La valorosa téméraire

AlbatrosLover...
00domenica 28 giugno 2009 15:49
alla poesia




Quale passato?
quale futuro?
quale sogno?
dormi...
riposa...

Riposa a perdifiato
nelle fiamme, nel blu di questo cielo...

L'aria ti attraversi,
sia della tua stessa forma,
materia:
l'aria sii tu,
sii tu aria,
impalpabile tavola di colori!

Sii una macchia in questo mondo,
uguale alle altre e unica fra tante!

Sii la coscienza che scorre,
nell'incubo, nel sogno,
nell'illuminazione:
sii il bagliore negli occhi dei folli,
miscela tutto quel che vedi!
Piangano innanzi a te, magnifica,
le stelle di Lovecraft e Joyce!

Di più, di più:
sii la scintilla che crea l'Impressione,
lo Spirito che i Romantici sognano!
vai oltre il mondo malato,
oltre il Dio del Profitto, oltre l'Arte,
oltre l'uomo carogna e bestia divina!
Oltre le colline, molto lontano...

Lontano, il sole, spezzalo via:
dissolvi la massa di idrogeno ed elio!

Allora sarai tu solo
a far brillare la Luna...

E questa luce scenderà in gocce di diamante
a celebrare il sogno dei poeti...
che ginestre si piegano sotto la lava del progresso
ma sempre rialzano la testa, vivi e sognanti...



dedicata a me stesso, a Gabriele che è il migliore amico che uno possa avere e a tutti quelli che si liberano dei propri mali con l'arte. reinventate, così come io ho fatto con questo bellissimo dipinto di Turner!
Cobite
00mercoledì 1 luglio 2009 21:39



Forse c'è qualche ripetizione che si sarebbe potuto evitare, ma nel complesso mi sembra una dedica molto sentita e partecipata.

Piaciuta. [SM=x142874]

[SM=x142848] Giancarlo


fiordineve
00sabato 4 luglio 2009 12:14


Molto piaciuta, pure se avrei evitato quel:


Riposa a perdifiato

[SM=x142930] [SM=x142876] [SM=x142887]
AlbatrosLover...
00martedì 7 luglio 2009 00:35
Grazie per i complimenti. Colgo l'occasione per dire che in realtà tutte le mie poesie in realtà non sono mie, sono dedicate a qualcuno o a qualcosa. La poesia non è qualcosa di personale, per me, è collettiva. Per questo ho pubblicato lì e non qui. Vabbe', dalla prossima ometto le dediche. [SM=g27830]

Le ripetizioni, come anche il riposa a perdifiato, sono volute e studiate, però [SM=x142813]

A me piacevano, davano alla poesia un tono più cadenzato, come un battito d'ali.
Poi, davanti a un quadro come quello, come si fa a non provare il desiderio di annegare in quel cielo? di rimanere lì in un eterno riposo, senza mai respirare, ma solo essendo pervaso da ogni singola particella di luce? e naufragar m'è dolce in questo mare [SM=g27828]
Cobite
00martedì 7 luglio 2009 12:04
Re:
fiordineve, 04/07/2009 12.14:



Molto piaciuta, pure se avrei evitato quel:


Riposa a perdifiato

[SM=x142930] [SM=x142876] [SM=x142887]




"Colgo l'occasione per dire che in realtà tutte le mie poesie in realtà non sono mie"


Ti prego di precisare perché in queste rubriche non sono ammesse poesie d'altri. Se le consideri poesie composte con la partecipazione d'altri poeti allora il posto giusto e su "Creazioni in coro" e deve'essere riportato il nome di tutti gli autori.
Se ti riferisci al fatto che ti ispiri al quadro mi sembra giusto che venga citato anche l'autore del quadro.
Ciao
[SM=x142897]
Giancarlo
AlbatrosLover...
00martedì 7 luglio 2009 14:12
Non ti nego che quando ho letto il tuo messaggio sono scoppiato a ridere! In effetti quella frase era equivocissima! La poesia l'ho ovviamente scritta io, ma io non tengo mai qualcosa che scrivo per me, lo dedico sempre a qualcosa o a qualcuno. In questo senso "non è mia", cioè l'ho scritta io ma non mi appartiene, perché appartiene a chi o cosa me l'ha ispirata. Però è tutto scritto da me! [SM=g27828]


Ho riletto la poesia, e in effetti avete ragione. [SM=g27821]

Riposa a perdifiato in particolare è cacofonico. Il concetto è quello, però. Devo cambiare i termini con cui esprimerlo, però vorrei usare sempre perdifiato. Perdifiato mi dà l'idea di qualcosa di vastissimo, gigantesco ed è quello che voglio esprimere. idee sul termine da sostituire o eventualmente integrare a riposa?

Riguardo alle ripetizioni, non riesco a rimuoverle. Non so perché, ma ogni volta che ne levo qualcuna mi sembra di aver amputato un pezzo decisivo della poesia. L'unica cosa che non leverei a malincuore è il verso "l'aria sii tu". Il punto è che scrivo, quando sono invasato dai quadri, in maniera automatica, e poi limo su ciò che ho scritto, senza cambiarne il senso e l'atmosfera. Quella cosa che ho messo in maniera automatica quasi mi dava l'idea del volo, levare la ripetizione del "sii" e dell'"oltre" sarebbe cambiare questa cosa. Però evidentemente non sono riuscito ad esprimere ciò nel modo in cui volevo, e da qui nasce la mia perplessità. [SM=x142813]

Il quadro in questione, mi pare di averlo scritto, è "la valorosa téméraire", di william turner, un pittore post-romantico (precursore nello stile dell'impressionismo) della seconda metà dell'800 (al quale, giusto per curiosità, si ispirò debussy per scrivere le sue opere musicali: leggere e policromiche come la luce nei suoi quadri [SM=g27828] ). Non so dove sia. [SM=g27826] La prossima volta mi informo e lo specifico.
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