PRIMA GUERRA MONDIALE

Raggio di Sole21.
00sabato 23 maggio 2015 18:40
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Raggio di Sole21.
00sabato 23 maggio 2015 18:59
Raggio di Sole21.
00sabato 23 maggio 2015 19:08

youtu.be/mi3UGy9BKFs




Fratelli

Mariano, il 15 luglio 1916

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli


[SM=x142887]

Laura.
Orchidea
00lunedì 25 maggio 2015 17:28
un brutto capitolo storico [SM=g27813]
Raggio di Sole21.
00giovedì 28 maggio 2015 18:28
...e l' uomo non ha ancora imparato.

[SM=g27812]

Laura.

p.s. chi di voi avesse una storia da raccontare, magari raccontata da nonni o genitori, può farlo in questa stessa discussione. Provvederò, per quanto mi sarà possibile, a fornire notizie per arricchire questa discussione.
Grazie.
Orchidea
00domenica 31 maggio 2015 18:43
si possono mettere anche storie lette su internet ?
Raggio di Sole21.
00martedì 2 giugno 2015 16:56
Mi scuso con il ritardo con il quale ti ho scritto. Se sono testimonianze di vita vissuta, lettere, la risposta è sì. Sarebbe meglio attingere dal patrimonio di famiglia ma mi rendo conto che sono passati 100 anni e non tutti hanno avuto parenti in grado di raccontare le esperienze della guerra.
Grazie per il contributo.

[SM=x142887]

Laura.
cosmicvasco
00mercoledì 3 giugno 2015 21:22
Piccolo contributo
Mio nonno, venuto a mancare l'anno scorso all'età di 90 anni, mi ha raccontato come suo padre, Domenico, fosse uno degli Arditi italiani durante la Grande Guerra.
Per chi non conoscesse gli Arditi, essi erano un corpo di volontari adibito appositamente all'assalto delle trincee nemiche. Erano armati di un pugnale, che tenevano rigorosamente tra i denti durante la corsa, una o due bombe a mano e raramente un revolver.
Mi disse anche come curiosamente moltissimi di questi Arditi abbiano riscontato in quegli anni e in quelli successivi una serie di problemi ai denti, dovuti senz'altro all'abitudine di tenere il pugnale ben stretto in bocca (e sappiamo tutti quali fossero le condizioni igieniche della trincea).

debona
00giovedì 4 giugno 2015 22:52
Vorrei dare il mio contributo a questa importante pagina di storia internazionale. Mi e' capitata in internet la fotografia che pubblico qui in calce e che segna un avvenimento importante della Prima Guerra Mondiale.

In mezzo all’orrore della guerra, il 24 dicembre 1914 accadde qualcosa di imprevisto, imprevedibile e non derivante da fattori antecedenti.

Soldati tedeschi, francesi e inglesi uscirono dalle trincee e si incontrarono nella terre di nessuno per scambiarsi auguri e regali (vestiti, cibo, tabacco). La mattina di Natale vennero seppelliti i morti, celebrati i funerali. Poi i soldati cantarono e fumarono insieme. Quell’avvenimento stupefacente – ma non apprezzato dagli ufficiali superiori – è raccontato in prima persona in un nuovo libro, La tregua di Natale, che raccoglie le lettere dal fronte di alcuni soldati.

Di questa tregua ne parla ampiamente anche Ken Follet nel suo primo libro della trilogia dal titolo, "La caduta dei Giganti".
Raggio di Sole21.
00giovedì 11 giugno 2015 09:30
Bellissime testimonianze. Appena avrò un attimo di calma scriverò la mia. Anche i miei nonni han vissuto fino a più di 90 anni e raccontavano del loro passato, del passato di altri parenti più..."anziani".
Grazie a voi.

[SM=x142887]

Laura.
Raggio di Sole21.
00domenica 14 giugno 2015 10:18
da

Un anno sull’altipiano

, di Emilio Lussu.

Mai avevo visto uno spettacolo eguale. Ora erano là, gli austriaci: vicini, quasi a contatto, tranquilli, come i passanti su un marciapiede di città. Ne provai una sensazione strana. Stringevo forte il braccio del caporale che avevo alla mia destra, per comunicargli, senza voler parlare, la mia meraviglia.

Anch’egli era attento e sorpreso, e io ne sentivo il tremito che gli dava il respiro lungamente

trattenuto. Una vita sconosciuta si mostrava improvvisamente ai nostri occhi. Quelle trincee, che pure noi avevamo attaccato tante volte inutilmente, cosí viva ne era stata la resistenza, avevano poi finito

con l’apparirci inanimate, come cose lugubri, inabitate da viventi, rifugio di fantasmi misteriosi e

terribili. Ora si mostravano a noi, nella loro vera vita

. Il nemico, il nemico, gli austriaci, gli austriaci!…

Ecco il nemico ed ecco gli austriaci. Uomini e soldati come noi, fatti come noi, in uniforme come noi, che ora si muovevano, parlavano e prendevano il caffè, proprio come stavano facendo, dietro di noi,

in quell’ora stessa, i nostri stessi compagni. Strana cosa. Un’idea simile non mi era mai venuta alla

mente. Ora prendevano il caffè. Curioso! E perché non avrebbero dovuto prendere il caffè? Perché mai mi appariva straordinario che prendessero il caffè? E, verso le 10 o le 11, avrebbero anche consumato il rancio, esattamente come noi. Forse che il nemico può vivere senza bere e senza mangiare? Certamente no. E allora, quale la ragione del mio stupore? Ci erano tanto vicini e noi li potevamo contare, uno per uno.

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Laura.
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