Qualcosa che non mi appartiene

Kuno.
00sabato 3 novembre 2012 15:23
Sono Cristoforo Colombo, di fatto più che di nome. Anche io, seppur comodamente sdraiato, ho navigato molto tra oceani e terre lontane. Ho viaggiato come pochi, ho esplorato mondi in passato a me sconosciuti, ma non ho mai incontrato nessuno, neanche l'ombra di un ulivo o il bisbigliare leggero del vento.
Ci fu un giorno, non so quando di preciso, in cui mi stavo interrogando proprio su questa solitudine, tanto amata quanto da me sofferta. Trovai difficile spiegarmi il significato della parola "altro", parola che escludeva me e tutto ció che mi apparteneva: il sole che intorno a me girava, la terra che per me tremava, l'acqua che per me scorreva, il mondo che a me si offriva.

Passai mesi a cercare per i mari e per i monti qualcosa che potesse aiutarmi nella sua estraneità a farmi comprendere il concetto di "altro" che tanto mi affascinava e spaventava. Cercai fin quando non trovai la risposta nei suoi occhi, il continente più immenso da me scoperto, trovato per caso, come l'America. Non c'erano schiavi, vinti o padroni, perché quel nuovo mondo non mi apparteneva: era di un angelo, l'unico in grado di portare alla luce pietre tanto preziose. 

Ricordo quando nacqui, sedici anni fa: era il novantasei e quell'anno cadde molta neve, neve candida, ed io pensavo fosse la cosa più pura in questa terra.
Solo ora mi accorgo di essermi sbagliato: la purezza era nel suo sguardo e al contrario della neve non era freddo, ma ti scioglieva il cuore col suo calore.

Kuno

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