Pietra di luna

(Rosy)
00giovedì 8 febbraio 2007 19:01
Un breve racconto ispirato da un concorso sul mare

Nuotava con forza verso la scogliera, mentre il mare in burrasca si agitava in onde che si infrangevano altre contro la costruzione in parte naturale in parte artificiale che divideva il mare aperto dal porto, il sole stava tramontando dietro di lei confuso tra nuvole che riempivano il cielo che stava diventando sempre più scuro e minaccioso. Sedeva spesso su quello scoglio quando il mare era in burrasca, lasciava le sue compagne a cercarsi un riparo e lei si arrampicava con difficoltà sulla scogliera e si metteva in attesa… non le importava degli spruzzi che le bagnavano i capelli e il busto, l’odore della salsedine che si poteva inspirare in quelle occasioni la ricompensava di quei piccoli fastidi, lasciava lo sguardo vagare verso la linea dell’orizzonte mentre la spuma delle onde si infrangeva contro gli scogli e aspettava, in lontananza vedeva le barche dei pescatori lottare contro le onde, contro la natura, aveva visto spesso i loro volti, segnati dalla fatica e dal sole, serrarsi in un ghigno mentre cercavano di salvarsi vita e barca contro la furia del mare, quel mare che poteva donare vita e morte, quel mare che quegli uomini amavano e odiavano allo stesso tempo, un po’ come lei, chiuse gli occhi e inalò l’aria piena di tempesta che aleggiava in quel momento, le barche tutte tirate in secca per proteggerle dall’irruenza delle onde che nonostante la barriera raggiungevano anche la spiaggia retrostante, era sicura che nessuno l’avrebbe vista, in quelle notti così tempestose nessuno aveva il coraggio di mettere il naso fuori dalle loro case, quella notte la tempesta sembrava ancor più violenta delle altre volte ma lei doveva rimanere ad aspettare l’alba, secondo una leggenda che le raccontava sempre sua nonna, era dopo una notte di luna nuova che la pietra di luna veniva lasciata sulle rive del mare e la fanciulla che l'avrebbe trovata avrebbe sposato un re… e lei era proprio un re quello che voleva sposare, un re bellissimo, biondo con gli occhi azzurri, un re che però non la degnava nemmeno di uno sguardo, la sua unica speranza, allora, era quella pietra, se avesse avuto la pietra sicuramente Sharkil l’avrebbe finalmente notata e lei lo avrebbe avuto per sé… era per quello che nonostante la notte di tempesta era seduta sullo scoglio ad aspettare l’alba per essere la prima a controllare la spiaggia per cercare la pietra, sarebbe stata una vera sfortuna se qualcun’altra avesse preso la pietra, anche se l’altra non avrebbe potuto sposare Sharkil, lei avrebbe perso l’occasione.
Le parole di Aqualia, la sua migliore amica le risuonarono nella mente. “Davvero vuoi quello a qualunque costo? Anche se lui non ti amerà mai, anche se saprai che non sarà per te ma per la pietra che ti ha sposato?”
Lei aveva scosso la testa. Voleva Sharkil, lo voleva da quando lo aveva visto la prima volta, durante la parata per la festa del millenario del regno del vecchio re, non aveva mai visto uno così bello, era rimasta come folgorata, sembrava così irraggiungibile che aveva sospirato di delusione al pensiero che non sarebbe mai stato suo, poi si era ricordata della leggenda e allora ad ogni notte di luna nuova, complice il buio si issava sullo scoglio e aspettava l’alba e quando la prima luce del sole illuminava la spiaggia e la sua coda si trasformava in piedi, correva sulla spiaggia alla ricerca della pietra di luna, senza successo, ma quella notte, quella notte era sicura che fosse la notte giusta, per quello stava sfidando la tempesta, l’ira della sua famiglia mettendo a repentaglio la sua vita. Scosse i lunghi capelli rossi, aveva provato a tingerli con le alghe credendo che fosse per quello che Sharkil non la notava ma il colore non durava lo spazio di una notte, la mattina seguente erano di nuovo rossi. La notte si faceva sempre più buia e il mare sempre più tempestoso, si rannicchiò contro la scogliera non appena il silenzio della notte fu rotto da un tuono potente seguito da un lampo che squarciò per un attimo il velo nero della notte, i tuoni e i lampi continuarono a ripetersi sempre più ravvicinati, i denti cominciarono a batterle per il freddo ma lei imperterrita rimase rannicchiata sullo scoglio, non poteva rinunciare non ci sarebbero state altre possibilità, non appena suo padre si fosse accorto che non stava dormendo nel suo letto durante quella notte, le avrebbe impedito con tutti i suoi mezzi di tornare sulla terra ferma. La notte sembrava non terminare mai, le onde diventavano sempre più alte e lei riusciva con sempre maggiore difficoltà a restare aggrappata allo scoglio, chiuse gli occhi ripetendosi perché lo stava facendo, il volto di Sharkil le apparve per un attimo prima che un’onda più violenta la strappasse dallo scoglio e la buttasse nel mare aperto, cominciò a nuotare cercando di combattere la forza delle onde che la stavano trascinando di nuovo contro la scogliera. Il freddo che aveva provato mentre era seduta le aveva intorpidito sia le braccia che la coda. Sentiva le forze diventare sempre più deboli e la sua resistenza alle onde sempre meno forte, cercò nella sua mente la forza per combattere, forza che non riusciva più a trovare nelle braccia e nella coda, un’onda ancora più forte la fece sbalzare al di la della scogliera, sentì il colpo sulla schiena poi più nulla, le sembrava di lievitare, che il suo corpo fosse ancora nell’acqua e la sua mente altrove, più in alto, vedeva il mare ancora tempestoso e la spiaggia ancora avvolta dallo scuro della notte illuminarsi piano piano, e un luccichio vicino alla scogliera, era la pietra, ne era sicura, e lei non sarebbe riuscita a prenderla. Diede un ultimo colpo di coda con le ultime forze rimaste e allungò la mano fino a prendere la pietra luccicante.

