Lacrime pesanti

Nel salotto la piccola osserva la grande, per lei così piccola pare immensa, bara chiusa e osserva tutte quelle persone intorno con il capo chino e, alcune, con gli occhi rossi pieni di lacrime. E accanto alla grande bara ve n’è un’altra più piccola. Lei così piccola e innocente non capisce, non può capire ciò che sta accadendo. Può solo sorridere a chi, con immensa dolcezza, le carezza il capo o il piccolo viso. Lei sorride splendidamente e il volto che appartiene alla mano che l’accarezza non può che inciampare in una smorfia che fa più male di un pugno, mentre gli occhi già rossi riversano lacrime che sgorgano direttamente dalla fonte dell’anima. Per questo ogni goccia che solca il viso ora fa ancora più male. Fa male perché pare assurdo togliere a una bimba così piccola il padre e la sorella. Ad una bimba che non ha colpe, non può averne perché troppo piccola anche solo per capire cosa vuol dire peccare. Pare assurdo, ma è realtà, vederla sorridere e giocare coi fiori mentre metà della sua famiglia giace lacerata all’interno di enormi casse di legno e intorno tutte quelle persone con il capo chino pregano per loro. Pare assurdo, ma è realtà, pensare che ricorderà ben poco di suo padre, così innamorato di lei, perché ha vissuto troppo poco per poterle insegnare qualcosa che avrebbe potuto ricordare per sempre. Pare assurdo, ma è realtà, capire che la vita è così fragile e che basta un attimo, un istante, un respiro perché tutto scompaia e restino solo lacrime, fottute lacrime che spezzano l’anima, a riempire quel vuoto rimasto.