, simile all’emozione che si prova dopo un bacio rubato ad occhi socchiusi. Sospirerà, e ripenserà a quella sera in cui i nostri destini si sono divisi per sempre. Ed io rimarrò nell’attesa di un suo pensiero, di un brivido che affiderà al treno del ritorno, e che lento viaggerà fino a quando si depositerà nel mio cuore palpitante. Sarà allora che la nebbia che mi avvolge andrà diradandosi, e lascerà il posto ad un caldo sole che mi scalderà con il suo tepore. E’ ormai notte quando sento il fischio della locomotrice annunciare il suo ingresso in stazione. Si arresta dinnanzi a me, ed attende che i passeggeri lascino i vagoni prima che le luci all’interno si spengano. Salgo e mi siedo per un istante nello stesso posto in cui si sedette Claudia il giorno che andò via. Accarezzo i braccioli di velluto, e li sento ancora caldi di un corpo che non conosco. Mi cullo nella speranza di sentire il suo pensiero entrarmi dentro. Ma è attesa vana, ed anche questa notte porta con sé la delusione di un’emozione non vissuta. Scendo, e mi avvio verso casa a passo lento, accompagnato dalla solitudine che mi avvolge nel suo sterile abbraccio di ghiaccio; mi fermo all’uscita della stazione, e dalla tasca estraggo l’unica foto che la ritrae sorridente accanto a me; le accarezzo il viso con due dita, proteggendolo dalle lacrime che mi rigano il viso, e mi consolo immaginando il pensiero che domani le invierò con un nuovo treno.

                                                                                        Lucio Schina
                                                                                        tratto dal sito
                                                                                        www.lucioschina.it

Cobite
00sabato 27 ottobre 2007 07:27

Benvenuto in Fiori di pensiero. Lucio [SM=x142846]

Il racconto mi sembra un flash che penetra dentro all'animo di un personaggio, quasi a presentarne la sensibilità e la "follia" d'amore che lo pervade e lo perde in una strana inconclusiva ritualità.
Non capisco invece le motivazioni della giuria in quanto non vedo dove sono espresse le intenzioni di morire e dove sta invece la scelta di vivere del protagonista.

Un applauso [SM=x142874]

[SM=x142848] Giancarlo

ELIPIOVEX
00sabato 27 ottobre 2007 20:48
Il racconto ha un'atmosfera particolare, il treno, la partenza, nello stesso tempo il distacco da una persona cara.
Complimenti per il risultato [SM=x142874]
lucio1972
00lunedì 19 novembre 2007 22:46
Grazie mille...per i complimenti
fiordineve
00giovedì 29 novembre 2007 19:14



Complimenti per il premio.


A me però non piace chi si autocelebra.
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