Lira e trombe equoree

amcozza
00lunedì 17 febbraio 2014 11:30
Fino alle nane dune
e prima delle spente agavi
sospinto da impeti di vento
turbinoso di spume e bolle
brilla scava risucchia e rode
il frangente rabbioso,
più rigurgita e più attacca
senza posa barche in secca
o ancorate a fronti murati.
Ancor rimbomba, più in là,
il mugghio tra gli irti scogli
erti a difesa di lidi e case
a schiera sul litorale.
Ah fragore prossimo che stridi
con silenzi e quiete
di piane valli e cime sommerse!
Dal lungomare flagellato
dalla tua ira, oggi
con occhi vuoti ti fisso mare
lira e trombe equoree ascolto
e in segreto di me ti parlo;
oltre la vista che ti confina
sondo il mistero che mi infondi
e interpreto la sua voce.
Simili e dissimili forse
a volte le nostre vite:
sempre nuove masse acquee
da fiumi e cielo o cloache
a te convergono copiose;
per noi se evapora la speranza
e prosciuga l'illusione
possiamo solo incenerire
e sale mai daremo dopo il rogo
del sole che nasce e muore
sul tuo orizzonte mobile
al variare dell'altura
del belvedere da cui ti guardiamo.
L'attesa dell'amo che risale
speso ha successo per il pescatore
per noi privi di fede
qualunque sia l'esca usata
dall'insondabile mistero
dell'essere mai nulla pescheremo,
conchiglie o perle di sapienza
dalla battigia della vita
mai raccoglieremo.
Il tempo è veloce e il vivere
tra maree di stagioni
ci sbatte col suo moto
e come acqua che passi
tra le dite delle mani
in un niente fugge:
zavorrati da malinconie
annegheremo all'improvviso
o a poco a poco e negli occhi
ci resterà la speme delusa
di avvistare una riva
che noi naufraghi tra flutti
mettesse in salvo dalla morte.
Raggio di Sole21.
00martedì 18 febbraio 2014 17:42
Di solito amo la sintesi o una poesia ben divisa in strofe. Forse avresti potuto dividerla per separare i vari momenti del tuo canto. L' ho apprezzata molto, invece, per la proprietà del linguaggio, appartenente ad un registro colto, per la tenuta dell' organizzazione discorsiva in particolar modo sintattica, per le immagini, per la ricchezza del messaggio e per la costante attenzione al ritmo e alla musicalità. Si leggano, per esempio, i primi nove versi con la sequenza verbale
brilla scava risucchia e rode
che suggerisce un bellissimo ritmo in crescendo e quasi martellante.
Stupenda anche se drammatica, senza togliere nulla al resto della poesia, la chiusa:
Il tempo è veloce e il vivere
tra maree di stagioni
ci sbatte col suo moto
e come acqua che passi
tra le dite delle mani
in un niente fugge:
zavorrati da malinconie
annegheremo all'improvviso
o a poco a poco e negli occhi
ci resterà la speme delusa
di avvistare una riva
che noi naufraghi tra flutti
mettesse in salvo dalla morte.
Piaciutissima.

[SM=x142887]

Laura.

lucimaest
00venerdì 21 febbraio 2014 21:41
Non so' darti un commento acuto e professionale, ammirandone la capacita' di Laura, ma certo è che affascina il tuo scrivere, e mi porta a rileggerla ancora.
Un applauso, Lucimaest
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