Racconto in forum: Vorrei essere diverso

fiordineve
00lunedì 17 settembre 2007 19:24

VORREI ESSERE DIVERSO


Romanzo web.

Titolo proposto da GOCCIAROSA, con FIORDINEVE, ELIPIOVEX

Curatore: Fiordineve



-Tony?!- chiamò Efrem: -non dormi?-
-No, non riesco a prender sonno, e tu? Come mai sei sveglia?-
-Pensavo a te. Il carcere ti ha davvero cambiato? E’ tutta la vita che hai la passione per l’illegale e fra noi c’è la legge…-
-Certo, tre anni dentro ti lasciano il segno…-
-Bugiardo- sibilò a denti stretti.
La guardò senza parlare, i grandi occhi scuri tristi, poi si voltò lentamente, fissando un punto indistinto oltre la finestra.
-Efrem...è un nome da uomo, però ti sta bene-
-Sai solo dire questo quando ti metto alle strette?-
-E' l'unica risposta che ho quando non voglio o non posso rispondere-
-Mi sto giocando tutto per te Tony...-
-E non devi. Domani prendo la mia roba e me ne vado...promettimi solo una cosa...-
Lo fissò un istante, la gola secca, incapace di proferire una sola sillaba. Deglutì a vuoto annuendo lentamente.
-Non cercarmi-
Tony era seduto sullo schienale del divano e guardava Efrem, accoccolata in fondo al letto. La sua figura nera stagliata contro lo specchio luminoso di una finestra aperta, lo ritraeva come un’ombra del passato malinconica, lontano dalla realtà com’era sempre stato, sembrava vivere oltre lo specchio, in un mondo irreale di cui nemmeno si rendeva conto.
-A cosa pensi? -
-Vorrei essere diverso, a volte... potermi fermare in un posto...nel tuo letto... -
-Sei tutto scemo-


- Non cercarmi domani - con aria sdegnata lei ripetè la sua frase
- Come puoi dirmi questo? Ho vissuto per te, ti ho atteso per tre anni ed ora chiedi al sole di non sorgere? -.
- Lo sai che è meglio così, meno sai meno sarai pericolo.-
- Ma tu che farai, amore mio, vita mia? -.

Tony non rispose, mise qualche indumento nella sacca da viaggio che teneva sempre pronta, caricò la sua Beretta 45, controllò la Gluck, esaminò con attenzione che le munizioni fossero sufficienti e, senza guardarla uscì dalla casa, senza sbattere la porta, quasi rassegnato gesto di addio.
Inforcò gli occhiali scuri, un duro non deve piangere, non potevano essere lacrime quelle che gli scendevano sul viso, in fondo, pensò, Efrem è solo una ragazza come tante altre.

Avviò l'auto potentissima che aveva appena acquistato e con uno stirdio di gomme lasciò dietro sé il passato e una donna piangente.

Il vento gli carezzava i capelli e i pensieri vagavano solitari, mentre cercava di concentrare l'attenzione alla strada.
Finito.
Tutto finito.
Ma forse era quello che lui voleva veramente.

Non si era mai fermato per una storia, niente aveva veramente preso piede nel suo cuore. Nessuna donna era davvero importante.
E così doveva essere, con la vita che aveva deciso di fare non poteva essere altrimenti.
Il cellulare che aveva volutamente preso a Efrem vibrò insistentemente nel taschino: armeggiò un poco per ritrovarlo e con la coda dell'occhio controllò il mittente della chiamata.
Il Nero... avrebbe dovuto aspettarselo.
Poteva fare a meno di farsi trovare per il momento. Aveva un piano per rientrare nel giro alla grande ma gli serviva ancora qualche giorno per definire i particolari.

Intanto Efrem restava così, silenziosa e stordita, quasi incapace di sentire il dolore.
Quando ti sparano senti qualcosa che ti mangia la carne,che scava, ma non fa subito male, devi attendere un istante di più, devi attendere che l'aria arrivi alla ferita. Si sentiva così, sospesa in quell'istante, nella spasmodica attesa del dolore.
Poi scivolò a terra, senza nemmeno accorgersne e pianse senza emettere un fiato.
Per un istante pensò che il dolore era troppo per vivere, ma si accorse che era anche troppo poco per morire e si rimise in piedi con un grido ba animale ferito, scacciando perentoriamente le lacrime.
Indi si diresse in cucina, attirata dallo spasmodico desiderio di inghiottire il nodo che le bloccava la gola. fuoco e crollò a terra, annientata.

Era di Tony, un giubbotto bucato come una gruviera.
Gliel'aveva consegnato un collega.

-Ecco Tony, ora sarai diverso, uno uguale a me, disse, mentre la pistola fumava ancora tra le sue mani.



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Fine






ELIPIOVEX
00martedì 18 settembre 2007 16:58
Ottimo lavoro fiore!
LaBelleEtLaBete
00domenica 7 ottobre 2007 18:40
mi ricorda molto un racconto di bukowski... molto bello [SM=g27822]
Beatrice31
00domenica 27 aprile 2008 00:25
:)
molto bello.. [SM=g27811]
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