Primavera mistica

macrino
00domenica 5 marzo 2017 16:42
Aprire le finestre su un orizzonte
di serenità ove il mare si accende
di faville. Piove la luce, fonte
dorata. La primavera splende

con serti rosa fra peschi e ciliegi,
sprizza canti pregni di profumi,
sui prati intesse armonie e fregi.
Immergersi beati nei fiumi

di brezze indaco, bere alle polle,
adagiare il capo, tu ed io, amore,
sui guanciali di erbose zolle,
mentre s’illimpidisce ogni rumore:

il favellio dei ciuffolotti,
le voci trasognate nell’aurora,
fra dolci empiti sgorgati a fiotti,
quando la campagna si colora.

Vivere finalmente, tu ed io,
non più perduti, ma persi in Dio.
PastorErrante
00mercoledì 8 marzo 2017 17:52
Molto serena, sia le immagini naturali che le rime risultano particolarmente azzeccate e gradite
Anche i due versi finali mi sono molto piaciuti per la loro intensità e per la sensazione di un Dio che è presente in tutti gli elementi del creato, ricorda un po' il cantico delle creature
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