NON CHIEDERMI DI AMARTI

fiordineve
00sabato 7 gennaio 2006 05:09
NON CHIEDERMI DI AMARTI



Era un giorno come oggi, col sole che gioca a nascondino tra le nuvole e il vento che impazza libero di sconvolgere i rami degli alberi e la tenera erba.
Solo che ora sono sola ed è inverno, quel giorno eravamo alla fine di ottobre e c'eri tu con me. Sono venuta al Campo, che tu hai chiamato col nome di un albero che mi è caro, dedicandolo a me; ero, come al solito, un po’ in ritardo; ho aperto il cancello, e ho parcheggiato l'auto vicino ai containers dove ci fermiamo a parlottare o a mangiare qualcosa quando fa freddo. Tu non mi hai visto subito, solo il tuo cagnone che mi leccava il viso ti ha avvisato della mia presenza.

Certo il tuo amico mi accoglie festoso perchè, di nascosto, gli do qualche dolce, e tu mi sgridi, e sgridi lui; ma noi ti ignoriamo e lui mi festeggia così sempre. Tu sei senza occhiali, in divisa, col berettino, io porto occhiali scuri ( il sole mi fa sempre lacrimare gli occhi), ti avvicini e mi accorgo che il tuo sguardo diventa sempre più luminoso e il tuo sorriso, quello che riservi solo a me, quasi ti spacca il viso in due parti. Lo so, me lo hai detto molte volte che vorresti un futuro con me; ma io non so cosa dirti.

- Bene arrivata, principessa, voleva il cocchio reale per arrivare puntuale? -
Mi scompigli col tuo berretto i miei capelli.
- Scusami, Alex, io sono sempre pronta, ma poi incontro questo o quella che mi fermano e... -
- Va beh, dai iniziamo, il sole tramonta presto. Dobbiamo mettere un tutore alle piante per affrontare il vento dell'inverno -
e così chiacchierando e confessandoci iniziamo; dopo un po’, nonostante la giacca a vento ho le mani intirizzite. Alex, sbuffando, mi presta un paio di guanti
- Lo sapevo che saresti venuta senza divisa, senza berretto e senza guanti. Vedi? Ti ci vuole un uomo accanto che si preoccupi di te. -

Non rispondo, ma gli sorrido; abbiamo fatto quasi metà dei mille alberi piantati quando vedo Alex guardarmi fisso, e poi a voce bassa dire:
- Cos'ho che non va per te? Sono divorziato, mia figlia ti vuole bene, le tue figlie sono sue amiche, ho una grande villa, desolatamente vuota ed allora perchè? -
Mentre dice così, mi prende il viso tra le mani, mi scosta i lunghi capelli che il viso fa rimbalzare ovunque e mi dice:
- Togliti gli occhiali. Voglio guardare i tuoi occhi che ora sono quasi grigi come questo cielo, io voglio che restino per sempre azzurri e chiari perchè te lo meriti. -
I miei occhi sono quasi ridotti in lacrime.
- Sai, cambia questo colore di capelli; stai benissimo rossa, ma non assomiglia a te. Ti fa apparire spregiudicata e dura; tu sei dolce e tenera, cerca di amarti di più, mostra agli altri chi è la vera principessa. Non nascondere la tua anima così forte ma anche tanto tenera. Io ti conosco da sempre. -

