La vacca mora

Cobite
00lunedì 19 febbraio 2007 19:44

Ogni mattina puntuale arrivava la "Vacca mora", ovvero il treno che attraversava i paesi di campagna per trasportare gli operai al lavoro. Doveva il suo nome alla locomotiva che una volta era a vapore e nera, ora invece è stata sostituita da una gasolio. Ogni carrozza era un grande scomparto con sedili in legno disposti file di tre da una parte e due dall'altra del corridoio. Ogni gruppo di sedili aveva davanti a se il corrispondete dell'altra fila in modo che i passeggeri potevano guardarsi in faccia. Il fumo era talmente denso che entrando da una porta non si vedeva il lato opposto della carrozza. Operai seduti giocavano a carte scandendo le partita a gran voce, con risa urla e liti, proprio come all'osteria. Nonostante l'orario, erano le sei del mattino, l'aria era impregnata di un rivoltante odore di vino. Questo misto, fumo e odore, ogni volta mi stritolava lo stomaco facendomi mancare per qualche istante il respiro, poi pian piano mi abituavo. Qui c'erano operai che erano in viaggio già da un'ora e sarebbero arrivati a destinazione tra mezzora.
"Studente" era il nomignolo che mi avevano affibbiato in questo mondo dove i nomi propri sembravano non esistere e per lo più si divertivano a prendermi in giro con grasse battute sul sapere, la scuola e tutto ciò che era il mondo culturale e scientifico, ma mi volevano un gran bene, guai se qualcuno mi maltrattava davvero, veniva isolato per almeno un mese.
Avevo appena incominciato un lavoro estivo nella grande città per cui non ero mancato mai e continuavo ad andar su è giù in treno, con gli operai. Quel giorno trovai il mio solito posto liberato da uno che scendeva due stazioni prima e riservato per me da Gigi, una gran testa dura ma di gran cuore. Non parlava mai: urlava! Per cui tutto ciò che diceva superava il forte rumore di sferragliamento del treno, il gran vocio degli altri viaggiatori ed il suono gradevole della spinetta di Chiodo.
Quel mattino del 1969 ero particolarmente felice, la notizia dell'avvenuto allunaggio dell'Apollo 11 era stata da me attesa a lungo. L'avevo seguita alla televisione come si segue un fatto che avrebbe fatto storia, una pietra miliare sul cammino della civiltà e della conoscenza umana. Per me, appassionato lettore di fantascienza, era il primo passo verso la conquista dello spazio.
Iniziava la nuova era.
Tra una carta e l'altra delle partite a briscola, le discussioni in proposito erano state molte tra me ed i miei amici operai, quasi quotidiane. L'allunaggio era stata l'ora della mia rivincita.
Così credevo.
- Va là credulone, ma davvero credi che siano andati sulla luna?- Gigi era partito a massimo volume -AHAHAH. Ma non capisci quando ti prendono in giro? Te lo dico io cosa hanno fatto quelli. Lo hanno detto i compagni russi come sono andate le cose- E a chiudere la frase un sonoro rutto.
-Ma Gigi che dici?- replico -Le immagini le hanno fatte vedere anche alla televisione!-
-E tu, studente, ci credi alla televisione? Ma dai! Come sei ingenuo! Lo sappiamo noi cosa hanno fatto vedere- insiste Gigi sempre con il volume al massimo. Parlava agitando per aria delle mani che sembravano badili, con dei cali grossi come ravanelli.
-Un bel filmino hanno fatto vedere per i creduloni come te. Volevano essere più avanti dei compagni socialisti e invece i russi li battevano sempre: primi nello spazio, astronavi più grandi con più uomini a bordo, e loro ad arrancare. Allora hanno fabbricato un bel filmino per far credere di essere loro i mastri della tecnica. Bella roba! altro che sulla luna, sai dove sono sbarcati?- e alzandosi il piedi e all'agando le braccia urlava: -Alla Metro Goldon Mayer!- Seguiva un fragoroso ruggito di leone fra le grasse risate dei compagni.
Non riuscivo a crederci, ma mi rendevo conto che ne era proprio convinto. Altri si unirono a lui, e altri ancora a me. Nessuna fazione riusciva a convincere l'altra. Ma in tutto questo qualcosa era veramente cambiato: riuscivo spesso a vincere a carte contro l'invincibile Gigi, ed ogni volta era una gran festa per tutta la carrozza.
Passarono le vacanze e finii le scuole. Non presi più la Vacca Mora per andare a studiare e non rividi più nessuno degli amici di quel treno. Finii gli studi, trovai lavoro, mi sposai, cambiai paese un paio di volte.


