Morte dell'Ideale di una Poesia Universale

Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 03:03





La Poesia,
nonostante ogni sforzo,
finisce sempre per essere
un messaggio lanciato a caso nel vento,
alla perenne ricerca di spiriti omologhi.

flege
00domenica 6 febbraio 2005 03:10
si scava nel poetare
per solchi ricercare
Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 03:37
Credi che stiamo dicendo la stessa cosa?
Cerchiamo solchi già tracciati?
La sicurezza? La comunanza? Il riconoscimento? Il conforto?
Cosa cerchiamo quando scriviamo, ma soprattutto comunichiamo poesie?
flege
00domenica 6 febbraio 2005 03:57
non penso che diciamo la stessa cosa ma due cose dello stesso argomento
a me sembra che tu dica che chi trasmette il messaggio ha bisogno che dall'altra parte per recepirlo si debba essere dotati di strumenti adatti. quindi riferito agli spiriti omologhi. come per parlare tramite il mio telefonino con te anche tu ne devi avere uno.
io dico che dovendo rimanere in questo ambiente chiuso ci si comunica solo quello che si può scoprire qui. non dando alla poesia potere di andare oltre
fiordineve
00domenica 6 febbraio 2005 03:59


Parlo per me.
Scrivo per far evadere ciò che non riesco più a trattenere, è un vulcano in eruzione; i pensieri arrivano quando meno me lo aspetto, con un po' di tecnica si riesce a costruire una poesia, ed in infatti si sente.
La naturalezza e la spontaneità derivano dall'impulso e non te ne frega nulla di quello che diranno gli altri, anzittutto scrivi per non soffocare tu, poi se altri la leggeranno meglio, altrimenti non importa.[SM=x142824] [SM=x142883]
Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 04:08
Non viene dato alla poesia il potere di andare Oltre.
Di chi è la colpa? Di chi detta Canoni?
Oppure è un limite intrinseco della Poesia?




La poesia la scrivi per non soffocare tu.
La poesia è un messaggio?
O è un'autocoscienza?

[Modificato da Mauvilla 06/02/2005 4.09]

flege
00domenica 6 febbraio 2005 04:10
a me la poesia sembra la presa di coscienza della storia. la prima presa di coscienza. l'invenzione della comunicazione di quello che è successo. è un'idea
Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 04:16
Quando dici invenzione della comunicazione di quello che è successo intendi dire che è la semiologia di base dell'uomo? La prima lingua? La prima forma d'interpretazione della realtà?
flege
00domenica 6 febbraio 2005 04:20
si, legata alla parola
però mi sto spingendo oltre quello che so, c'è gente che sicuramente studia queste cose
Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 04:22
Ogni opinione ha diritto di cittadinanza. Le scienze certe sono morte.

Vitale Tagliaferri
00domenica 6 febbraio 2005 11:34
La tua discussione è interessantima.
Commenti e opinioni in merito qui e ora
sarebbero sacrificati dalla sintesi.

Due o tre cosette me le concedi?

- la Poesia è Bene Positivo
- la Poesia è opera della mani di chi la scrive
- la Poesia è "alito dello spirito e sospiro
dell'anima"
- chi scrive Poesia che scopi si prefigge?

ma si potrebbe andare avanti all'infinito a
porsi domande....le cui risposte sono infinite...
Cobite
00domenica 6 febbraio 2005 12:27
Provo esprimermi nella mia poca sapienza e poca cultura, perdonate se farò degli errori grossolani e chiaritemi.

Secondo me la poesia è metodo espressivo di comunicazione che si basa sull'uso della parola e tutti i suoi richiami intrinseci psicologici, atavici e, se vogliamo, magici. Come tale può trattare tutti gli argomenti dal sentimentale alla cronaca, dalla nota della spesa alla disquisizione matematica, dal religioso al pornografico, dal comico al politico e così via e deve essere libera di farlo, sempre, ovviamente, nel rispetto degli altri.
Come ogni arte, anche la poesia ha sempre la porta aperta alla ricerca, al nuovo e alla sperimentazione, il che non toglie niente a quello che già è stato.

La comprensione della poesia, proprio come l'ispirazione, è una cosa molto difficile da spiegare proprio per la sensibilità e i risvolti psicologici, atavici, magici che non sono eguali per tutti.
Il poeta scrive nel modo che pensa migliore e poi chi legge interpreta a seconda sel proprio "sentire". Non sarebbe male che a volte ci fossero due righe di indicazione per indirizzare l'attenzione di chi legge ma comunque è una scelta personale.Io non lo faccio quasi mai, ma leggendo quelle degli altri ammetto che, forse dovuto alla mia scarsa cultura, le due righe mi farebbero proprio comodo.

Ma questo forse è una cosa che vale per tutte le arti.

Un abbraccio a tutti

Giancarlo cobite




Vitale Tagliaferri
00domenica 6 febbraio 2005 15:12
ecco...appunto...
Per la diffusione della Poesia converrà essere
ermetici e complicati per offrire al lettore la
possibilità di capire quello che vuole, oppure
sarà meglio che ogni Autore OFFRA LA SUA OPERA
al Lettore per procurargli non solo il piacere
della lettura ma anche la gioia di condividere
senza complicare troppo forma e sostanza?
Mauvilla
00domenica 6 febbraio 2005 16:28
Io opto decisamente per la seconda via.
Anche se consapevole che un messaggio oggettivo, che cioè arrivi al destinatario esattamente uguale a come è partito dal mittente, non esiste.
La fruizione di un'opera implica sempre un margine di creatività.
Insomma, la lettura è sempre anche un atto creativo.
Fiumi di porpora
00martedì 15 febbraio 2005 17:00
ri riferisce a questo la mia domanda.
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