Lo so ci conosciamo da quando io avevo 15 anni, sua cugina era la mia migliore amica, la mia damigella e la madrina di Claudia. E mi racconta ancora, come un copione già letto e riletto, quando si è innamorato di me.
- Tutti noi ragazzi ti chiamavamo principessa, la principessa del pisello, perchè in autobus sedevi e non ci degnavi di uno sguardo. Così altera e distante, la principessa di ghiaccio, eri. Mi facevi disperare, non so cosa avrei dato per conoscerti; quante volte ti ho seguita fino a scuola, ma tu eri sempre impassibile. -
- Non avete mai pensato che si poteva trattare di massima timidezza? Se sono con qualcuno che conosco spacco il mondo, da sola mi sento un verme che striscia, altro che principessa. -
- Quante volte avrei voluto invitarti ad uscire con me, facevamo a gara con gli altri ragazzi a chi sarebbe riuscito a conoscerti per primo. Ma, anche quando venivi in piazza, sembrava che tu danzassi e noi ci sentivamo tanto inferiori al tuo mondo.-
- Magari Alex, me lo avessi chiesto, forse la mia vita avrebbe preso una diversa piega, forse sarei stata felice.-
- E forse io non avrei mai sposato mia moglie, e ora avremmo 3 figlie; e nessun divorzio, ma siamo ancora in tempo, lo sai.-

Alex sei il mio migliore amico, l'unico col quale divida tutti i miei segreti, ma non so, c'è qualcosa che mi ferma sempre. Abbassa gli occhi, mentre continuiamo il nostro lavoro, e poi, in un silenzio pieno di parole, accenno ad un motivo e inizio a cantarlo, lui mi segue e così ridendo come bambini, canticchiamo quello che ci viene in mente, parole sbagliate, canzoni così come vengono, ma con la gioia di stare insieme a quest'uomo eccezionale.
Ma perchè non dirgli di sì? Come mai questo timore? Paura di soffrire, certo, ma almeno tentare, come dice Alex, senza nessuna promessa per il futuro, ma il mio cuore è ancora sanguinante, una ferita che non finirà mai di piangere lacrime.

Alex mi guarda:
- So che stai pensando al tuo ex. Ma è solo il tuo ex. Che diavolo vuoi? Che ritorni da te e ti faccia soffrire come ha fatto sempre, che non ti ami e ti tradisca persino con la prima che passa? -
Ora sta urlando, e mi scuote, ed io leggo il dolore infinito nei suoi occhi: quanto vorrei buttargli le braccia al collo e dire, ok proviamo, ma non riesco.
- Tu fai nascere solo bontà attorno a te, io ho un giardino che ha bisogno delle tue mani per rifiorire, il mio cuore è già tuo, la mia casa ti aspetta; vivremo felici, lo sai. -

Si, so già tutto, sua figlia è quasi sempre dal fidanzato e lui ama leggere, ascoltare musica, passeggiare, i fiori, la natura, gli animali, tutto quello che mi piace in un uomo è in lui. Finiamo il lavoro e mi dice:
- Scegli tu, io non posso rimanerti amico; se mi cerchi per dirmi che mi ami io sono lì, non mi importa nulla delle tue malattie, della tua vita passata, voglio da te solo il futuro. Se non vuoi, io e te saremo due estranei, cercherò qualcuno che mi faccia da segretario, ma senza telefonate personali. Mi fanno star male. Pensaci. -

Chiudiamo il campo, mettiamo i lucchetti al cancello, mi dà un bacio sulla guancia e aspetta che io parta, e si unisce alla mia scia fino a casa, perchè è buio e teme per me.
Ancora oggi non so perchè non gli abbia risposto affermativamente, ma le nostre chiacchierate mi mancano immensamente.





debona
00lunedì 9 gennaio 2006 20:56
Non bisognerebbe mai perdere il treno che ci porta alla felicita', ma le decisioni che si prendono riflettono sempre il momento che si sta vivendo e il nostro modo di essere, dal quale e' impossibile sfuggire
[SM=x142922]
Ciao ... Giovanna

[Modificato da debona 09/01/2006 20.57]

-chiaraluna-
00venerdì 13 gennaio 2006 08:54
ciao
troppo troppo tempo si perde ingiustamente e volutamente, non si capisce spesso che quei momenti questo tempo non tornerà più e hai perso quello che poteva essere la felicità, pagina molto bella, ciao chiaraluna
fiordineve
00venerdì 27 gennaio 2006 19:32


Troppo tardi..... vero.

Lui ha trovato ciò a cui anelava, io sono da sola...... [SM=x142887]
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