LaBelleEtLaBete
00mercoledì 7 novembre 2007 20:18
Quando S si svegliò quel mattino la ragazza con la quale aveva passato la notte non c'era più, le tempie gli pulsavano e il suo stesso odore di alcol lo nauseava, lentamente si alzò dal letto simile a un campo di battaglia e si trascinò verso il bagno. Guardò la sua immagine riflessa, gli restituì lo sguardo un trentenne dal viso scarno, i capelli biondo cenere troppo lunghi, la barba vecchia di quasi una settimana, le borse sotto gli occhi di chi non dorme da troppo tempo; quel ragazzo gli sorrise.
Scese le scale velocemente e uscì in strada, l'aria fredda e grigià lo investì energica ma dolce allo stesso tempo, il bacio umido di Londra gli faceva dimenticare tutto, anche il gusto di vomito. Canticchiando avanzava senza badare alla strada, nonostante si impegnasse seriamente, non riusciva a ricordare il nome della ragazza della notte precedente, a dire la verità non ne ricordava nemmeno il viso, nè il profumo, nè il colore dei capelli...questi pensieri lo fecero rattristire, erano davvero troppi i nomi che non si ricordava ultimamente.
Entrò nel solito pub, salutò Nick il figlio eroinomane del proprietario, e si sedette al tavolo che faceva angolo, vicino alla vetrata. Gli piaceva osservare la gente. Gli piaceva immaginare le vite dei passanti.
Il campanellò suonò e la porta si aprì, entrò una ragazza sui vent'anni, pallida, bionda, decisamente assonnata. S la scrutò rapito, notò persino le dita lunghe e sottili che afferravano avide la tazza di caffè che Nick le porgeva, ipnotizzato seguì ogni suo movimento fino a quando non si fu seduta a un tavolo poco distante.
Era splendida, dal viso non bello ma particolare, troppo partcolare per dimenticarselo. Infatti non lo aveva dimenticato. Non aveva dimenticato nemmeno quel nome.
Scosse la testa e si strofinò gli occhi fino a farli lacrimare, possibile che i postumi del vecchio amico alcol gli facessero uno scherzo così crudele? L'aveva sognata?
Cautamente alzò il viso, lei era ancora lì. Si era accesa una sigaretta e puntava gli occhi acquei a un mondo lontano, non visibile a noi essere umani. Lei ci viveva in quel mondo.
Non sapeva che fare, se ne stava lì, incantato, a ripensare alla prima volta che l'aveva vista, era successo Milano di fronte al Duomo: non si erano mai incontrati eppure l'avrebbe riconosciuta in un mare di persone, emanava una luce, una luce discreta, di quelle che puoi vedere solo se ci fai molta attenzione, una luce opaca, che ne sfumava i tratti e la rendeva terribilmente bella e sfuggente.
Lei non lo vide, sembrava galleggiare nel nulla, incurante o forse incosciente nella sua ingenuità della realtà brulicante tutto attorno,sì alzò leggera e uscì, lasciando alle sue spalle un alone di magia e stupore.
S avrebbe voluto seguirla, abbracciarla, stringerla e non lasciarla fuggire più; eppure non lo fece, si limito a fare un cenno a Nick, che mosso dall'abitudine gli portò la solita pinta di guinness; S, con le labbra bagnate dal gusto amaro della birra, sorrise della sua pateticità, gli capitava ormai quasi tutti i giorni di vederla, di scorgerla di sfuggita nei gesti di una passante, di sentirla in una risata lontana, di viverla in un effimero istante nel corpo di un incontro occassionale.
Folle e dipendente dall'alcol, ecco cos'era diventato. Si era persino ritrovati a pensare che se anche una sola volta avesse afferrato quel momento, se una sola volta l'avesse fermata, allora forse sarebbe diventata reale, e sarebbe stata sua, per sempre.
Aveva smesso di scrivere dopo che anche la più irrilevante delle case editrici aveva rimandato indietro i suoi racconti, le sue poesie, il suo ultimo romanzo, o qualsiasi altra cosa fosse firmata a suo nome. I giorni scorrevano vuoti e veloci nella loro costante interminabilità, nemmeno Sadie chiamava più. Non l'aveva mai amata, si era sforzato di riuscirci, ma non era servito, alla fine lo aveva lasciato, forse per l'alcol, forse perchè nonostante lo amasse visceralmente aveva finalmente capito di meritare di più, S in fondo lo aveva sempre saputo, si era limitato ad aspettare che accadesse, sperando che Sadie se ne accorgesse il più tardi possibile, perchè averla nella sua vita gli dava l'illusione di essere meno inutile di quanto si sentisse normalmente.


