MORTO MARIO LUZI

chianura in riva di rima
00lunedì 28 febbraio 2005 20:21




Il grande poeta e senatore a vita da oggi pomeriggio non è più.
Ricorderemo sempre il tuo rigore morale, la tua arte ed oltremodo anche la compostezza per quel Nobel negato da sempre.

Grazie Mario

(MIMMO) CHIANURA IN RIVA DI RIMA
spazioimmenso
00lunedì 28 febbraio 2005 21:21
Il poeta...grande.
Natura


La terra e a lei concorde il mare
e sopra ovunque un mare pi giocondo
per la veloce fiamma dei passeri
e la via
della riposante luna e del sonno
dei dolci corpi socchiusi alla vita
e alla morte su un campo;
e per quelle voci che scendono
sfuggendo a misteriose porte e balzano
sopra noi come uccelli folli di tornare
sopra le isole originali cantando:
qui si prepara
un giaciglio di porpora e un canto che culla
per chi non ha potuto dormire
s dura era la pietra,
s acuminato l'amore.


MARIO LUZI...Un abbraccio.[SM=x142851]
Vitale Tagliaferri
00lunedì 28 febbraio 2005 21:25
un'altra pagina importante di Poesia
è volata via...per scrivere all'eterno.
Sagitta
00lunedì 28 febbraio 2005 21:27
Copia da Ronsard (Mario Luzi)
Per la morte di Maria

Come quando di maggio sopra il ramo la rosa
nella sua bella età, nel suo primo splendore ingelosisce i cieli del suo vivo colore
se l'alba nei suoi pianti con l'oriente la sposa,

nei suoi petali grazia ed Amor si riposa
cospargendo i giardini e gli alberi d'odore;
ma affranta dalla pioggia o da eccessivo ardore
languendo si ripiega, foglia a foglia corrosa.

Così nella tua prima giovanile freschezza,
terra e cielo esultando di quella tua bellezza,
la Parca ti recise, cenere ti depose.

Fa' che queste mie lacrime, questo pianto ti onori,
questo vaso di latte, questa cesta di fiori;
e il tuo corpo non sia, vivo o morto, che rose.


Mario Luzi
Sagitta


"Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, faccio una cosa nuova."
(Isaia 43, 18-19)

[Modificato da Sagitta 28/02/2005 21.33]

Cobite
00lunedì 28 febbraio 2005 21:43


Alla vita
di Mario Luzi


Amici ci aspetta una barca e dondola
nella luce ove il cielo s'inarca
e tocca il mare, volano creature pazze ad amare
il viso d'Iddio caldo di speranza
in alto in basso cercando
affetto in ogni occulta distanza
e piangono: noi siamo in terra
ma ci potremo un giorno librare
esilmente piegare sul seno divino
come rose dai muri nelle strade odorose
sul bimbo che le chiede senza voce.

Amici dalla barca si vede il mondo
e in lui una verità che precede
intrepida, un sospiro profondo
dalle foci alle sorgenti;
la Madonna dagli occhi trasparenti
scende adagio incontro ai morenti,
raccoglie il cumulo della vita, i dolori
le voglie segrete da anni sulla faccia inumidita.
Le ragazze alla finestra annerita
con lo sguardo verso i monti
non sanno finire d'aspettare l'avvenire.

Nelle stanze la voce materna
senza origine, senza profondità s'alterna
col silenzio della terra, è bella
e tutto par nato da quella.

...



Fiume da fiume
di Mario Luzi

Si pasce di se il fiume, bruca
                       serpeggiando
le sue
    quasi essiccate sgorature,
                       visita
le sue
          quasi aride pozzanghere,
si trascina ai suoi già putridi ristagni
finche, poco più oltre
                   un poco lo confortano
misteriosi trasudamenti,
lo irrorano frescure,
umori, vene
dal più profondo
del suo cuore sotterraneo
                      ed eccolo
rinasce esso dalle secche,
ora, si lascia dietro la sassaia
della sua quasi estinzione
per il suo nuovo cammino -
        si muove verso se stesso il fiume,
        si sposta dentro il suo cangiante bruco
ed entra, fiume nuovo
uscito dalle sue ceneri
nei luoghi dove opera
la primavera   e non c'è
fiore né gemma, non c'è ancora
ma c'è quella radiosa incandescenza
di luce e opacità nel bianco dell'aria,
c'è, ed ecco si diffonde, quella trepidante animula
e quel chiaro sopra la linea degli alberi,
quel già più festoso scintillamento delle acque.
C'è tutto "quello". E c'è
               lui fiume,
ne vibra intimamente
il senso. C'è questo, c'è prodigiosamente.

...




[Modificato da Cobite 28/02/2005 21.54]

fiordineve
00lunedì 28 febbraio 2005 22:55


Un altro grande albero ha rimosso le radici terrene.[SM=x142825]
Sagitta
00martedì 1 marzo 2005 21:29
Un grande albero, sì...imgiustamente penalizzato da una cultura che non ha apprezzato abbastanza(mi riferisco al mancato Nobel).

O che credevano, che fosse eterno?

Disse la Levi Montalcini, quando ebbe il Nobel: "Non credevo che,io viva, le mie ricerche venissero riconosciute."... E a lei sono occorsi anni (dopo il Nobel) per essere nominata senatore a vita, come meritava.

E' uno strano mondo che premia la vacuità, la fatuità e sottostima la spinta della ricerca scientifica e l'eternità della poesia e del suo significato culturale, etico, sociale, spirituale etc. etc....
Vitale Tagliaferri
00venerdì 4 marzo 2005 14:01
x Sagitta...
Chiedo spesso a me stesso
cosa posso fare
ma - soprattutto - che cosa faccio
per cambiare questo strano mondo...
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