Una trentina d'anni dopo dell'allunaggio dell'Apollo 11 mi trovavo nella sala d'attesa del nuovo dentista ad aspettavo il mio turno. Entra un signore anziano, molto elegante, si siede e si guarda in giro. Io sto leggendo una rivista e alzo gli occhi. Un attimo per mettere a fuoco e incrocio gli occhi di quel signore che mi fissano.
Ho un attimo di esitazione e mi chiedo che ha da guardare e fermo anch'io lo sguardo sul suo. Quel volto non mi è nuovo, ma non ricordo.
Poi come in un lampo vedo in quell'uomo un volto noto.
- Gigi! Sei Gigi vero?- Esclamo a voce alta. Sicuramente fuori tono per l'ambiente e un sorriso mi si allarga fino alle orecchie.
Allora anche lui sembra ridestarsi e allarga un sorriso sul viso dalle profonde rughe.
-Studente, come va! Ti ho riconosciuto subito, ho ancora la memoria buona- Mente, è ovvio che al momento neppure lui si era ricordato subito chi ero, ma questo fa parte di lui. Quello che invece mi sorprende è la voce, gracchiante e stonata, non è più la sua.
Si alza dalla sedie , mi alzo anch'io e ci incontriamo al centro della sala d'aspetto e dopo una stretta di mano formale segue un istintivo abbraccio.
Subito mi spiega che il cambio della voce è dovuto ad un'operazione che ha subito tanto tempo fa per via di un tumore. Dopo le cure comunque questo non si è più fatto vedere e lui ora sta bene.
Si gode la pensione e vive con la moglie, il figlio e la nuora che lo trattano benissimo. Le sue mani, pur senza calli sono egualmente gigantesche e la pelle sembra spessa come cuoio.
All'arrivo dell'infermiera che chiama lui da una parte e me dall'altra ci diamo appuntamento al bar davanti allo studio.
Al bar mi sorprende un'altra volta quando ordina un analcolico.
- Sai devo stare in dieta per via della pressione -
E seguono una serie infinita di " Ti ricordi?"
-Ti ricordi di Todo?-
-Ma certo come sta?-
-E' morto cinque anni fa-
-Ti ricordi di Stefi? E' morto nell'esplosione della cisterna che stava pulendo.
-Marco, quello del petrolchimico, ha avuto un tumore alla vescica ed è andato anche lui.
Una lista interminabile, gran parte andati per questi che lui chiama "malanni da lavoro". Alcuni non me li ricordavo proprio più.
Poi mi sovviene.
-Gigi, ma credi ancora che gli americani non siano andati sulla luna?-
Un sorriso gli invade il viso e in lui sembra ritornare uno sprazzo di quel leone che era.
-E non ci credo no!- risponde -Studente, credo che fosse una grande balla! Solo filmini per gli sciocchi!-
Non me la prendo e mi accordo con lui per una sonora risata. Non posso far meno di notare che la mia sovrasta ampiamente la sua e mi si stringe il cuore.
Scambio di indirizzi e di numeri telefonici.
Lui verrà a trovarmi spesso nella mia nuova abitazione. Arrivava sempre di domenica, il sella al suo vecchio motorino. Si parlava di tutto, una compagnia molto belle, senza problemi.
Poi un giorno una telefonata.
Lo hanno trovato morto a letto, al mattino. Non ha sofferto.
Al funerale, in quel caldo agosto del 2001, non potrò far a meno di pensare alle molte ora passate assieme, alle speranze, alle illusioni, alle discussioni interminabili nell'affumicata Vacca Mora. Non posso dimenticare neppure che per lui la grande Russia non si è mai sciolta e che l'uomo non è mai andato sulla luna. Tutta propaganda capitalistica. Poco più di un mese dopo la notizia: "L'UOMO NON E' MAI SBARCATO SULLA LUNA - Trovato tra le macerie delle due torri di New York i copioni per la messa in scena degli allunaggi dell'Apollo sulla luna. Bush afferma che si tratta dell'opera dei terroristi che voglio screditare gli Stati Uniti-".

Per la prima volta un dubbio s'insinua nella mia mente: e se Gigi avesse avuto ragione?


...

Giancarlo



[Modificato da Cobite 19/02/2007 19.54]

ELIPIOVEX
00lunedì 19 febbraio 2007 21:33
[SM=x142887] Un bellissimo fiore che ha un sapore di altri tempi, in una locomotiva piena di operai rumorosi.
Ma l'uomo è davvero andato sulla luna oppure è stata tutta una messinscena? Ma lo sapremo mai? [SM=x142874] [SM=x142874]
ELIPIOVEX
00martedì 20 febbraio 2007 13:59
Una vera tristezza.
Molti sono morti e i loro famigliari non potranno mai incolpare nessuno, perché la colpa non è di nessuno secondo la giustizia [SM=g27812]

anche se per la verità una condanna non restituisce la vita ai nostri cari....
fiordineve
00mercoledì 21 febbraio 2007 00:45


Un racconto che si legge con facilità, con un pizzico di ironia. [SM=x142817]
Cobite
00mercoledì 28 febbraio 2007 05:33
Re:

Scritto da: ELIPIOVEX 20/02/2007 13.59
Una vera tristezza.
Molti sono morti e i loro famigliari non potranno mai incolpare nessuno, perché la colpa non è di nessuno secondo la giustizia [SM=g27812]

anche se per la verità una condanna non restituisce la vita ai nostri cari....



Molte morti sono state riconosciute ma tant'è.
E non è la sola cosa brutta.
Pensiamo solo al mare ed alla laguna di Venezia inquinata dalla diossina scaricata come rifiuto dall'industria e dalle terre al mercurio accumulato da un'azienda che doveva depurarle ma ha trovato più comodo ammonticchiarlo in riva alla laguna senza depurarle e farsi pagare lo stesso. Per quanto ne so la montagnola sta ancora li. E pensiamo ai barchini abusivi super attrezzati per scappare alla finanza che vanno a pescare nelle zone vietate.
E' una tragedia che non ha più fine

Giancarlo

kamo58
00mercoledì 28 febbraio 2007 11:36
E' un tuffo nel passato. Hai saputo rendere molto bene l'atmosfera di quegli anni, la curiosità per un evento che era fuori dal comune. Io all'epoca era ancora bambina ma ricordo bene la meraviglia di vedere l'uomo sbarcare sulla luna. La descrizione dei passeggeri del treno che col tempo fanno un unico gruppo omogeneo.
Si avverte infine, molto bene quell'amarezza per il tempo ormai andato.
Hai fatto tornare anche me in quegli anni. Complimenti. [SM=x142891]
Cobite
00mercoledì 11 luglio 2007 19:23


Vedo che hai percepito a pieno il senso del mio racconto.
Grazie sei molto gentile.
[SM=x142887] [SM=x142887] [SM=x142887]
[SM=x142838] Giancarlo
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