E' la prima parte del racconto...sto scrivendo la seconda, dove inizia la redenzione [SM=g27828]
ELIPIOVEX
00giovedì 8 novembre 2007 21:01
Sono qui in attesa... come un avvoltoio alla spalliera [SM=x142888]
Un personaggio interessante questo S.
Sapremo anche un po' più di lui?
LaBelleEtLaBete
00sabato 10 novembre 2007 13:47
S aprì gli occhi, la luce gialla della strada si faceva largo timida tra le tende logore e impolverate, cercò con mano sicura la bottiglia di whiskey sul comodino e bevve. Afferrò il cellulare. Doveva farlo: compose il numero di casa di Sadie.
"Sadie...sei sveglia?"
"Ora sì grazie a te, Dio mio S cosa vuoi?"
"Ho bisogno di te"
"Anche io ne avevo, non hai mai capito quanto...lasciami stare"
"Aspetta"
"No. Ho aspettato troppo. Buona notte S"
"Sadie...piccola...scusami. So di aver sbagliato tutto con te tesoro, ma lo sai anche tu di meritare di meglio. Sadie sei l'unica persona al mondo a cui forse importa ancora qualcosa di me...e ho bisogno di te...piccola mi devi aiutare...devo trovare..."
"Una donna?"
"Non è una donna qualsiasi, sono tormentato da lei, sto impazzendo piccola, non la vedo da anni, l'ultima volta lei avrà avuto 18anni...Ti prego Sadie...diventerò pazzo...devi aiutarmi"
"Va bene"
"Davvero?"
"Davvero. Ma devi smettere di bere, o non ti aiuto."
"Lo sai che non posso...non fare la sciocca..."
"Solo fino a quando non l'avremo trovata...poi sei...libero."
"...."
"Allora? Ho sonno S voglio tornare a dormire"
"Sei la solita stronza"
"E' un sì?"
"Sì"
"Ok...mi ringrazierai...ci sentiamo domani allora, notte S. E butta nel cesso quel whiskey"
"Quale whiskey? Notte piccola"
Non riuscì a dormire Sadie quella notte, rimase seduta tra le lenzuola fresche e profumate del suo letto troppo grande. Si odiava. Sperava forse di riaverlo aiutandolo a trovare un'altra donna? Una donna che probabilmente non era nemmeno mai esistita...Lo conosceva, era inaffidabile, sconclusionato,e un alcolizzato.



mi sono fermata qui...adesso devo ancora decidere come continuare [SM=g27828]
vorrei spostare l'attenzione su Sadie per poi tornare a S.
ELIPIOVEX
00domenica 11 novembre 2007 14:12
Cosa ti serve di preciso?
Una mano a scrivere oppure solamente delle idee...
Fai un fischio...
La storia continua ad essere interessante.
LaBelleEtLaBete
00domenica 11 novembre 2007 18:01
Il fatto è che ho le idee un po' confuse. Voglio che S la trovi e non la trovi, forse lei è cambiata...ma fino in fondo o no? E sadie? Non può stare con S eppure non può non amarlo....E per quanto riguarda S,uffa non ne ho proprio idea! [SM=g27828]
ELIPIOVEX
00lunedì 12 novembre 2007 15:06
Ti ho mandato alcune idee come mi sono venute al momento.
Usa pure ciò che ti pare.
Spero di esserti stata d'aiuto... [SM=x142888]
LaBelleEtLaBete
00mercoledì 14 novembre 2007 12:39
Storia trovata. [SM=x142934] [SM=g27828]
LaBelleEtLaBete
00mercoledì 14 novembre 2007 14:07
Sarebbe mai cambiato? Lei ci aveva sperato così tanto, aveva fatto di tutto per tirarlo fuori da quella vita, ma era stato tutto inutile; S amava immaginarsi e vivere come un personaggio di Bukowsky, se ne compiaceva, nera quasi sicura che ne fosse fiero, glielo leggeva in quel suo sorriso vuoto.

