Non lasciate morire la poesia

ave53
00venerdì 17 settembre 2004 15:41
Giorgia passeggiava tranquilla nella radura di un boschetto, assaporando i profumi della natura, ascoltando le parole del vento, ammirando il sole che attraverso le fronde degli alberi faceva capolino dando al verde un leggero riflesso rossastro.
Conosceva ogni albero che incontrava e ad ognuno riservava un saluto particolare e diverso, uno lo ringraziava per l’ombra che procurava, l’altro per il dolce profumo che emanava; ringraziava anche quei rovi spinosi che ogni tanto la graffiavano ma le offrivano i dolci frutti che la rinfrescavano durante il cammino.
Ad un tratto, un grande raggio di sole squarciò l’ombra del bosco, Giorgia, chiuse per un attimo gli occhi accecata dall’intensa luce finchè a stento riuscì a rimettere a fuoco l’ambiente che la circondava e ai piedi di un albero vide seduta una donna che sembrava apparentemente vecchia e stanca, eppure era certa che pochi attimi prima non c’era. Chi era? Da dove era arrivata così improvvisamente?
Ebbe timore, per un solo istante sentì l’impulso di tornare indietro, ma era impensabile lasciare una povera donna che forse aveva bisogno del suo aiuto, in fondo che male poteva farle? Conosceva tutti gli abitanti del bosco e li rispettava, ogni tanto trovava tracce di folletti e gnomi, quasi lasciassero segni per avvertirla e tranquillizzarla della loro benefica presenza, quindi con maggiore serenità in cuore si avvicinò e chiese:
”Signora, sta male? Ha bisogno di qualcosa?”
La donna alzò lo sguardo stanco e rispose:
”Aiutami ad alzarmi per favore!”
Prendendola con delicatezza per le braccia la fece alzare. Osservando con attenzione, non la vide vecchia come il suo aspetto lasciava pensare, sembrava piuttosto una giovane che stava invecchiando velocemente.
Da lei emanava un leggero profumo di brezza mattutina, i suoi lunghi e neri capelli, se pur con qualche filo d’argento, erano morbidi, setosi e ben curati!
“Che strana donna” pensò fra sé “Sembra vecchia eppure non lo è “o forse è l’inverso? E’ vecchia e sembra giovane?” ma non pose domande.
La donna disse:
”Più oltre c’è un laghetto, saresti così cortese da accompagnarmi? Non vedo tanto bene e se perdo il sentiero non ritroverò più la strada!”
Giorgia non ricordava di aver mai visto un laghetto nelle sue lunghe e frequenti passeggiate nel bosco e con gentilezza disse:
“Signora, mi dispiace non conosco la strada per giungervi e non l’ho mai neppure visto! Può darmi qualche indicazione?”
“Non importa” rispose la donna “non hai bisogno di indicazioni, se ti lascerai guidare dal cuore lo troveremo!”
Si incamminarono sottobraccio, le sue mani erano lunghe, affusolate e morbide come velluto, Giorgia faceva attenzione a rimuovere i rami che potevano intralciare il loro cammino, e più camminava più era sicura della strada che stava percorrendo, quel sentiero era ben certa di non averlo mai visto eppure era come se lo conoscesse da sempre.
Anche il fischio degli uccellini era diverso dal solito, più dolce, più armonioso, il verde intorno stava cambiando di intensità e anche gli alberi non erano quelli che conosceva, ma più alti, più maestosi, l’aria stessa aveva cambiato il suo profumo.
Ecco cominciava a percepire l’odore dell’acqua!
Per un attimo credette di vivere un incubo, ma era tanto dolce che poteva essere solo un sogno!
La voce della donna le giunse improvvisa:
”Sento il profumo dell’acqua, sei stata brava, hai saputo ascoltare la voce del tuo cuore!”
Dinanzi a loro si stagliava un laghetto verde azzurro sormontato dal blu cobalto del cielo con alcune ninfee rosa striate di bianco che pigramente galleggiavano sulle calme acque!
”Avviciniamoci all’acqua” disse la donna “Voglio vedere la sua purezza e sentire la sua freschezza!”
Giunte sulla riva, la donna si chinò per toccare l’acqua, e come in uno specchio magico si riflettè l’immagine di una fanciulla di sorprendente bellezza. La sua pelle color della luna era in contrasto con i suoi neri capelli, gli occhi avevano il colore del lago e del cielo fusi insieme, il suo corpo emanava profumo di fiori appena sbocciati, e la sua bianca veste rifletteva il sole che stava per volgere al tramonto!
“Ma chi sei?” chiese Giorgia quasi intimorita da quella trasformazione.
“Siedi qui nell’erba e ti racconterò di me”
Giorgia al suono di quella calda voce, non ebbe dubbi su ciò che doveva fare, si sedette accanto alla donna e aspettò in silenzio il suo racconto.
“Devi sapere, che una volta tutti parlavano di me, perfino i bambini piccoli mi recitavano a memoria. Purtroppo, con la modernità e la tecnologia, molti mi stanno dimenticando, i genitori non parlano di me ai figli, li lasciano giocare con i video game, con i computer, guardano la televisione e sono sicuramente molto meno impegnativi che non raccontare di me. E’a causa di tutto questo che sto invecchiando e morendo pian piano. Il mondo si sta distruggendo, molti cuori non riescono più ad ascoltare e quelli che invece vorrebbero sentono solo rumore di bombe…Ed io muoio con loro ogni giorno un pezzetto di più!”
“Ma chi sei?” chiese Giorgia tra l’incredulo e lo smarrito
“Non hai ancora capito? Credo di sì, te lo leggo negli occhi, hai solo timore di sbagliare!
