lelexo
00mercoledì 9 febbraio 2005 14:56
"A volte chiudiamo gli occhi
perchè la vita non ci piace...

...se però smettiamo di comunicare,
non riusciamo più ad assaporare la vita
e a scrivere la nostra storia.

Il mio linguaggio è la bici...
e voglio continuare a scrivere
quel capitolo del mio libro
che da troppo tempo
ho lasciato in sospeso...

Marco Pantani

[SM=x142921]
fiordineve
00mercoledì 9 febbraio 2005 17:17




Notavo nei tuoi occhi
una mesta letizia
anche se sorridevi
anche se vincevi.

Nessun traguardo
era impossibile per
chi era nato con le ali ai piedi,
ma i tuoi occhi non sorridevano;
poi un'accusa infamante
ti ha calpestato.

Quante cadute,
quante volte ti sei rialzato
più forte di prima,
ora no, ti sei accasciato
non hai lottato
non posso più incitarti
e dire: "Non arrenderti!",
come ho fatto un tempo.

Sarai il campione del cielo
di quel cielo che hai visto
come un'ancora
per non morire ancora
e di nuovo.


il 13 gennaio era il compleanno di Marco.[SM=x142825]












Vitale Tagliaferri
00venerdì 11 febbraio 2005 14:28
Nel momento della caduta...riflessioni.
Cobite
00domenica 13 febbraio 2005 09:35
Per quanto mi riguarda Pantani è stato una delle tante vittime dello sport d'oggi, che non si dovrebbe più chiamare sport ma gioco sporco.
Pantani per me è un esempio di ciò che non dovrebbe essere portato a fare un uomo, men che meno uno sportivo.
La colpa è chiaramente di quelle società "sportive" che ancora oggi obbligano i ragazzi a prendere medicinali se vogliono proseguire nello "sport". Questo non vale solo per l'Italia ma è un problema mondiale.
Troppi soldi, troppa corruzione alla base delle società sportive di professionisti, troppa collaborazione delle case farmaceutiche in tal senso. Troppe vittime taciute.

Per me l'ultima battaglia di Pantani non è stata quella persa contro la vita, ma è quella che sta ancora combattendo per scuotere la coscienza del pubblico e degli sportivi su un brutto gioco sporco ancora in voga chiamato doping e droga.
Aiutiamolo a vicere!


Giancarlo cobite




fiordineve
00domenica 13 febbraio 2005 17:37


Appena terminato di leggere un libro "UN UOMO IN FUGA" su Marco Pantami; la vita e gli ultimi giorni del Pirata.

Un libro-testimonianza della sua manager che, secondo me, non andava scritto; lei cerca di fargli un omaggio, a me sono sorti tantissimi dubbi che non ho mai avuto su Pantani quando vorreva e vinceva.
Un uomo fragile, insicuro, solo, prepotente, viziato, a volte troppo vittima del vittimismo.
Ed io lo adoravo, da quando è morto non seguo più il ciclismo, sport che amavo alla follia.
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