Pioveva il giorno dopo, erano le 11 del mattino, Sadie camminava veloce lungo il marciapiede affollato, teneva la testa china, non guardava nessuno, i lunghi e lucenti capelli castani le accarezzavano il volto e ondeggiavano leggeri sulle spalle. Arrivò alla porta. Respirò. Pigiò il dito pallido sul bottone di ottone. S le aprì con indosso solo i boxer, profumava di schiuma da barba, si era appena fatto la doccia. La casa era stranamente pulita, niente bottiglie vuote, niente piatti sporchi nel lavandino, addirittura i libri non erano sparsi ovunque su pavimento e mobili, me relativemente ordinati e accatastati in un angolo, insieme a pile di fogli e quaderni pieni della solita scrittura fittissima. Lui le sorrise malizioso e la fece sedere in cucina dove una tazza di the fumante la aspettava, Sadie non poteva nascondere il suo stupore ma non si faceva illusioni, ne aveva già visti di tentativi del genere. Si tolse il cappotto blu scuro e lo poggiò allo schienale della sedia verde prato sulla quale si era seduta, era la sua preferita, e il giorno in cui insieme avevano deciso di dipingere ogni sedia con un colore dell'arcobaleno era stato uno dei più belli che si ricordasse di aver passato con S.
S le si avvicinò e si chinò per guardarla meglio, era davvero bellissima, quelle gambe lunghe e dritte avrebbero fatto impazzire qulunque uomo, era intelligente sveglia e dolce, troppo perfetta per trovare qualcuno che la valorizzasse quanto meritava; fissò i suoi occhi grigi nella bruna profondità dei suoi, le scostò una ciocca di capelli color ebano che le copriva la fronte immacolata, le si avvicinò ancora fino a quando riuscì a sentire il suo profumo di mare e di lavanda, le sfiorò l'orecchio con le labbra e sussurrò "Grazie".
Sadie avvertì un brivido correrle su per la schiena e fremette, cercò le sigarette nella borsa e ne accese una.
"Butta quello schifo, ti fa male"
"Ah detto da te non è che sia molto credibile. Cosa sappiamo di questa donna misteriosa?"
"Quasi nulla, l'ho vista un anno fa l'ultima volta, lavorava per una rivista, faceva servizi fotografici di moda credo...qui a Londra"
"Ok, mia sorella conosce tutti in quell'ambiente, dammi qualche giorno e se è ancora a Londra te la troverò"
"Sara"
"Eh?"
"Si chiama Sara"

Mangiò cinese quella sera Sadie, seduta sul tappeto a gambe incrociate, come una bambina, continuava a guardare la vecchia foto che S le aveva dato. Carina. Niente di speciale. Eppure aveva qualcosa di affascinante, un'ombra negli occhi, aveva lo sguardo malinconico che Sadie conosceva bene, lo stesso che l'aveva fatta innamorare, quello sguardo, che solo in una persona aveva visto.
Una tristezza pulsante la investì, non era arrabbiata, nè gelosa. Come avrebbe potuto esserlo daltronde? Era tutto così chiaro. Così semplice. Quella ragazza e S erano parti dello stesso mondo, lei aveva quello sguardo, Sara possedeva in quegli occhi tutte le risposte che Sadie aveva provato ad afferrare per tanto tempo, ci aveva messo tutta se stessa, senza mai riuscire nemmeno a sfiorarle. Credeva che nessuna donna ci sarebbe mai riuscita. Non si era sbagliata. Sara non aveva quelle risposte, non le aveva mai cercate. Era questo che Sadie non avrebbe mai capito: Sara negli occhi non aveva nessuna risposta, Sara e S non cercavano nè volevano risposte, le creature come loro, negli occhi, hanno solo domande.