“Nonno, nonno” la bambina entrò di corsa nella capanna del pescatore sull’isola delle sirene. “C’è una donna sulla spiaggia, dorme.” la piccola guardò il volto rugoso del nonno aprirsi in un sorriso e scompigliargli i capelli. “Va a fare colazione con la nonna, ci penso io.” Indossò il cappello di paglia, prese i remi che aveva portato sotto la capanna e si diresse verso la spiaggia. Sapeva bene che non era una donna quella che aveva visto Shirley. Si avvicinò e scosse la testa, il sole era sorto e le gambe erano di nuovo una pinna, caricò il corpo sulla barca e prese il largo, l’avrebbe lasciata dove aveva lasciato tutte quelle prima di lei, sirene che si spiaggiavano inseguendo chissà quale richiamo… Si fermò in mezzo al mare e la prese sotto la coda e sotto le braccia e la fece scivolare sul pelo dell’acqua, la mano della sirena battè sul bordo della barca aprendosi leggermente, il vecchio attese che il corpo venisse accolto dai flutti poi riprese a remare e tornò a riva. Mentre metteva in secca la barca vide qualcosa brillare, si chinò a vedere cosa fosse e sorrise, a Shirley sarebbe senz’altro piaciuta quella piccola pietra color della luna.

ELIPIOVEX
00giovedì 8 febbraio 2007 21:21
L'ho riletta con piacere.
Sai che qui sembra diversa? Forse lo sfondo:::
Comunque le tue storie sono come il vino buono, col tempo migliorano... [SM=x142874]
Cobite
00martedì 13 febbraio 2007 17:33

Bellissima favola con un fondo di tristezza per quella sirena che finalmente aveva raggiunto il suo sogno, ma che era troppo per le sue forze.

Complimenti [SM=x142874]

[SM=x142892] Giancarlo



(Rosy)
00martedì 13 febbraio 2007 22:53
Grazie, Giancarlo [SM=x142944]
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