Sono due poesie che faranno parte di un trittico, (la terza non sono riuscita a terminarla), quindi le posto insieme perché sono inscindibili come due occhi, come due braccia dello stesso corpo. Comunque potete eliminarne la prima o la seconda, a vostra scelta.
Grazie.
Lina (1)
Lina, tu avevi gli occhi bassi come un cane,
coraggio del vento nel tuo petto,
fisarmonica a estendere respiri. Il sorriso però lo regalavi
dopo averlo colorato di tramonto, d’un sangue cupo
di rassegnazione. Le sorbe, i gelsi e i fichi - ti ricordi? -
primizie che ai bambini riservavi
nei pomeriggi lenti, a piene mani.
Lina, un giorno torneremo là, a sentirci “allora”,
“un tempo fa”, dolcezza di sapori, concerti di speranze
e di paure, un controcanto al tempo, piombo lieve,
e giochi a perderci
nella serenità
E Lina alla finestra s’affacciava (2)
Vicino alla mia casa c’era Lina
ci divideva l'acqua
del torrente
- d’inverno fragoroso
poi dormiente -
sapevo ad occhi chiusi quel sentiero.
D’estate
me ne stavo lungo il fiume
bambina a saltellare
sopra i sassi
e Lina mi guardava alla finestra
sentiva come il sangue
nelle vene
avrebbe fatto scorta
di calore
- per tutti i lunghi inverni,
per la neve -
per quando il sole è altrove
prigioniero
sconfitta mosca nella ragnatela
Rosanna Spina