Dopo una settimana la sorella di Sadie riuscì a rintracciare Sara e come chiestole dalla sorella, le organizzò un incontro: Covent Garden, pausa pranzo.
Era una bella giornata, una brezza leggere accarezzava i volti e il sole splendente sorrideva al mondo dall'alto del suo cielo limpido.
Sadie la riconobbe subito, era seduta a un tavolino, con un dito sfiorava il bordo della tazzina di caffè che vuota le stava davanti, fissava il vuoto. Era cambiata, era una donna, non più la ragazzina della foto, i capelli erano più lunghi e più scuri, biondo cenere, i lineamenti si erano inaspriti col tempo, ma le labbra erano le stesse, morbide e carnose, aveva gli occhi lievemente truccati di grigio scuro e un velo di phard a colorarle gli zigomi pronunciati.
Aveva 26 anni.
Sadie si sedette di fronte a lei.
"Piacere mi chiamo Sadie"
"Sara"
"Grazie di avermi incontrata avevo davvero bisogno di parlarti"
"Beh, non ho molto tempo. E ringrazia che tua sorella sia una grande professionista che rispetto molto, perchè se non me lo avesse chiesto lei non sarei mai venuta. Sappilo"
"Ok...ok"
"Allora, cosa vuoi?"
"Una persona mi ha chiesto di cercarti...ecco"
Le porse la foto, e fu evidente che quella vista le avesse provocato un forte sentimento, per un secondo quella corazza inespugnabile sembrò vacillare, quella donna di ghiaccio sembrò sul punto di sciogliersi; ma durò solo un secondo.
"E questa che significa? Sei qui per prendermi in giro?"
"No. S vuole vederti, non fingere di non sapere di cosa stia parlando. So che lo conosci, nella foto siete abbracciati."
"Certo che lo conosco. Ma questa foto è di otto anni fa, ero una ragazzina"
"Lui ha bisogno di vederti, ma non è esattamente questo il motivo per cui ti ho chiesto di venire qui"
"Sono tutta orecchie" Ora il suo viso era coperto da una maschera di cinismo e ironia.
"Io amo S. Non fargli del male. E' fragile, non ha bisogno che una stronza gli rovini la vita"
Sara sorrise.
"Va bene piccola. Non ti preoccupare, non ho nemmeno intenzione di incontrarlo. E' tutto tuo"
Così dicendo si alzò, si accese una sigaretta e sparì tra la gente.
Sadie rimase sola. Era tremendamente arrabbiata. Se c'era stata una ragazza che aveva fatto innamorare S, non esisteva più. La cinica e saccente Sara aveva preso il posto della meravigliosa bambina dagli occhi sognanti.



[SM=x142934]
ELIPIOVEX
00mercoledì 14 novembre 2007 14:59
L'approccio non è stato dei più giusti a quanto pare.
E adesso cosa farà Sadie?
Cercherà di farli incontrare ugualmente o troverà altre vie? [SM=x142813]
Attendo il continuo...
LaBelleEtLaBete
00giovedì 15 novembre 2007 22:16
Sara si sbattè la porta del lussuoso appartamento alle spalle e si abbandonò sul divano di pelle nera, chiuse gli occhi e sospirò, l'aria che aspirò sembrò riportarla indietro nel tempo. Si svestì e in mutande si guardò allo specchio, si piaceva. Si era sempre piaciuta. Si fece una doccia fredda e si preparò. Indossò un vestito nero, si sistemò velocemente i capelli guardandosi riflessa in una delle finestre, afferrò il cappotto e uscì di corsa componendo al cellulare il numero di Mike.
"MIke...amore?"
"Tesoro sono ancora al lavoro...lo sai...mezz'ora e sono a casa"
"Lo so Mike, lo so. Volevo solo dirti che esco a cena con Lucy, dopo andiamo a vedere un gruppo emergente in un locale di Soho...tornerò tardissimo, non mi aspettare ok?"
"Ah...va bene amore ci vediamo allora...un bacio"
Sara riattaccò senza nemmeno salutarlo e si infilò nel primo taxi libero, sapeva bene dove abitava S, non l'aveva dimenticato. Scavalcò il cancelletto, lasciando che il ragazzino che stava passando potesse arrossire alla vista della sua coscia nuda. Citofonò ma nessuno rispose, la serratura del portoncino scattò e la porta si aprì. Salì le tre rampe di scale lentamente e arrivata al pianerottolo trovò la porta aperta. Entrò.
"Allora novità??" S gridò dalla camera da letto.
Sara non rispose ma si sfilò le scarpe col tacco e si diresse verso la camera, S era allo scrittoio, girato di schiena con le cuffie nelle orecchie, scriveva.
Lui si sfilò le cuffiè e girò sulla sedia ruotabile e una morsa allo stomaco lo prese quando vide che la donna in piedi di fronte a lui non era Sadie, ma Sara.
Nessuno disse nulla, si guardarono, si scavarono dentro, si incontrarono e scontrarono, percorsero vie inaspettate l'uno negli occhi dell'altro...fino a quando si trovarono, ed entrambi si sciolsero in un sorriso timido, quel sorriso di chi si riincontra dopo tanto tempo.
Fecero l'amore, per tutta la notte. I loro corpi, le loro anime, le loro menti, tutto era esploso e scomparso in un unico gemito in quella notte. Quella notte dove il mondo fuori non esisteva più, dove non esisteva nè passato, nè futuro, solo mani bocche e piacere.