Vedi come ero bella una volta?
Ero l’immagine dell’amore…
Ero il sogno che albergava nei cuori…
Ero un sorriso ed una lacrima…
Ero la speranza…
Il mio nome è POESIA!
Tu…sei poeta?”
“Oh no, purtroppo no. La mia cultura è molto limitata, non conosco le rime, il mio linguaggio non è ricco di vocaboli forbiti, e la mia umile vita ha molto poco da poter raccontare, come potrei scrivere una poesia?”
“Sei certa che serva questo per scrivere? Ti chiedo una cosa…parlami del tuo primo amore!”
Giorgia sgranò gli occhi per la sorpresa, mentre tornava con il pensiero ai suoi 15 anni e iniziò.
“Avevo 15 anni, ero in vacanza in montagna con il gruppo di amici della parrocchia che frequentavo, accompagnati dal sacerdote e dalle suore che ci seguivano durante l’anno! Spesso mi isolavo dagli amici per ascoltare il silenzio dei monti, per gustare il sapore dell’aria dolce e frizzantina che non conoscevo in città. Osservavo i colori del tramonto sui monti mentre il sole andava a dormire e lo seguivo con lo sguardo.
Mi incantavo a vedere il cielo mentre spuntavano le prime stelle. Riconoscevo Sirio, Venere, il Gran Carro, la Via Lattea, alle altre davo un nome di mia invenzione ed ogni sera cercavo la loro nuova posizione in cielo.
Poi mi univo agli altri per la semplice cena che ci preparavamo da soli.
C’era un ragazzo di un anno più grande di me, ci conoscevamo da tempo, ma era stato sempre uno come tanti! Una sera, dopo cena, seduti intorno al fuoco, le nostre chitarre iniziarono insieme l’accordo della stessa canzone, il nostro inno di ringraziamento al giorno appena trascorso, mentre le voci degli amici alte cantavano al cielo. La luce della luna in quel momento illuminò il suo volto rendendo quasi blu i suoi neri capelli. La sua voce morbida e vellutata era di un tono più alta degli altri. Mi guardò, lo guardai come se ci vedessimo per la prima volta, i nostri occhi continuavano a fissarsi.
Non ricordo in quale momento scese il silenzio fra noi e la mia chitarra aveva smesso di suonare
mentre inconsciamente la sua aveva cambiato musica, una dolce e melodiosa canzone, la ricordo ancora “Lisa dagli occhi blu”. Silenziosamente gli amici si erano ritirati nelle tende, eravamo rimasti soli accanto al fuoco che ormai stava mandando le ultime scintille prima di morire, i monti silenziosi ci circondavano!
Le sue labbra morbide si avvicinarono alle mie per schiuderle al primo bacio. Unica testimone di quel magico istante fu la silenziosa luna, che per un attimo si nascose per metà dietro ad una piccola nube, come a farci l’occhiolino. Ecco, questo fu il mio primo amore, durato l’attimo di quel bacio, finito insieme all’ultima scintilla del fuoco, ma ricordo indelebile per tutta la vita!”
Giorgia si svegliò come da un sogno, guardò Poesia e vide una lacrima correre sul suo volto mentre una ruga pian piano spariva.
“Perché piangi?” le chiese.
“Perché, nella tua semplicità sei stata poeta, ed ogni volta che un’emozione mi giunge al cuore, ringiovanisco un po’! Vedi, non servono rime o grandi vocaboli, basta solo lasciar parlare il cuore di un sentimento che sappia giungere direttamente al cuore di chi ascolta e trasmettere così l’amore che poi diventa contagioso!
Ora torna nel tuo mondo e porta il mio messaggio a chi può capire. Finché la Poesia vivrà, il mondo soffrirà meno e ci saranno più sorrisi o lacrime di felicità! E per ogni lacrima che bagnerà uno scritto io risorgerò un po’!”
Giorgia, improvvisamente si ritrovò da sola, il lago era sparito ed anche la donna. Riprese dunque il cammino verso casa non sapendo ancora se fosse stato solo un sogno o realtà!
Pensò tutta la notte allo strano incontro, sogno o realtà che importanza aveva? Decise dunque di seguire il consiglio della donna. Il giorno dopo si recò al mare, su due fogli scrisse a grandi lettere “NON LASCIATE MORIRE LA POESIA”, uno lo inserì in una bottiglia e lo consegnò alle acque, un altro lo inserì in un palloncino che gonfiò con quanto fiato aveva e lo affidò al cielo perché il vento lo portasse in alto e lontano fino a scoppiare.
Al cielo innalzò il suo canto d’amore pregando che i suoi messaggi fossero raccolti da cuori che potessero capire e far rivivere così quell’eterna fanciulla!


[SM=x142887]


ariadipoesia
00venerdì 17 settembre 2004 21:38
devo dire che ho gustato questa storia passo-passo.


ben scritta, e soprattutto una storia che lascia libera la fantasia di andare oltre la storia per riflettere e sognare.

complimenti Daniela.[SM=x142944]
Cobite
00sabato 18 settembre 2004 07:01


Ecco ... un foglio è volato qui, al posto giusto, e ha parlato a molti cuori, al mio di certo [SM=x142909] .

Grazie Daniela [SM=x142892]


[SM=x142838] Giancarlo cobite



debona
00domenica 19 settembre 2004 00:48
Uno e' arrivato anche qui in Canada..

[SM=x142922]
fiordineve
00martedì 21 settembre 2004 02:55


Che magia nella tua fiaba, è vero se si lascia morire la poesia è una parte di noi che non tornerà più, perchè poesia è ascoltare il cuore e vedere librarsi palloncini colorati colmi di sogni e di fantasia.

Bella davvero, Daniela. [SM=x142824] [SM=x142887]





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