Sara aprì gli occhi, rimase immobile per un attimo, senza capire dove si trovasse, poi si voltò e lo vide. Si sentì strana, così piccola, così insignificante...Che senso aveva il suo lavoro? E la sua assurda relazione con Mike? Che senso aveva l'alzarsi ogni mattina per compiere un meccanico susseguirsi di azioni inutili e vute? Che senso aveva la sua vita? Guardò S, non trovò nessuna risposta nel suo sonno tranquillo, ma era felice. Era viva.
S si svegliò dolcemente, come se il bacio dello sguardo di Sara lo avesse chiamato a sè, tenne gli occhi chiusi, respirò profondamente e quando sentì che il profumo della donna che aveva sognato e desiderato così a lungo era ancora lì, in casa sua, nel suo letto, sorrise. Credeva di aver dimenticato come si fa ad essere felici. Si sbagliava.

Continuarono a vedersi, non potevano fare a meno l'uno dell'altro; un solo minuto insieme dava un senso alle loro trepidanti e così fragili esistenze. Il loro non era amore. Il loro era un legame che si forma tra poche persone, un filo indissolubile che non conosce nè tempo nè distanze. Era qualcosa che entrambi avevano dentro dalla nascita, quel male di vivere che ne faceva brillare l'anima, quell'estrema consapevolezza del nulla, tutto cioò che solo i loro occhi potevano vedere; quello che li rendeva così diversi da chiunque altro e così uguali tra di loro.
ELIPIOVEX
00venerdì 16 novembre 2007 14:34
Questa storia ha assunto una piega inaspettata...
S. adesso è felice, ma Sadie? Che sarà di lei?
LaBelleEtLaBete
00lunedì 19 novembre 2007 19:44
Passò qualche mese.
Col trascorrere del tempo per Sara e S i giorni iniziarono a dissolversi, non esistevano più giorno e notte, mattina e pomeriggio, le ore i minuti e i secondi, non era che tutto fumo, tutto diventava attesa. Poi si incontravano ed era come se tutto il grigio nel quale naufragavano quotidianamente esplodesse in mille colori, come se il ronzio di sottofondo diventasse melodia, niente esisteva più, non c'era più nulla al di fuori di loro, della loro felicità. Quanto sarebbe durato tutto questo? Non molto.
Fu Sara la prima ad accorgersene, una fredda mattina di dicembre stava in piedi col suo caffè a guardare fuori dalla finestra, era tornata dopo aver passato la notte da S, appena entrata in casa aveva sentito uno strano senso di gelo, di vuoto. Mike se ne era andato. Aveva lasciato un bigliettino sul tavolo insieme alla sua colazione preferita pronta: "Ho portato via tutte le mie cose, vado a stare da Paul. Ho cercato di aspettare che finisse, ma non ce l'ho più fatta. Ti amo, ti ho preparato le uova e ho comprato il succo d'arancia. Un bacio" Qualcosa si infranse nello stomaco della ragazza, e ora se ne stava lì davanti alla finestra a guardare quel mondo che S le faceva dimenticare, quella realtà che lui copriva con un velo di irrealtà luccicante e profumata. Le sembrò tutto così sciocco, così infantile. Sapeva cosa fare.
"Pronto?"
"Ciao Sadie sono Sara"
"...." dall'altro capo del telefono Sadie sembrò biascicare qualcosa di incomprensibile
"Devo chiederti una cosa. Devi dire a S che non possiamo più vederci, io e Mike ci trasferiamo in Germania, preferirei non dirti dove non voglio che lui lo sappia. Digli che è finita"
"Perchè io?" Sadie avrebbe voluto urlarle tutto l'odio che portava dentro, avrebbe voluto liberarsi di quel peso che la consumava da quando Sara era ricomparsa nella vita di S portandoglielo via.
"Scusa Sadie devo andare ora...stagli vicino, è di te che ha bisogno"
Sadie fece per rispondere qualcosa...ma Sara aveva già riattaccato.


LaBelleEtLaBete
00lunedì 19 novembre 2007 20:32
Sadie rimase immobile con la cornetta ancora appoggiata all'orecchio destro, il cuore le martellava nel petto. Troppi pensieri le pulsavano in testa. Sapeva che S non le avrebbe mai creduto se gli avesse detto una cosa del genere, ma che alternative aveva daltronde?
Invece S le credette e quella notte dormirono insieme, e anche la notte successiva, e le settimane che seguirono. Poi un giorno di gennaio Sadie tornò dal lavoro e a casa S non c'era più, aveva preso i suoi vestiti, molti dei suoi quaderni e le birre che avevano comprato il giorno prima. Le aveva dipinto sul muro della loro camera da letto delle parole, non una poesia d'amore, non una frase di addio, ma il testo di una vecchia canzone:
I would like to leave this city
This old town don't smell too pretty and
I can feel the warning signs running around my mind
And when I leave this island I'll book myself into a soul asylum
Cos I can feel the warning signs running around my mind

So here I go, I'm still scratching around the same old hole
My body feels young but my mind is very old
So what do you say?
You can give me the dreams that are mine anyway
You're half the world away
Half the world away
Half the world away
Half the world away
I've been lost, I've been found but I don't feel down.

And when I leave this planet
You know I'd stay but I just can't stand it and
I can feel the warning signs running around my mind
And if I could leave this spirit I'd find me a hole and I'll live in it 'cos
I can feel the warning signs running around my mind

So here I go still scratching around in the same old hole
My body feels young but my mind is very old
So what do you say?
You can give me the dreams that are mine anyway
You're half the world away
Half the world away
Half the world away
Half the world away
I've been lost, I've been found but I don't feel down
No I don't feel down
No I don't feel down

I don't feel down
I don't feel down
I don't feel down
I don't feel down

Sadie sorrise e una lacrima bollente le bagnò una guancia, si sedette sul pavimento di terracotta e stette lì, a piangere e ridere, guardando quella scrittura che tanto amava, quelle lettere piccole e confuse, proprio come l'uomo che avrebbe sempre amato.




LaBelleEtLaBete
00lunedì 19 novembre 2007 20:49
Milano, un anno dopo.
C'era un'aria magica quel giorno, le strade erano insolitamente luminose, e tutti sembravano foglie lievi nel vento, che variopinte volavano chi qua chi là, inseguendo chissà quale sogno, chissà quale amore.
Lei non era una foglia però. Lei era lei.
La vide incedere distrattamente ma con decisione, senza guardarlo negli occhi, ma sapeva di essere stato visto. Lei tenne il capo chino fino a quando non fu di fronte a lui. Non si erano dati appuntamento, lei non era mai andata in Germania, lui aveva sempre saputo dove trovarla, il filo aveva resistito.
Un sorriso sincero sbocciò sui due giovani volti.
"Ciao Sara"
"Ciao Sergio"


fin [SM=x142887]
ELIPIOVEX
00martedì 20 novembre 2007 19:48
Alla fine Sergio si è tenuto Sara!
Peccato io tifafo per Sadie...
Comunque la storia è tua... e l'ho travata molto dolce!
Grazie.
LaBelleEtLaBete
00mercoledì 21 novembre 2007 13:03
Beh da una parte anche io tifavo per Sadie...lei è la buona, ma proprio per questo non potrà mai stare con uno come Sergio [SM=x142888]
ELIPIOVEX
00mercoledì 21 novembre 2007 13:31
Forse hai ragione [SM=x142895]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:27.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com